Como
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dell'abbazia di Cava dei Tirreni, nella prima metà del secolo scorso, e da lui accennato nella sua Storio civile del regno di Napoli, pubblicato poi, verso la metà del nostro secolo, con dotte illustrazioni elei conte Bandi di \ esine, dal Promis e da altri insieme al coipo delle leggi longobarde. Questo Memorato)-io, sebbene non porti in nessun codice nè data, uè nome, vien attribuito al re Luitprando, in aggiunta e schiarimenti complementari alla legge generale: consta di sette capiteli trattanti. 111 varii articoli, dei coni pensi da darsi ai Comacini pella prestazione della loro opera nella costruzione di una sala, del muro e della voltatimi dell'arco; del cibo da fornirsi ai Comacini; delle opere loro in genere (secondo il sistema gallico od il romano); dei marmisti; dei forni e dei pozzi.
iSo fin dai tempi del re Luitprando si dovettero disciplinare, con disposizioni che tengono un posto importante nella legislazione generale, l'opera e le mercedi dei ('omarini, onde stabilire norme fisse ed owiare contestazioni e frodi, è chiaro che cotesti Comacini avevano parte essenziale, capitale, in tutto ciò che allora riiiettevasi all'arte del costrurre. Se così non fosse stato, non si sarebbero rese necessarie leggi così categoriche; e se i Coniarmi 11011 avessero costituito la grande maggioranza degli esercenti le arti murarie non si sarebbero intitolate al loro nome le leggi regolanti Parte medesima. Ciò è ben positivo. Altra cosa importante a stabilire, è che fin dal tempo dei Longobardi i Maestri Comacini non erano — sebbene viventi secondo la legge romana — aitili o seni, come erano gli altri Italiani o Romani soggetti aire longobardi; ma uomini liberi, con diritto di viaggiare, testare, vendere, comprare, fare contratti ed altro; e dal Merzario si cita a prova 1111 documento del 7:59, uscito dall'archivio di Monte Amistà, mediante il quale un Radberto, maestro commino, vende ad un tale Opportuno, per 30 soldi d'oro, mobili ed immobili da lui posseduti a Tosca ne 11 a, sui contini toscani: 1111 territorio soggetto ai Longobardi, sebbene in vicinanza di Roma.
Queste facoltà e diritti civili, goduti dai Maestri Comacini, all'incontro delle servitù a cui erano costretti tanti altri loro connazionali, dovettero essere accordate in seguito a qualche editto speciale di cui si sia. perduta la. memoria, 0 per la prerogativa delWwp«f« goduta dai re longobardi, la quale era il diritto di proclamare uomini liberi, individui 0 classi d'individui, dotati di speciali titoli di benemerenze, come potevano appunto essere il valore nelle armi, la dottrina, la perizia nell'arti e nei mestieri. Anche questa particolarità, in quei tempi di 11011 lieve momento, dà sempre maggior risalto alla personalità artistica e speciale, colla quale, fin d'allora, avevano saputo affermarsi 1 Maestri Comacini.
La considerazione dei re longobardi, e quindi di tutta la loro gente, per i Comacini cominciò, secondo il Trova, al tempo della regina Teodolinda, quando questa, accesa di fervore religioso, cominciò ad ordinare l'erezione di chiese e conventi» voltando nello stesso tempo i suoi connazionali, 0 meglio i suoi mariti, dalla setta ariana alla fede cattolica. Ai Comacini dovette affidarsi la pia regina per la erezione della famosa sua Basilica monzese, del palazzo che volle eretto in quella città, presso al luogo ove fu già quello di Teodorico ; opera di Maestri Comacini fu il palazzo delle Torri (porta Palazzo) eretto da Agilulfo, 0 da qualche suo successore, in Torino, non lungi dalla cattedrale di San Giovanni: opera .cheJzDsten giudica di autore comacino e «del periodo prossimo al termine di questa damn^ zione >.
Ma prima ancora di questo, Io stesso Agilulfo aveva fondata, nella città di cui era duca, avanti di essere da Teodolinda prescelto a re dei Longobardi, la cattedrale di San Giovanili, opera pur questa di Maestri Comacini, come appare dagli studi che valenti archeologi fecero sugli avanzi della primitiva basilica. — Attribuita dalla memore rinomanza dei posteri alla regina Teodolinda, ma certamente del periodo che passa tra il regno di questa e quello del piissimo Luitprando (altro ardente fabbricatore di chiese, di palazzi e di conventi) ò una quantità di antichi edilìzi, sacri e profani nella