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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Como e Sondrio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'ili ti Sfenuiula Alla llalin
   del conquistatore, nella maggior pal le del suo lungo regno, si adoperò principalmente a far reymirare i monumenti antichi, danneggiati o dal tempo o dalli precedenti incursioni dei barbari. Si precipita alla decadenza < si va rapidamente verso 1111 periodo di oscurità, dopo la morte di leodorini, nelle convulsioni del Regno gotico ili lotta col-relcmento indìgeno, italiano-romano - come allora dicevasi die non poteva scordar! le proprie tradizioni.
   lino spiraglio di luce è fatto durante il periodo brevissimo della dominazione bizantina. che importò nelle città litoranee adriatiche specialmente gli elementi della propria arte. Poi avviene una sosta, un'oscurità completa durante il primo periodo della conquista longobarda. Senoiichè, a conquista falta e consolidata, 75 anni dopo la venuta di Alboino, si ha il famoso editto del longobardo re Rotari, pubblicato il ti novembre (il-3 (anno \ 111 del suo regno), messo 111 luce e sapientemente illustrato dal Muratori, nel quale, fra i 33* rapitoli od articoli di cui si compone, ve ne sono due (144 e 143) disciplinanti il Lavoro dei Maestri Comacini. L'articolo 144 comincia
   colle significanti paróle: Mngister Comacinus a un culligli ut ex suos.....vale a dire, coi
   suoi colleganti, compagni ed associati; prova quindi dell'esistenza di corporazioni 0 associazioni di lavoratori in '•ostruzioni edilizie provenienti dal territorio comacino. L'articolo 145, rivolto a chi aveva chiamato 0 condotto il Maestro Comacino a disegnare o dirigere l'opera (condnrerit ad opera di chiudi), signilu'a che, contrariamente all'opinione emessa da qualcuno, lino da quel tempo i Maestri Comacini non erano semplicemente dei manovali, murifabbri 0 muratori, accorrenti là dove urgeva di costruire; ma erano delle corporazioni aventi fra di loro artisti capaci di disegnare e dirigere 1 lavori d'una fabbrica, persone quindi in condizioni di avanzata coltura artistica.
   1 de articoli dell'editto del re Rotari sono intesi a tutelare la vita dell'operaio sul lavoro, stabilendo la responsabilità m caso di disgrazie: qnistione la cui soluzione parve un trionfo della civiltà e dell'umanitarismo moderno! — Il Muratori, nelle sue !ntìchilìi Itidiiine, commentando l'editto del re Rotari, dice: < \nclie ai nostri tempi dai monti della Insulina e particolarmente dai laghi di Como 0 Maggiore migrano nelle altre parti d'Italia non pochi fabbri e muratori. I (oinensi forniscono la maggior parte dì cotesti artefici, e per ciò Maestri Comacini furono chiamati..... >. — Molti hanno oppugnata questa spiegazione, così logica e naturale, cercando l'etimologia della parola Comacinus in parole ultramontane e germaniche; ma il Giulini, d I'romis, il Rovelli, il Trova, si attengono, con validi argomenti, all'interpretazione naturale fattane, che il dottissimo prof. Dosio, già prefetto di ll'Ambrosiana, così sintetizzava: < I Comacini furono cosi detti non dall' Ma Carnai-ina. che era solo ima pieve, popolata sì, ma non vasta, uè dal lago commise, ma sibbeno dall'Episcopato 0 diocesi coiilense 0 commina, dove i più, massime presso i monti, vissero sempre a legge romana e pare abbiano serbato a lungo tradizioni e consuetudini romane. Ed è da notare che l'Episcopato cornense fin dall'VIlI secolo, e verosimilmente (in dal V, comprendeva anche i distretti dì Men-drisio, Lugano, Rellinzona e Magallino (luoghi, al IX secolo, nel contado del Seprio) nei quali quei Maestri furono in ogni tempo e sono ancora frequentissimi ». — Aggiungasi che la parola magister è ancor \ iva nel dialetto di quelle popolazioni, per dinotare chi si applica alle arti murarie, e che in tutta la Lombardia per master (mastro e maestro) si intende il muratore. Ciò per stabilire con esattezza la nazionalità dei Coniatimi, apparsi per la prima volta nella storia scritta coll'editto del re Ilotari dell'anno 643.— L'esser poi fatti oggetto di speciali disposizioni di legge è prova di due cose: della loro importanza prima, e del come essi avessero, si può dire, il monopolio dell'architettura e dell'arte muraria nell'Italia d'allora, 0 quanto meno nel regno longobardico. Che avessero tale monopolio è maggiormente dimostrato dal Memomlorio de mercedes Comacinorum, venuto in aggiunta al corpo delle leggi longobardiche, pubblicate dal re Luitprando coll'editto del febbraio 713: Memorutorio già osservato da Pietro Giannone nell'archivio