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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Como e Sondrio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Seconda — Alta Italia
   notevole aumento; sebbene tutte le convenienze stieno per l'adozione dei motori idraulici e magari per il trasporto delle forze considerevoli che si sviluppano dai salti d'acqua o mediante condotte elettriche o mediante impianti telo-dinamici, già adottati con successo, gli uni come gli altri, in altri centri industriali italiani ed esteri.
   Passeremo in rivista le industrie che hanno vita nella provincia di Sondrio dividendole in tre categorie: 1° industrie minerarie, meccaniche, chimiche; 2° industrie alimentari; 3°industrie tessili e varie.
   1. Industrie Minerarie. — Le disgraziatissime condizioni dell'industria siderurgica in Italia hanno ridotto pressoché a nulla 1 attività dell'industria mineraria nella provincia di Sondrio. Abbiamo già detto che le miniere di ferro della valle di Dentro (Pedenolo, Pedenoletto e Ferrarola), della Valfurva (monte Zebrù) e della vai Venina (Piateda) sono da parecchi anni abbandonate e che non è possibile il prevedere quando potranno essere di nuovo coltivate; poiché, sebbene il minerale dia una sufficiente rendita in ghisa, questa non può sopportare la schiacciante concorrenza del prodotto estero.
   Maggior profitto ricavano i lavoratoti valtellinesi dall'escavazione e lavorazione dei graniti in valle di San Giacomo ; delle ardesie e delle pietre oli ari in vai Malenco. L'escavazione dell'amianto, che pure dava utile notevole, ha subito nell'ultimo decennio un fiero contraccolpo dalla scoperta e lavorazione di abbondantissimi giacimenti di questo minerale fattasi nell'America del Nord, per modo da invaderne, con una produzione superiore al consumo, il mercato europeo.
   La pietra oliare si trova abbondantemente m vai Malenco, ove da quei valligiani viene scavata e lavorata al tornio per farne pentole e tegami, detti in luogo laveggi, l'uso dei quali è diffusissimi in tutta la Valtellina ed anche nella vicina Svizzera, essendo tali recipienti di poco costo, dì lunga durata e di grandissima resistenza al fuoco. L'industria della fabbricazione dei laveggi costituisce, per i valligiani della vai Malenco e per quelli della vai Bregaglia, un discreto cespite di entrata. In vai Malenco si scavano pure ardesie lamellari, dette piede, colle quali si fanno i tetti delle case : materiale questo pure di grande smercio in tutta la Valtellina, presentando esso una rilevante economia sulle tegole comuni e su qualunque altro genere di copertura in laterizi.
   Si estrae e si lavora marino tu Lo vero Valtelhno ; anche in altre località si potrebbero attivare produttive cave di marno, ove le condizioni della viabilità, specialmente, lo consentissero. Ma ciò che non è d'adesso potrà essere compiuto in un migliore avvenire. A Dnbino, presso lo sbocco dell'Adda nel lago e nel! alta valle del Liro presso Madesimo, si scavano lastre di beola (gneis), assai utilizzate nelle costruzioni. Si calcola la produzione annua delle varie cave esistenti in Valtellina a circa 5000 tonnellate di materiale, con circa 150 operai addetti a tale lavoro ed una media annua di 225 giornate.
   Nella provincia di Sondrio esistono 28 fornaci, delle quali 21 per la cottura della calce, 3 per la cottura del gesso e 4 da laterizi. Sono nel maggior ninnerò a vecchio sistema, cioè 24 a fuoco intermittente e 4 a fuoco continuo. La calce si ricava generalmente dai calcari dolomitici delle alte montagne; a Bormio si calcinano addirittura i grossi ciottoli trasportati ili basso dall'Adda. Il prodotto annuo di queste fornaci, le quali, nel maggior numero dei casi, non lavorano se non tre o quattro mesi all'anno — usando per combustibile la legna — è valutato in 3500 tonnellate di calce; in 400 tonnellate di gesso; in 160,000 pezzi di laterizi. Fra tutte queste fornaci sono impiegati circa 150 operai: il maggior numero è richiesto dalle fornaci pei lateriz,.
   2. Prodotti chimici. — La Società italiana per la fabbricazione delle polveri piriche ha in Tirano un polverificio con 24 pestelli e 4 motori idraulici, della forza complessiva di 18 cavalli. Vi lavorano 10 operai, dei quali 8 maschi e 2 femmine. La produzione di polvere da caccia e da mina data da questo opificio è di circa 25,000 chilogrammi annui. La maggior parte del prodotto viene smerciato fuori della provincia.