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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Como e Sondrio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   46.4
   Appendice
   per la maggior parte chaìets in legno, posti intorno ad una vecchia chiesa con un acuminato campanile, che ne occupa pressoché il centro. La valle di Quinto è ricca di pascoli e di boscaglie; vi sono ampi appezzamenti coltivati a segala ed orzo, il cui prodotto a stagione propizia è fatto asciugare su appositi essiccatoi, che si vedono in gran numero sparsi per la campagna.
   A qualche chilometro sotto Quinto, la vallata si restringe improvvisamente ed il fiume sul fondo e la strada carrozzabile, mediante molti gironi e la linea ferroviaria, mediante numerosi ponti, viadotti e gallerie elicoidali, affrontano quasi di conserva la stretta o gola di Lazio Grande, detta anche in luogo di Monte TiaUino. E questa senza dubbio una delle più belle fra le famose gole delle Alpi svizzere, profonda, selvaggia, eminentemente pittoresca. Non ha, è vero, la severità delle linee, l'austera nudità di quella del ponte del Diavolo nel Cantone d'Uri. Il panorama di questa gola sorprendente è dato da un piccolo altipiano sul quale trovasi una cappelletti lungo il percorso della strada carrozzabile del Gottardo.
   La strada ferrata attraversa in questa gola il Ticino, rumoreggiante a grande profondità, su un ponte in ferro d'una sola, ampia, arditissima travata; e lo riattraversa ancora allo sbocco inferiore del vallone, sopra un altro ponte in ferro, pure ad una sola travata, l'impeto delle correnti, la mobilità del suolo rendendo impossibile qualunque fondazione nell'alveo del fiume. Ai ponti si alternano le gallerie elicoidali, o semplicemente ricurve; onde, chi percorre la valle Le veni ina in ferrovia noti può osservare che di sfuggita, a brevi tratti, l'imponente spettacolo di questa gola. Il villaggio di Freggio, sul ciglione della montagna, domina la gola di Dazio Grande.
   All'uscita dalla gola di Dazio Grande, dopo un'ultima e lunga galleria elicoidale, sotto d villaggio di Prato, si sbocca quasi improvvisamente e impensatamente nella ridente regione dei castagni, a Faido, nel centro della valle Leventina, ove la vegetazione italiana si rivela tosto rigogliosa e potente.
   Faido, considerato quale capoluogo della valle Leventina propriamente detta, è un bel paesotto a 712 metri dal livello del mare, ove le piccole case in legno, di tipo strettamente svizzero, si frammischiano alle case in materiale, di proporzioni più o meno grandiose, con terrazzi e colonnati, sul sistema perfettamente italiano. La chiesa parrocchiale è un bell'edilizio inode.no, di carattere italiano, che non ha alcun rapporto colle chiese della Svizzera tedesca, alla quale su per la valle della Heuss e nel primi tratto del versante meridionale del Gottardo, l'occhio si era quasi abituato. Nelle vicinanze di Faido è celebre la cascata della Piumegna, torrente che esce da una delle gole laterali per unirsi, presso Faido, al Ticino. Le acque della Piumegna, oltre della cascata di grandissimo effetto, rapide ed abbondanti come sono sempre, danno movimento ad opifizi per la segheria del legname ed a inolini.
   Nel bacino di Faido numerosi villaggi tempestano i fianchi verdeggianti della montagna, alternati da belle palazzine di villeggiatura, proprietà generalmente di Ticinesi che, nella loro gioventù — secondo il costume del paese — a forza di lavoro e di privazioni hanno accumulata una fortuna più o meno cospicua, della quale vengono poi negli anni maturi a godere i frutti, tranquillamente, nel loro paese natale. I villaggi che popolano il bacino di Faido, nella valle Leventina, sono: Mairengo, Calpiogna, Primadengo e Chiuchengo, Figione, Romero e Chiggiogna.
   Sotto Faido la valle si allarga sempre più e. la strada carrozzabile ed il Ticino scorrono con maggior agio nel fondo della valle; mentre la ferrovia, tenendosi sempre accostata alla montagna, entra in nuove gallerie elicoidali per toccare il paese di Lavorgo(615 111.), presso cui è la cascata della Gribiasca e lo sbocco dell'alpestre valletta di Chironico.Dopo Lavorgo la stretta gola della Piaschina — meno alpestre di quella di Stalvedro e meno grandiosa di quella di Dazio Grande, — precede il bacino inferiore della valle. Anche in questo tratto la linea ferroviaria svolge il suo tracciato per