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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Como e Sondrio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arie Seconda — Alla Italia
   Sondrio, è di una bellezza superiore; i panorami e he si godono dai punti alti della città sono pure bellissimi.
   (ionie città, Sondrio è quanto si può mai dire per città di provincia e di montagna, (li grazioso, pulito, moderno; anzi, sotto questo rapporto, Sondrio è in pieno progresso, in via di completo rinnovamento edilizio.
   La città, dapprima addossata al monte, nella sua espansione ha guadagnato spazio a mezzodì e ad oriente, stendendosi lungo la strada nazionale dello Stelvio, con fabbricati grandiosi, moderni e di buona architettura. Bellissimo punta della vita e dell'attività cittadina in Sondrio, è la piazza Vittorio Emanuele: grandioso quadrilatero, regolare, fiancheggiato in ogni parte da edilizi di ricca apparenza e di belle forme architettoniche, come il Teatro Sociale, i palazzi della Banca Popolare e della Banca d'Italia, l'antico palazzo Martinengo, con un grazioso giardino davanti, già sede della Prefettura; il grandioso Albergo della l'osta, opera lodata dell'ingegnere architetto valtellinese Giacinto Carbonera. Da questa piazza, pur restando sulla porta dell'Albergo della Tosta, si gode la vista di tutto lo sfondo della vai Malenco, fiancheggiata dalle caratteristiche cime della Sella (3580 111.) e del pizzo Cresta Aguzza (3590 in.) e più ad occidente la ridente costa di Ponchiera, letteralmente coperta da vigneti, piantati, tenuti e coltivati con una pazienza, una cura, un'assiduità da certosino.
   Dalla piazza Vittorio Emanuele è breve il tratto al ponte Nuovo, in ferro, sul Mal-lero, allacciante il nucleo maggiore della città, colla sua parte occidentale. Quivi sono specialmente da ammirarsi le poderose opere di arginatura fatte per contenere le acque del troppo sovente impetuoso fiume, sboccante per una stretta gola — che dal ponte pur si vede — dalla vai Malenco, cagione (li allagamenti é di veri disastri. Queste arginature, tutte in pietra viva saldamente murata, vennero compiute dopo che la memoranda piena del 1834 ebbe distrutta buona parte del sobborgo occidentale della città. La spesa venne sostenuta per quattro quinti dal governo austriaco e per un quinto dalla città.
   In mi piazzale, attiguo al ponte Nuovo, sulla sinistra del fiume, ombreggiato da filari di alti platani, vedesi un monumento eretto dalla gratitudine dei Sondriesi, in memoria di coloro ch'ebbero maggior parte nel compimento dell'opera colossale, cioè, il conte De Harteg, consigliere intimo dell'imperatore d'Austria Francesco I, governatore della provincia, che molto si adoprò per indurre il governo alla spesa; Giovanni Tom in asini, Carlo Berchet e Francesco Trotti, consiglieri della provincia, propugnatori dell'opera e Filippo Ferranti, Carlo Donegani e Ambrogio Tagliabile, che ne furono gli ingegneri. Il monumento consta di una base parallelepipeda sulla quale poggia un'alta piramide di granito; ai quattro lati sono le statue simboliche della Pace, della Giustizia, della Religione, e della Carità, in marmo di Carrara, scolpite da Giuseppe Craft, che fu uno dei buoni allievi del Canova. La posa di queste statue, come lo voleva il gusto d'allora e la scuola dalla quale il Craft usciva, è rigidamente accademica; ma la fattura è corretta e lodevole. Nel 1859, per un eccessivo zelo di malinteso patriottismo, questo monumento fu deturpato ; se ne cancellarono le epigrafi dovute al distinto latinista Labus; se ne infranse lo stemma austriaco che ne ornava la fronte. A momenti più calmi, il municipio di Sondrio fece riattare le epigrafi e solo in luogo dello stemma austriaco fece collocare lo stemma proprio, cosicché questo figura due volte sul monumento; ciò che è contro la logica e la verità storica, la quale, ci sembra, dovrebbe andare davanti ad ogni altra cosa.
   Dalla piazza Vittorio Emanuele, suddetta, è pur breve il tratto al Cainpello — antica denominazione del sagrato — ove sorge la grandiosa, ma unica in Sondrio, chiesa collegiale dei Ss. Gervasio e Protasio. Questa chiesa fu eretta verso la seconda metà del secolo scorso, sul luogo di altra antica ed Insufficiente ai bisogni del culto. ISle diede i disegni il pittore Pietro Ligari, di Sondrio — il più celebre fra i pittori