Clinton ricino e Valli ilei Grigioni
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di Barbarossa — avrebbe accordato alla popolazione d'Uri indipendenza assoluta ila ogni altra signoria, fuorché dalla suprema dell'Impero»
Nel 1-240 il Gottardo fu passato dall'ambasciata degli uomini ili Schwytz, che si recavano in Italia a far confermare gli antichi privilegi da Federico II mentre teneva campo in Faenza. Poco appresso la custodia del passo del Gottardo (fig. 49} è affidata a Rodolfo d'Absburgo, futuro imperatore di Germania, al tracollo in Italia di Casa Sveva: egli doveva vegliare su quel passo e mantenerlo sgombro da ladri e grassatori che potessero esercitare la loro industria sui viandanti e sui trafficanti, prova questa che il passo del Gottardo, dal 1207-08, era assai frequentato e cominciava ad essere una \ia commerciale. Foco appresso cominciano le discordie tra le popolazioni dell'uno e del-1 altro versante del monte. Sin dal 1321 gli uomini d'I ri, appoggiati dalla corporazione dei mercatanti ili Zurigo, passavano in armi il Gottardo per castigare gli abitanti della Roventimi che molestavano e taglieggiavano ì viaggiatori. Loro scopo era d'impossessarsi ili questa ricca vallata e sottometterla: Virolo, Quinto, 1 nido - considerato questo come il capoluogo della vallata — furono occupati dagli nomini di Uri; ma Franchino Rusca, signore di Conio, che non voleva lasciarsi spogliare sì facilmente dei diritti da lui vantati sulla vallata, con una bi illante battaglia, data a ( liornico, sconfisse gli Svizzeri e li costrìnse a ripassare il Gottardo. Utra impresa consimile fu tentata, e con miglior successo, dagli uomini di 1 li e di Schwytz;, sul principio del secolo XV, profittando ch i disordini avvenuti in Lombardia, dopo la morte di Gian Galeazzo Visconti. Questa volta la valle Leventiua fu sottomessa dagli Svizzeri, i quali però, per mantenere il loro possesso, dovettero tenersi in ai mi per più d'un secolo e trovarsi di fronte ai maggiori capitani ilei Ducato di Milano, fra cui il Carmagnola, che ad Vrbedo, nelle vicinanze di Béllinzoua, nel 1422, con un esercito di 18,000 fanti e di GOO cavalli, schiaccia addirittura il piccolo esercito svizzero. Tali contrasti, rinno-vantisi a più riprese, durarono per tutto il secolo XV con alterna fortuna. Ma sulla fine del secolo medesimo gli Svizzeri, che alle battaglie di Grandson e di Morat, avevano consolidata la loro indipendenza e s'erano acquistata fama di guerrieri invincibili, trassero profitto dei torbidi che accompagnarono la caduta della signoria degli Sforza, si mischiarono — assoldati or dall'uno or dall'altro — alle faccende d'Italia: e, vincitori a Novara, vinti a Melegnano dal gran Trivulzio, conclusero colla Francia un trattato che dava loro la facoltà della scelta, in capo d'un anno ad mia somma di 100,000 scudi in oro od al possesso dai tei ritori italiani, sui quali poco a poco la loro dominazione si era estesa, cioè, la vai Leventiua, Bcllinzona, Lugano, Locamo, la vai Maggia ed li Mendrisiotto.
Neil'impossibilità, la Francia di Francesco I. di pagare la grossa somma fu ben contenta che gli Svizzeri si appigliassero alla scelta di territori eh essa un giorno o l altro avrebbe dovuto abbandonare. Venuti ni possesso di sì cospicuo territorio, ne fu fatta dai Cantoni svizzeri una poco felice ripartizione: la valle Leventiua, propriamente detta, restò al Cantone d'Uri, come quegli che su di essa vantava i più antichi diritti; Bellinzona, col territorio circostante, restò soggetta ai tre Cantoni primitivi, cioè: Uri, Schwytz ed Unterwalden; Locamo colle sue valli, Lugano e Mendrisio al di là del monte Ceneri, appartennero complessivamente ai tredici Cantoni confederati.
Il governo di queste terre fu affidato, in forma di baliaggio, a degli amministratori mandati dai Cantoni svizzeri. Ciò portava una grande complicazione e creava molti abusi. Dei pessimi ed avidi bali sfruttavano senza pietà ì loro amministrati, non avendo altra cura che di trarre dal loro impiego, avuto con ima specie d'appalto, i maggiori benefizi. Quelli fra i ball che erano animati da oneste e sincere intenzioni di amministrare rettamente e tutelare gli interessi degli amministrati, non avevano uè il tempo, nè la forza necessaria per riparare ai inali esistenti. Le rivolte erano represse con granile severità e le più giuste lagnanze delle popolazioni a stento
12C — fa Patria, voi. II.