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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Como e Sondrio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Sondrio 4-25
   non lungi dal paese. Anticamente, secondo lo Sprochor, il borgo di Tirano sorgeva sulla destra dell'Adda ed aveva anche il nome di rillaeeia; ma la popolazione dovetto trasferirsi sulla sinistra per salvarsi dalle frequenti mondazioni del fiume e dagli scoscendimenti del canale. Intorno a Tirano contrastarono i vescovi di Como ed i Venosta, accampanti, por privilegi avuti da Arrigo IV, diritti su tutta l'alta Valtellina. Nel secolo XI e nel XII il castello di Tirano era posseduto dagli Oniodei, nobile famiglia del paese parteggiatile pei Guelfi.
   Quando Lodovico Xll di Francia, accampando i diritti della proava Valentina Visconti sul Ducato di Milano, calò in Lombardia, Lodovico Sforza detto il ,I/oro riparando in Germania a cercarvi aiuti dall imperatore Massimiliano, si fermò a Tirano e ne fortificò il borgo a spese della valle. Le mura che ancora si veggono dalla parte dell'Adda e gli avanzi delle due porte, porta Bormio e porta .Milano, datano da quel tempo (libT). In Tirano, nel KB», ebbe principio la famosa rivolta del Sacro Macello, intesa a liberare la Valtellina dall'oppressione dei Grigioni che, mancando ai patti del 1532, riguardavano la \ altellina come una terra da sfruttarsi ingordamente e pretendevano d'imporle la religione riformata. I congiurati, adunati nella notte del 1!) luglio, nella casa di 1 rancesco Venosta in I ira no, deliberano l'azione [ioli indomani : Giacomo Kobustelli, Simone, Marcantonio e Vincenzo Venosta, \zzo e Carlo Desta, Giovanni Guiccianli e Gian Marco l'ai ravicini si pongono alla testa del movimento, lo propagano per tutta la vallata, inducono Bormio e Chiavenna a far causa comune colla Valtellina e per quindici anni questi nomini, insieme ad altri non meno desiderosi della libertà ed amanti della loro patria, ora capi-popolo, or magistrati ed oratori, ora ambasciatori e condottieri di truppe, lottano per l'indipendenza della loro valle, dei loro monti da un oppressore fedifrago e violento, riescono ad interessare l'intera Europa alla loro questione; son causa di guerre tra Spagna e Trancia, e quando gli interessi delle grandi potenze s'accordano por sacrificare ancora per una volta la generosa vallata, quei cittadini, piuttosto che ritornare a vivere nella patria di nuovo oppressa, rifiutarono le immunità loro offerte e si ritirarono a vivere altrove in esilio.
   Durante quel fortunoso periodo rivoluzionario Tirano è centro d'importanti fazioni guerresche: il 17 settembre 1020, davanti a Tirano, sono dal l'inientel, alla testa di 2000 Spagnuoli e sei compagnie di Valtellinesi, messi in fuga 75CU uomini dei Grigioni. che alleatisi a Zurigo ed a Berna erano scesi per le valli di Poschiavo e di Livigno alla riscossa. Xel 1623 le truppe del papa occupano l'i ratio, in attesa che la questione della Valtellina venga risolta dal papa, al cui arbitraggio era deferita. Frattanto Francia, Savoia e Venezia si muovono contro Spagna che, evidentemente profittando dell'aiuto domandato dai Valtellinesi e ad essi prestato contro i Grigioni, mirano ad impadronirsi dell importante vallata, considerata allora — e non a torto — il maggior sbocco della Germania centrale in Italia. Le truppe papali non lasciarono buon ricordo in Valtellina, ove, raccogliticcie, licenziose e vili com'erano, diedero luogo a molti abusi, a grandi recriminazioni. Più tardi, nel 1623, il duca D'Estro®, marchese di Coeuvres, alla testa delle truppe della Lega frauco-sabaudo-venela, penetra nella Valtellina ed affrontando, il 4 dicembre 1624, Spagnuoli e Papalini sotto Tirano li obbliga a sgombrare. Altri fatti d'armi avvennero presso Tirano irei 1635 e nel 1636, durante la rapida campagna, nella quale si acquistò fama di abilissimo capitano il francese duca di Rollali.
   Nel 1S0S Tirano fu grandemente danneggiato dall'improvviso riversarsi delle acque dell'Adda, trattenute per varii mesi dall'improvviso franamento del monte di Senno e fu allora che. per salvaguardare il paese e l'agro sottostante dalle possibili future alluvioni, si studiarono e s'iniziarono i lavori d'arginatura e di rettificazione dell'alveo del fiume, certamente la più grandiosa e costosa opera idraulica che la Valtellina oggi possegga.