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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Como e Sondrio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Provincia ili Sondrio 79
   Il nuovo pmodo di dominazione grfjginna nella Valtellina non fu sì aspro e vessatorio quanto il precedente; ma non essendo, tra dominati e dominatori, sopito il ricordo delle recenti oll'ese, non vi fu fra i due popoli, che pure avevano caratteri di affinità, mai buon sangue. La differenza delle religioni rinfocolava le passioni e faceva sentire maggiormente il peso dell'oppressione. Avvenne in Valtellina il rovescio di ciò che avveniva nella valle del l'icino, pur soggetta ad un baliaggio svizzero. Sulla fine del secolo scorso, mentre il Ticino, affrancatosi dal baliaggio, s'univa in Cantone autonomo e libero alla Confederazione Elvetica, la Valtellina, non appena sente proclamata in .Milano la Repubblica Cisalpina, pensa a staccarsi dai Prigioni ed unirsi a quella. Xel 1797 mi mimerò cospicuo di notabili valtellinesi si raduna in San Pietro di l'erbenno, emana un proclama in nome del popolo valtellinese libero e sovrano, e manda deputati alla Cisalpina ed a Donapai'té per ottenerne l'appoggio. Bonaparte cita i Grigioui al suo qnartii r generale e, non avendo il governo cantonale ib i Grigioni risposto a tale citazione, aggrega la Valtellina alla Repubblica Cisalpina, confiscando i beni che 1 Grigioni vi possedevano. .Velia momentanea rivincita della reazione europea del 1799, gli Vustro-Russi, penetrati mila Valtellina, vi si fermarono circa un anno commettendo, ili nome della religione e della legittimità, inaudite violenze contro ogni diritto pubblico.
   La vittoria di Marengo avendo di nuovo sgombrato 1 Italia dalle truppe della reazione, li Valtellina ritornò a far parte della Repubblica Italiana prima, e del Regno Italico poscia, col titolo di dipartimento dell'Adda e sede di prefettura iu Sondrio.
   Il governo napoleonico fu, come dappertutto, dapprima, ristoratore e benefico per le popolazioni; ma le guerre incessanti costringendo il prelevamento continuo di gravosi tributi e le forzate leve degli uomini validi alle armi, il malcontento non tardò a serpeggiare per la fallata, desiderosa sopratntto di quiete, di pace e di lavoro per riparare ai danni passati. Essendo per le stesse ragioni ed anche per eccitamento dell'Austria scoppiata, nel 1S09, la rivolta del Tirolo, capitanata da Andrea Ilofcr, un buon numero ili Valtellinesi s'avvisò di secondare quel movimento riproducendolo nella vallata, Rodolfo l'arravicino e Corrado Involta si posero alla testa di quell'insurrezione domandando la soppressione dei maggiori gravami ed il ritorno del sale al prezzo antico. .Ma erano troppo in pochi e troppo lontani dai centri popolosi, per poter validamente cozzare contro il colosso napoleonico: il quale, sebbene scosso nella sua base, era ancor ritto e temuto. La rivolta fu sedata con pochi soldati e parecchie fucilazioni decretate per la solita legge marziale.
   Xel crollo della fortuna napoleonica si affacciò alla Valtellina il bivio fra l'essere incorporata di nuovo al Cantori Grtgiouc o il far parte del regno Lombardo-Veneto, progettato dalla Santa Uleanza per conto dell'Austria. Il ricordo delle passate sofferenze vi t'ece prevalere il secondo consiglio ed ì nobili valtellinesi Diego Guicciardi e Gerolamo Stampai furono mandati a Vienna a portarvi la dedizione della Valtellina a Casa d' Uistria. La nuova feroce oppressione apre ben presto gli occhi agli illusi ed il pentimento dell'errore commesso cresce ogni giorno nell'animo dei Valtellinesi. Cominciarono le cospirazioni della Carboneria prima e della Giovane Italia poscia, della quale ultima fu propagatore ed anima in Valtellina Maurizio Quadrio, uno fra i più ardenti discepoli di Mazzini.
   Xel ISIS, alla notizia dell'insurrezione di Milano, la Valtellina è tutta in armi. Il presidio austriaco di Sondrio è fatto prigioniero nel castello e poscia condotto disarmato oltre il confine: così avviene a Bormio ed a Tirano; un corpo di cacciatori volontari valtellinesi fa la guardia alle Alpi ed impedisce, dal Tonale e dallo Stelvio, I entrata di truppe austrìache in Italia. All'11 agosto 1848, mentre le sorti d'Italia precipitavano, i Valtellinesi si battevano ancora gagliardamente allo Stelvio per respingere una colonna d'Austriaci che tentava forzarne il passo e scendere in Italia. Ma in quella irreparabile rovina di ogni speranza italiana, ritenuta impossibile ogni ulteriore