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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Como e Sondrio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   46.4
   Appendice
   arte, egli trasse un ben magro compenso. Nei registri del convento, passati ora agli archivi cittadini, esiste questa nota, che fedelmente trascriviamo : « De anno 1529 de
   < mense Julii D. Baptistae de Sarnago numeravit M. Bernardino de Luyno pictori, prò
   < mercede sua passionis dipictae in praefacta ecclesia L. 15. 71. de mense Decembris.
   < datae sunt L. 25. Die Junii 1530 D. Ilelias Brochi numeravit M. Bernardino de Luyno
   < pictori L. 8i. 4 etc. Et prò completa solutione opus (sic) passionis L. 50. — Totale
   < L. 244.8 S. imperiali ». Non furono davvero molto splendidi i Minori Osservanti di Lugano nel compensare l'artista di un'opera che rese famosa in tutto il mondo dell'arte la loro chiesa. Attualmente (1895) si sta levando l'intonaco dalle cappelle di destra, ove si rinvengono tracce di affreschi del secolo XV.
   Dopo la chiesa di Santa Maria degli Angeli, per sè stessa modesta e di limitatissimo valore architettonico, alla quale però il capolavoro luiniano ha data immensa rinomanza, attira l'attenzione del visitatore in Lugano la parrocchiale collegiata di San Lorenzo, la maggior chiesa della città. Si trova questa in un rialzo, sul pendìo del monte, tra la città ed il luogo ove ora sorge la stazione ferroviaria del Gottardo. Nel passato si saliva alla chiesa parrocchiale per viuzze strette e ripide della vecchia Lugano; oggi che una comoda linea funicolare unisce la città alla stazione ferroviaria, buon numero di fedeli ed i touristes in massima parte hanno adottato, per recarsi alla chiesa di S. Lorenzo, questo rapido e comodissimo mezzo di locomozione. Davanti alla chiesa si apre un bel piazzale contornato da un'elegante balaustra in marmo : ad invitare quasi il visitatore a contemplare il panorama che di là si domina, vario e sorprendente. La città ed il lago immediatamente sotto, davanti i monti della vai d'Intelvi, ad oriente Castagnola, ad occidente il San Salvatore. Da quel terrazzo si presenta stupendamente
   10 sbocco della vallata di Cassarate, che risale verso Sonvico e la vai Colla. L'alto monte Camoghè (2226 m.), dalla vetta quasi sempre nevosa, domina, nello sfondo, da questa parte il scenario. Segue tutta la linea di alte e fantastiche creste di cui è ricinta la Valsolda; e quindi verso il lago una quantità di ridenti villaggi sparsi per la montagna e per la valle : Cadrò, Davesco, Soragno, Tregazzona, ecc., ecc., che dànno ricchezza e varietà ai dintorni immediati di Lugano. Un panorama, insomma, quale difficilmente si può dimenticare e che non si è mai sazi di contemplare.
   La facciata della chiesa di San Lorenzo a Lugano ha fama di essere la più bella della Svizzera, ecl è certamente fra le più belle di Lombardia. E di nobili proporzioni, in istile semplice ed elegantissimo del Rinascimento, tutta in marmo bianco, al quale
   11 tempo ha data la sua patina calda e giallastra. Gli elementi finamente decorativi di questo monumento consistono specialmente nel rosone della navata centrale e nelle sue porte. Quivi è sfoggiata tutta l'arte dei Maestri Comacini, nella maggior leggiadria del Rinascimento. Scrive in proposito il Rahn : < Si può dire, senza tema di esagerare, che la decorazione della facciata di San Lorenzo conta fra le migliori produzioni lasciate nell'Alta Italia dall'arte decorativa, nei primi tempi del Rinascimento. Gli ornati delle porte sono di una sorprendente bellezza. La freschezza di concezione e d'esecuzione di quei motivi avvince l'ammirazione dell'osservatore al punto da non potersene staccare: havvi un'abbondanza inesauribile delle più graziose apparizioni che si possano offrire allo sguardo. Leggeri fogliami, uscenti da urne di classica fattura, sono animati da uccelli, da ippocampi, da satiri, da sirene incatenate, a cui si frammischiano teste di cherubini ed ogni sorta di accessori decorativi: trofei, maschere, ecc., ecc. I fregi, infine, delle porte secondarie presentano in profusione ornati d'una leggerezza, d'una delicatezza mai vista, che di tratto in tratto si staccano quasi totalmente dal fondo. Non può essere che un genio il creatore di tale magnificenza >. Chi questi senza dubbio sia stato, non è bene accertato dai documenti rimasti fino a noi. L'opinione dei critici d'arte e degli studiosi in materia pende tra Tommaso Rodari da Mareggia, il sommo artefice del Duomo di Como: nato, si può dire, ad un trai* di