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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Como e Sondrio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Provincia ili Sondrio
   309
   ed a, Morbegno e vi guerreggiò con varia fortuna per sei anni C1525-31); finche, assediato in Morbegno dai Grigioni e Yaltellinesi riuniti, è sconfitto e costretto ad abbandonare l'impresa.
   Per più d'un secolo dura sulla Valtellina l'oppressione dei Grigioni, che si fa sempre più intollerabile, specie quando costoro, voltatisi alla riforma cabinista tentano di violentare la volontà e la coscienza di quei valligiani per far loro adottare la nuova credenza. Sul principio del secolo \ \ li le cose erano panute a tale estremo, clic si capiva come non potessero durare a lungo senza qualche grave scoppio. Desiderosi di liberare la patria da quella duplico oppressione, civile e religiosa, i maggiorenti della vallata vengono ad un accordo, tramano una congiura: ne sono capi Giacomo Robustellì da Grosotto; Simone, Marcantonio e Vincenzo Venosta, Carlo ed Azzo Desta, Giovanni Guieciardi, Gian Maria, Pairavicini ed altri cittadini che tengono il primato nei vani paesi della valle. I congiurati si accertano dell'aiuto della Spagna dominante sulla vicina Lombardia; fanno larga propaganda fra il popolo eccitandone il sentimento religioso; finché, tutto essendo pronto, la rivolta scoppiò il l'J luglio 1620, con una strage generale di quanti Grigionesi protestanti si trovavano nella vallata ; una specie, in piccolo, di Vespro siciliano, passato nella storia valtellinese col nome di Sacro Marella. I Grigioni, sorpresi all'improvviso dalla rivolta, dovettero abbandonare il paese e scampare, come meglio poterono, al di là dei monti. Liberata la valle dagli oppressori, se ne costituisce in Sondrio il governo col titolo di Consiglia l'esente e ne è presidente il Robustelli, principale organizzatore della sommossa. 11 contado di Bormio, che si reggeva secondo gli antichi suoi statuti, fa adesione al movimento e causa comune col rimanente della Valtellina.
   1 Grigioni tentano più volte la riscossa, ottenendo anche aiuto dai confederati Stati svizzeri : penetrano nella Valtellina dalla Pregatila, si spingono perla valle di l'oscillavo tino al ponte di Gamia: ributtati da vai Malenco occupano Sondrio. Coll'aiuto degli Spaglinoli i Valtellinesi ricuperano Sondrio ed altri luoghi ed il 17 settembre 1620 a Tirano < rompono — dice il Cantù — in grossa e breve battaglia gli Sxizzeri, giuntivi in numero di 7500, dopo aver messo a ruba Bormio ed d suo contado.
   < Lutta Europa — soggiunge l'insigne storico — sì mise allora in ragionamenti politici per questo angolo d Italia, piccolo sì, ma che per In sua postura, faceva gola a troppi potenti. Francia, Venezia e Savoia, ingelosite del predominio spagnuolo stabilitosi nella Valtellina, ottengono che sia ceduta in deposito al papa, Urbano \ ili, il quale la fa occupare con poche truppe dal conte di Bagno (novembre 1623) >.
   Ma in quel momento la Curia romana avendo interesse a secondare la politica di Francia, guidata dal cardinale di Richelièu,l'occupazione papalina della Valtellina tu di mera apparenza, anzi fatta per agevolare e preparare d terreno ad un'occupazione francese. Infatti il Richelien, accordatosi coi Grigioni, nel suo proposito fisso di fai* dispetto alla Spagna e di abbatterne l'egemonia sulle cose d'Italia mandò il maresciallo di Coeuvres ad invadere la Valtellina. Le truppe del conte di Bagno fanno una difesa troppo ridicola per non essere simulata: di più, impediscono ai Valtellinesi. che sul serio avrebbero voluto respingere quell'invasione, di difendersi: cosi il Coeuvres in poco tempo da Poscliiavo. ov'era penetrato nella valle, è padrone del territorio da Bormio fin sotto Sondrio. Spagnuoli e Tedeschi, uniti ad un forte nerbo di Valtellinesi, fronteggiano il Coeuvres come loro vien fatto meglio, e strettisi intorno al forte di Riva respingono i replicati assalti del Coeuvres, che, sebbene avesse anche larghi aiuti da Venezia, non riesce nell'impresa di snidare i nemici da quel luogo. La fazione di Riva, celebre nei fa-ti guerreschi del disgraziatissimo secolo XVII, durò più d'un anno, dal febbraio 1625 all'aprile 1626.
   Col trattato di Monzone (3 marzo 1626). intervenuto tra Spagna e Francia, è tolta la causa apparente del dissidio fra le due nazioni, col riconoscimento della quu^i indilli — I.a S'atrin, voi. II.