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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Como e Sondrio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   46.4
   Appendice
   sfolgoreggiante natura meridionale del paesaggio. Chi arriva a Lugano colla ferrovia» non appena uscito dalla stazione dal piazzale prospiciente, può godere d'un panorama sulla città, sul lago per una vasta distesa, cioè dal suo ramo orientale fin oltre la diga di Melide, su tutte le montagne circostanti dal San Salvatore ai monti frastagliati della Valsolda e di fronte tutto il versante settentrionale dei monti di vai d'Intelvi, ai cui piedi, sul lago, biancheggiano le case di Campione, di Caprino e di Gandria. Basterebbe questo spettacolo a giustificare un viaggio anche lungo per Lugano.
   La città è senza dubbio la più bella, la più ricca, la più fortunata del Canton Ticino, che fa coi suoi alberghi sfarzosi e principeschi, col suo lago, col suo clima tepido e costante, colle sue ardite funicolari sul San Salvatore e colla crémaillère sul vicino Generoso, una forte concorrenza alla regina dei Quattro Cantoni, a Lucerna ; essa si stende in semicerchio davanti al lago, nella conca più internata di questi, a riparo da ogni lato da belle e boscose montagne, aperta solo a mezzodì, per ricevere tutto il benefizio dei vivificanti raggi del sole d'Italia, temprati opportunamente dalla fresca brezza del lago.
   La parte nuova, moderna, grandiosa di Lugano, che fa ricordare, quasi, la Promenade des Anglaìs ed il Quai du Midi a Nizza, è la riva del lago ecl occupa la mirabile località del Paradiso, ai piedi del Monte San Salvatore — ove sorgono, insieme allo Splendide Hotel, altri grandiosi alberghi e numerose elegantissime villette — fino alla punta di Castagnola. E su questa deliziosa strada, fiancheggiata da un lato dal lago e dall'altro da palazzi, da giardini, da ville elegantissime, da alberghi, da caffè, da vaste birrarie, che si compendia — salvo i giorni di mercato — la vita della città. Quivi i forestieri si dànno ritrovo per le passeggiate, per le allegre escursioni sul lago, per le solitarie contemplazioni dello spettacolo delle montagne circostanti; quivi accorrono le honnes d'ogni nazione coi bambini d'ogni paese, coi cerchi, le trottole, i cavallucci, i carrelli e cento altri trastulli infantili; quivi i ciclisti fanno pompa della loro maestria; quivi vengono al flirt abituale con compagni d'albergo, coi commensali di tahle dhote, le bionde ed apparentemente sentimentali misses inglesi, nonché le biondissime frani ehi tedesche. L'artista e lo studioso passano quivi le loro ore alla riva, al Quai, sia cercando inspirazioni nelle bellezze naturali del luogo e nella vita vissuta della città, o domandando più alto godimento intellettuale a quei capolavori dell'arte cinquecentista che sono racchiusi nella chiesa di Santa Maria degli Angeli; o meditando sulle vicende della storia, davanti alla statua dell'eroe leggendario della libertà elvetica, Guglielmo Teli, ardito e promettente lavoro giovanile del grande scultore ticinese Vincenzo Vela, da poco mancato alla gloria dell'arte ecl all'ammirazione della duplice sua patria, la Svizzera e l'Italia.
   Ma il viaggiatore che sa e sente, giunto a Lugano, appena uscito dall'albergo, non può a meno di dirigere i suoi passi alla vecchia chiesa di Santa Maria degli Angeli. È questo un edilìzio, piuttosto basso nella facciata ed assai modesto, colla fronte rivolta al lago, nello stile gotico-lombardo del secolo NV. Apparteneva al convento dei Minori Osservanti, che ad esso era attiguo ed il cui edilizio, ed il cui pomerio furono ai nostri giorni trasformati nel sontuoso e ricco Grand Hotel du Pare. Dello antico convento non rimangono adunque che la chiesa colla sua torre in mattoni a vivo, sormontata da un tetto tozzo ed inelegante.
   Entrando in questa chiesa, ad una sola navata, fiancheggiata a destra da tre o quattro cappelle, col soffitto non a volta, ma a capriata, le mura squallide per la scialba imbiancatura passatavi in altri tempi, si prova nel primo momento una viva impressione di delusione. Ma non appena si alzano gli occhi alla parete di fronte e nella blanda luce spiovente dalle finestre cominciano a prendere rilievo le figure della grande composizione luiniana, la prima impressione svanisce per dar campo al più vivo interesse, alle più raffinate sensazioni dell'arte (fig. 56).