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Tarli' Seconda — Alta Italia
Flora Valtellinese. — Fin dal 1834, il distinto botanico dott. MasSara, pubblicando il suo Prodromo della Flora Valtellinese, scriveva queste parole: « Non vi è certo m tutta la zona lombarda, e nemmeno in tutta Italia, un paese, elie più meriti d'essere accuratamente visitato dai naturalisti, di quello in cui si racchiude il territorio della provincia di Sondrio ». Nò le parole del modesto quanto dotto scienziato valtellinese sono esagerate. La scala vegetabile della Valtellina è delle più estese, comprendendo essa — dal livello del lago di Como a 200 metri sul livello del mare — al Bernina, al Disgrazia, allo Stelvio, tutte le regioni dei vegetabili : da quella dell'olivo, cioè, a quella della regione glaciale.
La flora valtellinese fu ed è assai studiata dai naturalisti italiani e stranieri, in particolar modo per l'abbondante messe di specie, altrove rarissime, in fatto di licheni, muschi, epatiche, felci, funghi, alghe, e per le molte varietà che vi si rinvengono appartenenti alla flora strettamente glaciale.
Secondo 1 prof. Martino Anzi, si possono calcolare a più di 5000 le specie e varietà di piante, che formano la flora valtellinese; campo immenso e non peranco completamente esplorato.
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Per la sua posizione geografica e per la sua conformazione topografica, la provincia di Sondrio è soggetta ad un clima assai vario e saltuario. Le osservazioni meteorologiche fatte in vari punti del territorio hanno dato le risultanze più disparate; e si verifica talvolta il fatto che mentre in alte valli recesse ed appartate si trova un clima mite e regolare, in altre località, più basso e meglio esposte, si avverano le più strane ed inopinate variazioni di temperatura, o vi dominano in special modo i venti del nord. In linea generale però, 11 clima della Valtellina è freddo e rigido nella parte alta o montuosa, e relativamente temperato nella parte media e bassa. La conca di Sondrio, specialmente, gode anche nell'inverno, quando non soffiano venti dal nord ed è sereno, di una temperatura quasi primaverile, benché, ai passi alpini dello Stelvio, del Bernina, dello Spluga, il termometro discenda anche a 10, 12 a 18 gradi sotto zero. Ad onta di questo, i viaggiatori che d'inverno si accingono ad attraversare quei valichi, constatano sempre una notevole differenza di temperatura, tra un versante e l'altro della montagna, ognora più mite ed uniforme sul versante italiano.
Nella stagione calda invece, poche regioni sono più adatte della Valtellina per formarvi delle stazioni climatiche e la fortuna sempre crescente degli stabilimenti balneari di Bormio e Santa Caterina, del Masino e di Madesinio e di Chiesa in vai Malenco — località ormai di fama europea — ne sono una prova.
In altri tempi, a causa delle famose pescaie — ora soppresse — lungo l'Adda, dei dilagamenti di questo fiume e dei molti suoi tributari, v'eran nel fondo della vallata regioni infette da malaria ed afflitte da febbri intermittenti. La soppressione delle pescaie, l'arginatura, lìneanalamento dell'Adda e dei suoi affluenti nei punti ove allagando impaludavano, pressoché compiuti, con sacrifizi enormi, dalla Provincia, dai Comuni, ed anche dalle popolazioni medesime unite ai consorzio, hanno oramai tolto questo inconveniente, ed i luoghi del fonilo valtellinese ove l'aria non sia in ogni stagione perfettamente saluberrima vanno d'anno in anno facendosi eccezioni sempre più rare, ed i casi di febbre intermittenti o malariche sono, anche in quelle località ove nel passato avevano il maggior tributo, rarissimi
V.
Cenno storico della Valtellina.
È opinione degli storiografi locali, non contraddetta da alcun fatto positivo, che questa vallata abbia preso il suo nome dall'antichissima borgata o paese di leglio,