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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Como e Sondrio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   i'irlf Ser    Col regno «li ('arlorWMfiio, si cominciano ai! a**r<* notizie positive delle incursioni dei (Sfondili, nltr'alpi, all'estero. Kitorinindo alla lida \ipiisgrauk. > ineìtn#dei Longobardi, l!i/aiitini, degli Afflili o Saraceni, e restauratore dell'impero «l'occidente, Carlomagiio conduce seco una schiera di artefici ( lumicini, ai tpmli d.i incarico di ri strurre la chiesa della Madre di Dio, nella città j»j«-<1 il«'tt.1, ed ove egli hi prepara la propria tomba, Kd i t omarini, andati in <>erinania, l.ivoi ino indio stesso stile ,t «oi medesimi canoni artistici, #oi quali lavorarono in patria: la cIiìi-mi <1 Aquilana ha riscontro nel iati Fedele e nel San ( arpoforo di Como; e di essa si trovano elementi m altre costruzioni contemporanee. La necessità in tanta depressione della roltura generale di questi arti liei, che possedevano sicuri criteri d'arte ed ima provata perizia nel tirar su edilizi d'ogni genere, fa si, che i privilegi di cui godevano sotto i Longobardi vengano continuati dai t'andingi, e li rendano ricercati tanto ili tleriiiaiiia alla Corte imperiale che a Unum; ove, spente le tradizioni delle classiche arti, pupa Adriano scriveva a Carlo Magno sir# dei Longobardi, di spedirgli mi maestro, ossia architetto c .X,l,i« munii diriyHt mtiffMpiiin > pei rifare la cadente basilica vaticana. Opera dei Maestri Coniarmi dal secolo \ 111 al IX. è San /enone cospicua chiesa di Vephii», e fra le più insigni d Italia — fabbricata, secondo le tradizioni popolari, che confermano induzioni solidamente apponiate ila distinti stnriograli, durante il regno di Pipino, cioè al principio del secolo I\ del medesimo periodo sono la facciata e l'atrio, per se stesso inerav iglioso, ih Sant'\mtifogio in Milano — del quale lungamente m parlò ni altra parte di quest'opera (vedi Milano) — eretti l'ima e l'altro sullo scorcio dello stesso secolo duranti il fortunato arcivescovadodi Uisperto adopera,
   se non totale, certo essenziale ili quel Magixter Adami, il cui nome è rimasto scolpito nel listello di lino dei capitoli! che ornano la porta maggiore: ed il .Sant'Abbondio ili ('omo. del quale pur abbiamo discorso. Con que.-te quattro opere precipue, veramente capitali, l'arte comaciiia si all'erma v ittoriosaiiieute in Lombardia e fuori: poiché sonvi sincrone traccie d'emigrazione di Comacini in Francia.in Germania, in Inghilterra, ove, per attestazione del venerabile Beila (scrivente fra il <17-1 ed il TXì), San Benedetto abate di \\ ereiiiontli. che pia volte aveva fatto il viaggio di Moina, aveva condotto con sé degli artefici, onde gli lucessero una chiesa, nello stile ilei HoilMiiii. che a lui tanto piaceva: e questi artisti stettero ni Inghilterra, fecero chi'se ed insegnarono a quelle popolazioni arti e metodi ad esse sconosciuti. — (ili artisti, di cui parla il venerabile Botta, non possono essère che Maestri Ctairaeiui i soli ni quel tempo che costruissero nello stili1 romano.
   l'iu di Ili cj,le è stabilire dove e come i Coniacini apprendessero gli elementi della loro arte, che non sono uè facili nò pochi, su tale riguardo le cronache tacciono; e solo per via ili ditlirile induzione e di interpretazione di qualche frase d'antichi documenti, si è potuto ammettere l'esistenza d'una scuola ili tali arti a Pavia, ed un'altra a Poma, le due più importanti città dell'Italia d'allora, la capitale, in titolo, del regno, e la sede del pontefice. Di più la vita in comune, e sotto una legge speciale privili -giata. che questi lavoratori, dall'architetto al più modesto scalpellino, conducevano intorno alle loro fabbriche, doveva di necessità fai nascere tra di loro una specie di affratellamento: le continue loro migrazioni da un paese all'altro, dovevano avere stabilito delle corrispondenze, delle convenzioni ili mutua assistenza, ili reciproco aiuto — naturale fra gente dello stesso paese, esercitante la stessa arte, godente degli stessi diritti, delle stesse franchigie — onde non deve sembrare arrischiata la ipotesi di quelli che senza risalire ai tempi biblici, cercano le origini dei franchi muratori, della framassoneria in queste antiche corporazioni ili Maestri Comacini del secolo Vili e IX, alle quali dopo il secolo Xll si aggiunsero forse le corporazioni dei maestri architetti tedeschi, i seguaci e propagatori dell'arte gotica. Nei capitelli dell'atrio il Sant'Ambrogio in Milano, ed in altre sculture decorative del tempo, dovute a Maestri