Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Como e Sondrio', Gustavo Strafforello

   

Pagina (69/522)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (69/522)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Como e Sondrio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Como
   65
   o santuario; — /gl'abside corale o coro; — c) le navi trasversali; — d) il quadrato normale, sul quale si innalza il tiburio costantemente ottagono; — e) il quadrilungo o navata, o piede della croce; — f) le ali o navate minori, laterali; — (j) il pronao od atrio, facoltativo. Questi i tipi fissi, fondamentali, dell'architettura lombarda o dei Maestri Comacini, che comincia a prendere larga diffusione in Italia, dopo il regno di Teodolinda e durante quello non meno pio di 1 iiiitprando. In cotesto periodo, già abbiamo per attestazione di Paolo Diacono, auspice il re Hertarido, una grandiosa porta al regal palazzo di Pavia con una cancellata in bronzo, dal maggior storico dei Longobardi qualificata per < Opera mirifica >. Abbiamo la basilica di San Frediano in Lucca (chiamata ancora Basilica dei Longobardi i, abbiamo la chiesa di San Salvatore, il San Pietro in ch'Io aureitm eli Pavia, il monastero di Sani. Vtanasìa in CortcoIona, il monastero di Aurona in Milano; il Duomo di Sant'Kvasio in Casale Monferrato — secondo l'Osten — eretto intorno al 711 per la pietà di Luitprando: oliere tutte, insieme ad altre minori, in parte esistenti, in parte scomparse, dovute ai Maestri Comacini.
   Nè l'ultimo periodo del regno longobardico fu di minore attività per l'arte dei Maestri Comacini; anche Desiderio fu un attivissimo ordinatore di chiese e monasteri; e per sua volontà si ricordano fra l'altra San Michele ili Foro a Lucca, il monastero e la relativa chiesa di San Salvatore a Brescia, e molte chiese erette, riattate, qua e là, e singolarmente a Milano, a Pavia ed altrove.
   Colla caduta dei Longobardi si chiude il primo periodo della storia dei Maestri Comacini: periodo sopratutto di rivendicazione, perchè, come dice lo stesso re Rotari nel prologo del suo editto famoso del Gtó, i barbari scesi dal settentrione non avevano limito lettere ed erano ignari di ogni arte. < Nella Germania e ncll'Aiiglia — scrive il Merzario — e in gran parte della Francia, non si vedevano che capanne di rozze pietre; nelle provincie italiche, nella Francia del mezzogiorno e nella Spagna cadevano a brani i monumenti lasciati dall'impero di Roma. Nessuno sapeva edificare, intagliare nelle pietre e nei massi, fare ponti, acquedotti ed arginature di fiumi, scavare pozzi, tranne i .Maestri Comacini. Essi sapevano dettare un disegno, voltare gli archi, innalzare un palazzo, fare opere alla romana, alla gallica, scolpire tavole e colonne. Calati dalle rupi comacine, venuti dalle valli e dai laghi, si erano distesi, al pari dei loro principi e protettori, da Conio, Milano, Monza, Pavia, lino a Torino e Cividale del Friuli, da Verona a Pistoia, Lucca, Spoleto, Toscanella. Cotesti discendenti e compaesani di Mustio seppero edificare Santa Maria del Tiglio ed il battistero di Calisto; San Pietro in Ciel d'oro e San Michele sul Ticino; ed il San Michele ed il San Frediano sul Ser-chio; San Pietro in Val d'oro a Civaie e la facciata del San Pietro ed il Ponte delle Torri a Spoleto.....
   11 periodo della storia dei Maestri Comacini, che accompagna la storia nazionale dalla caduta dei Longobardi al secolo XIV, lo si potrelibe dire il periodo trionfale. Essi, più che i bizantini, più che gli arabo-normanni, più che i gotici o tedeschi, tennero in quel tempo indiscusso e glorioso lo scettro dell' arte: aprirono all'Italia ed all'Europa tutta i nuovi orizzonti del Rinascimento.
   Non è nostro proposito, e non sarebbe neppure oggetto di quest'opera il seguire per cinque secoli di storia gloriosa i Maestri Comacini nelle loro peregrinazioni per gran parte d'Europa, cui popolarono di infinite e svariatissime manifestazioni della loro arte : di monumenti che ancor oggi riscuotono l'ammirazione delle masse, ed interessano l'esame degli studiosi. Limitiamoci ad esaminare i caratteri principali (li quell'arte, colla quale i Comacini attraversarono uno dei periodi peggiori registrati dalla storia umana per giùngere alla radiosa soglia del rinascimento nonché la loro influenza nell'arte e le opere maggiori che ne vennero.
   76 — La l'atria, voi. II.