46.4
Appendice
touriste, come adagiata sul pendìo estremo delle verdi ed alte montagne che le si alzano a tergo, fra lo sbocco ampio della valle del Ticino e quello sinuoso della vai Maggia.
Alberghi grandiosi, palazzi, ville e villini, contornati da stupendi viali, si offrono da ogni parte allo sguardo del viaggiatore che arriva a Locamo. Nè meno gradevole, per begli edifizi, vasti porticati, grandiosi caffè e belle botteghe, è il nucleo della piccola città che si distende in ampio semicerchio davanti al lago, dal quale la divide, a mo' di piccolo parco, il verdeggiante delta della Maggia: limitato di fronte alla città da viali di belle magnolie, la passeggiata favorita dei Locarnesi e dei forestieri, che nelle stagioni propizie — all'inverno particolarmente — ne popolano i numerosi alberghi, quivi accorrenti a scaldarsi ai miti e sani tepori del sole invernale ed a respirare l'aria fresca e pura della montagna nelle belle mattinate o nei lunghi crepuscoli della state.
Locamo consta essenzialmente di una lunga ed ampia via, in gran parte aperta dal lato di mezzodì, verso il lago, ed allargantesi ad un certo punto in ampio piazzale. Trasversalmente a questa via s'aprono dei viottoli, delle stradicciuole secondarie, che conducono alla parte alta della città, ove sono grandiosi edifizi scolastici — vera gloria del Canton Ticino — molte case signorili e la chiesa parrocchiale di Sant'Antonio, di grandiose proporzioni, rinnovata, si può dire, dopo la catastrofe dell'11 febbraio 1863, nel qual giorno, durante le funzioni, il tetto cedendo al peso di un'eccezionale nevicata caduta nella notte si sfondò, cagionando la morte a 49 persone e ferendone più o meno gravemente un maggior numero. Notevoli in questa chiesa sono gli affreschi della cappella dei Morti dovuti ad Antonio o Felice Orelli, locarnese, nato nel 1700: rappresentano la Scena della Crocifissione ed altri episodi della Passione di Cristo. Sono specialmente da apprezzarsi, per l'ingegnosa composizione, il buon colorito ed il disegno corretto, quasi scevro da quel manierismo che fu il maggior difetto dell'arte nel secolo XVII e nel XVIII.
Sulla piazza di Sant'Antonio sorge il monumento del barone Marcacci, diplomatico e patriota svizzero, vissuto sul principio del nostro secolo, famoso per le sue elargizioni alla città natale, fra cui il bel palazzo ove ora è la sede del Comune. Altra chiesa meritevole d'essere visitata in Locamo è la Chiesa Nuova o dell'Assunta, con ornamenti barocchi; ma attiguo alla quale è un bel chiostro ad arcate in pieno centro, assai lodato dal Rahn, dotto illustratore dei monumenti ticinesi e sopratutto studioso delle opere dei Maestri Comacini, che in questa plaga ebbero uno dei maggiori loro focolari di produzione, per non dire il più importante addirittura. Non lungi dalla chiesa di Sant'Antonio sorgono gli edifizi dell'antico convento dei Francescani, coli'antica chiesa dedicata al fraticello d'Assisi, ora soppressa e ridotta a magazzino. La facciata, tripartita, è ancora un buon saggio di architettura gotico-lombarda del secolo XIV. Questa chiesa ebbe in altri tempi una certa importanza nella storia locale. Era quivi che il ball, nuovo assunto al governo del territorio locarnese, prestava il dovuto giuramento; e quivi veniva sepolto, in caso di morte durante la carica, se cattolico.
La piazza prospiciente alla chiesa, cogli alberi da cui è ombreggiata, offre un delizioso quadretto. Quivi è l'antico monumento funerario di Giovanni Orello, in marmo bianco e nero ed in istile gotico. Fu opera di uno Stefano de Velate ed è datato, secondo l'iscrizione, dal 1347.
All'estremità sud-ovest della piccola città si trova l'antico castello di Locamo, che nel medioevo fu considerato fra i più forti ed agguerriti di questa parte dell'Italia superiore. A piedi del castello, ove una volta giungevano le acque del lago e si ancoravano le imbarcazioni, si stendono le vaste alluvioni della Maggia — che, secondo il Réclus, più ancora di quelle del Ticino, tendono ad interrare questa parte superiore del Verbano o quanto meno ad isolarla, formando un piccolo lago a parte — coperte di verdi praterie e di boscaglie di pioppi e salici frondosi. Il piccolo porto del castello, in parte interrato, non è oggidì se non una pozzanghera coperta di piante acquatiche