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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Como e Sondrio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Seconda — Alta Italia
   Altra frazione importante del Conmne di Grosio è Tiolo, sulla sinistra dell'Adda. Da questo paesello si parte la strada, che per il passo del Mortirolo (1901 ni.) conduce in vai Camonica a Monno, fra Edolo e Vozza, sulla grande strada del Tonale. Prima che fosse aperta la strada carrozzabile dell'Aprica il valico del Mortirolo era dei più frequentati tra le due vallate: per questa strada pure passava buona parte delle mercanzie che da Venezia erano dirette alla Germania centrale. Fu, secondo il Ilomanin, idea del doge Grimani d'aprire questo valico ad una strada carrozzabile : i Grigioni, dapprima favorevoli, si ritirarono poscia per suggestione dell'arciduca d'Austria, dominante nel Tirolo (1765). Secondo le tradizioni il nome di Mortirolo sarebbe venuto al passo ed alla contigua vallata dalla strage ivi fattavi da Carlo Magno, nel 774, d'un corpo di Longobardi che, unitisi ai valligiani Camuni, avrebbero opposta viva resistenza alla invasione franca in questa regione.
   11 territorio di Grosio è ricco di una svariata produzione agraria. Intorno al capoluogo si hanno gli ultimi tentativi di coltivazione della vite, che dà un vino piuttosto aspretto. Notevole il prodotto dei castagni; estese le boscaglie cedue e d'alto fusto, onde il commercio del legname e del carbone è in luogo assai attivo. L'allevamento del bestiame, favorito da pascoli estesi e ricchi di erbe aromatiche, ha preso negli ultimi anni nel Comune di Grosio un considerevole sviluppo. Industria metallurgica notevole in Grosio è la fonderia delle campane, i cui prodotti si esportano dalla Valtellina in Svizzera, in Tirolo, nella vai Camonica, ili tutta la Lombardia e persino nell'Italia media
   Cenno storico, — L'antichità del borgo di Grosio è parallela a quella del suo castello. Dal 1415 i Venosta, signori del castello, hanno dominio anche sulla Comunità di Grosio per diploma di Filippo Maria Visconti, confermato nel 1450 da Francesco Sforza. Nel 1417 Filippo Maria Visconti si trova in Grosio per il battesimo d'un figlio del castellano di Grosio, cerimonia avvenuta nella chiesuola di San Faustiano — della quale si veggono ancora alcuni avanzi — e dopo questi fatti i Venosta ebbero facoltà dal duca (li unire al loro nome quello dei Visconti. I Grigioni, diventati signori della Valtellina, tolsero a Grosio molti dei privilegi di cui godeva e, dopo la rivoluziono del 1620, tanto Grosio che il suo castello vennero incendiati dalle truppe dei Grigioni e di Berna collegate, sotto il comando di un colonnello Muller, per la ragione che nativi di questo luogo erano i fratelli Francesco e Marco Antonio Venosta partecipanti in prima linea, coi Iiobustelli di Grosotto, alla rivolta della valle.
   Di Grosio fu nativo, sul principio del secolo XVI, il pittore Cipriano Valorsa, che fu tra i migliori artisti dati dalla Valtellina.
   Coli, elett. Tirano — Dioc. Gonio — P2 e T, locali, Str. ferr. a Sondrio,
   Mazzo di Valtellina (1503 ab.). — Si trova il capoluogo (li questo Comune a 560 ni. di altitudine, sulla strada nazionale dello Stelvio, fra Tirano e Grosotto. Mazzo è un bel paesotto in via di progressivo rinnovamento, con edifizt di buona architettura e notevoli avanzi di antichità. La chiesa parrocchiale è antica e fu più volte rimodernata anche nel nostro secolo. Va osservato il portale gotico-lombardo del secolo XV, con scolture ed ornati di qualche pregio. Nelle imposte di legno scolpito è messa la data del 1597. Nell'interno ammirasi un pregevole dipinto rappresentante VAdorazione del Magi, dovuto a Fermo Stella, colla firma: < Fu il pictor Fermo Stella en el 1577 », La Crocifissione, gli Evangelisti ed altri dipinti che trovansi nelle varie parti del tempio o nella sagrestia si attribuiscono a Cipriano Valorsa da Grosio: dello stesso artista souo i dipinti che adornano le pareti esterne dell'antica casa dei Venosta, attigua alla chiesa e datati dal 15(54.
   Non lungi dalla parrocchiale è la chiesetta del Battistero, antichissima tanto che una tradizione — non appoggiata però da alcun documento storico — vorrebbe che fosse stata prima un tempio gentilesco. È fama inoltre che questa chiesa fosse inter-