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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Como e Sondrio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Seconda — Alta Italia
   Venosta e pose l'assedio a Pedonale. Varie furono le vicende di questa guerra, finché dopo tre anni, nel 1150, si venne ad una pace, per la quale fu stabilito che Artuieo Venosta rimanesse in potestà del castello di Pedonale, purché cedesse alla Curia di Como certa terra da questi designata. Il che avvenne, lasciando impregiudicata ai posteri la soluzione di altre e più intricate questioni. Il castello di Pedonale fu smantellato dai Grigioni quando, nel secolo XVI, s'impadronirono della Valtellina. Da Mazzo si parte una strada mulattiera che, per il passo del Mortirolo (vedi pag. 424), conduce a Molino in vai Camonica.
   Il territorio di Mazzo è fertilissimo: lia nella parte bassa prosperosi vigneti; in alto ha boscaglie di castagni, cedue e d'alto fusto. L'allevamento del bestiame, industria principale del luogo, è favorito dagli estesi pascoli che si trovano sui monti circostanti.
   Cenno storico. — Mazzo è una delle quattro antiche primitive pievi della Valtellina. Fra i rettori della pieve di Mazzo, nel secolo XVI, figura Giovanni Agnolo de'Modici, fratello al Medeghino famigerato, e che fu assunto al pontificato col nome di Pio IV. Mazzo fn singolarmente straziato dalle guerre che contristarono la Valtellina, nella prima parte del secolo XVII, in seguito alla famosa rivolta della valle all'oppressione politico-religiosa dei Grigioni. Nei dintorni e precisamente al ponte di Mazzo avvenne, il 3 luglio 1635, uno dei più sanguinosi episodi della guerra di Valtellina, condotta per il re di Francia dal duca di Rohan e per gli Austro-Ispani dal duca di F'ernaniont. Assaltati all'improvviso con gran furia dai F'rancesi (circa 3000 con 600 Grigioni) i Tedeschi opposero per qualche ora valida resistenza; ma poi, costretti a piegare, tentarono di passare l'Adda — al ponte di legno allora esistente — e che il cronista contemporaneo Alberti dice guasto ad opera del Rohan. Sfasciatosi il ponte un gran numero di Tedeschi cadde nel fiume e nella confusione rimasero uccisi dalla fucileria francese od annegati nelle acque impetuose e profonde. Più di mille furono fatti prigionieri e gli altri con grande stento poterono ritirarsi a Bormio, ove pochi giorni dopo li aspettava un altro impetuoso assalto del Rohan. Questi, nelle sue memorie sulla guerra di Valtellina, caricando un po' le dosi, dice che dei 6000 Tedeschi, di cui componcvasi l'esercito di Fcrnamont, soltanto 600 raggiunsero Bormio.
   Nacque in Mazzo lo storico Lavizzari, uno fra i migliori scrittori di cose valtellinesi.
   Coli, elett. Tirano — Dioc. Conio — Ps a Tirano, T. a Grosotto, Str. ferr. a Sondrio.
   Sondalo (3101 ab.). — Il territorio di questo Comune è l'ultimo della Valtellina propriameute detta, confinante col Comune di Valle di Sotto, dell'antico contado — ed ora mandamento — di Bormio. Sondalo, capoluogo del Comune, è un bel paesotto a 932 metri dal livello del mare, alle falde meridionali del Redasco. La strada nazionale dello Stelvio, che in questo tratto si tiene sulla sinistra dell'Adda, passa alquanto a valle di Sondalo, attraversandone la frazione di Bolladore, stazione di posta con due buoni alberghi alpini, assai frequentati da viaggiatori ed escursionisti. Sondalo invece è sulla destra del fiume e si stende sul pendìo del monte, in bella vista. Iia chiesa parrocchiale eretta su un piazzale artificiale, sostenuto da muri e da solide arcate, spicca sul fondo verde cupo della montagna ; ha qualche belledifizio e due vecchie chiese, dedicate, Putta a Santa Marta, e l'altra a Sant'Agnese. In vicinanza della prima mostrasi il copioso zampillo d'acqua fresca, improvvisamente sgorgata l'I 1 ottobre 15S3 dalla roccia sienitica e che dura tuttavia, con grande vantaggio del paese fin allora mancante d'acqua potabile. 11 fatto di questa sorgente apparsa alla superficie, fu allora attribuito ad un miracolo di San Clemente protettore del luogo, ed una lapide scolpita da un Lorenzo di P'oscagno commemora il fatto attribuendo ad opera miracolosa l'apparizione della sorgente.
   Lungo la strada a monte che da Sondalo conduce a Bormio, e precisamente sul poggio sovrastante alla vecchia chiesa di Sant'Agnese, alcuni scavi, opportunamente