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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Como e Sondrio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   94 l'arie Seconda — Alla Italia
   percorsa dall'Antognasco, fiume torrentizio che raccoglie lo sgocciolio dei nevai dello Scalino e fa, nel rapido suo corso, belle, pittoresche e rumorose cascate. Presso queste cascate, corre la leggenda fra i valligiani, che in certe notti d'agosto si raccolgano le anime penanti dei ricchi sondriesi a danzare la tregenda.....della quale
   i pastori della valle raccontano i particolari, come se l'avessero veduta coi loro occhi. La valle di Togno o dell'Antognasca è generalmente percorsa da coloro che si ripromettono di effettuare la non sempre possibile ascensione del pizzo Scalino. Per compiere questa ascensione si percorre un sentiero clic in quasi un'ora conduce all'alpe o baita di Painale (2185 in.), ultimo punto abitato; di là per vedrette e nevai, fra un serpeggiante, ripido sentiero, si va al passo del Forame (2807 m.) da dove si può anche discendere in vai Fontana ed a Ponte. Dal passo del Forame, tenendola crostasi attacca la piramide granitica dello Scalino, propriamente (letta, a cui si arriva inerpicandosi su rupi ed attraversando vedrette e nevai. Il pizzo Scalino è una slanciata piramide a 3323111. dal livello del mare; è singolarmente ammirabile da quell'altura lo spettacolo che offrono i vicini blocchi del Disgrazia, del Pai naie, del Bernina.
   11 Tuckett, inglese, fu il primo fra gli alpinisti a compiere l'ardita ascensione: ma egli stesso sinceramente narra, che su quella vetta trovò le traccie lasciatevi dagli ufficiali compilatori della bellissima carta della Lombardia, compiuta verso la metà del nostro secolo, dallo Stato maggiore austriaco.
   Di fianco allo Scalino sta il gruppo del Painale, colle cime di pizzo Painale, cima Vi ci ma e vetta di Ron ; superiori tutte ai 3000 metri dal livello del mare; ma, per quello che consta, quelle vette sono ancora vergini di orme alpinistiche.
   Oltre la valle (li Togno, la strada carrozzabile della vai Malenco, prosegue sulla sponda sinistra del Mallero, per passare poco dopo alla destra, e per un tratto si svolge fra massi erratici di gneis precipitati, chissà quando, ili un enorme sfranamento della montagna, che fa pensare alle famose Marocche in valle di Sarea od agii Slavini di Marca, in valle dell'Adige sotto Rovereto, Il lato opposto della valle su questo punto è assai osservato dai naturalisti, che vi trovano tracce evidenti dell'opera dei ghiacciai nello sfregamento, nell'arrotondamento, nella stilatura delle rupi circostanti.
   Dopo questo punto s'incontrano i villaggi di Spriana e di Torre Santa Maria, capi-luoghi degli omonimi Comuni (vedi sotto). Presso Torre Santa Maria, sbocca la vai Torreggio, percorsa da 1111 impetuoso torrente che ha lo stesso nome e che fu uno dei fattori della sciagurata piena del 1831-, per la quale buona parte di Sondrio andò distrutta.
   Per la vai Torreggio è il sentiero più comodo per chi dalla vai Malenco vuol compiere l'ascensione del Disgrazia. Questo sentiero, alzandosi ben presto dal fondo della valle, in quasi un'ora conduce a Ciappanico; da questo piccolo villaggio, il sentiero, tenendosi sempre sulla sinistra del fiume, sale molto rapidamente, passando per l'alpe Arale (2078 m.) e per gandoni e nevai, in tre ore di faticoso cammino giunge alla capanna di Corna Rossa, vicino al passo omonimo. È un bellissimo rifugio a ni. 2839 dal livello del mare, fatto costrurre nel 1880 dalla Sezione valtellinese del Club Alpino Italiano, coll'aiuto dì altre sezioni e di privati. E in muratura ed assai ben riparato; vi possono trovare ricovero sette od otto persone, e vi sono attrezzi da cucina per cuocervi le vivande. La costruzione di questo rifugio ed il suo arredamento costarono circa 2400 lire. Dalla capanna di Corna Rossa si fanno generalmente le ascensioni alla punta settentrionale del Corno Bruciato (3115 111.) appartenente al gruppo del Disgrazia, ed al Disgrazia propriamente detto (3678 111.).
   Dove questo meraviglioso blocco alpino abbia tratto il suo nome di mal augurio, noil sapremmo dire; ciò che finora si può dire con tutta sicurezza si è che, a memoria d'uomo, nulla giustifica questo nome, e che per le vette anguste e nivee del Disgrazia, la storia dell'alpinismo 11011 ha ancora registrata nessuna di quelle catastrofi alpine, che