Como
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Per quanto fra gli autori italiani avessero portata la loro attenzione sulle opere ilei Maestri (Joniacini in Italia e fuori, il Muratori, il Tiraboschi, il Giulini, il Selvatico ed altri, 1 maggiori e pił interessanti studi, le pił accurate ricerche sull'arte dei Coma-cini sono recentissime e questo č anche notevole salvo l'ultima voluminosa opera dell'onor. prof. Giuseppe Merzario e qualche erudita illustrazione del Beltrami, del Romussi, del Calvi, del lģoito, del Malvezzi e d'altri pochi, sono opera di studiosi stranieri. Fra gli stranieri vanno principalmente indicate le opere del Dartein, di Friedrich Osten, di D'Agincourt, di Liģbkc, del Burkanlt, del Muntz, di Kalm e d'altri, ed una infinitą di monografie e studi sui monumenti e ricostruzioni speciali, da formare una copiosa ed interessantissima bibliografia intorno a questo soggetto, che nella storia dell'arte ha assunto capitale importanza.
Antichissima č la tradizione dell'esistenza di valenti architetti e statuari nella regione comasca. In una lettera di Plinio (il Giovino), parlante della villa detta Commedia, da lui posseduta nei pressi di Benno, fa gli elogi di un maestro architetto di quei paesi, al quale aveva dato incarico di ampliare ed abbellire il tempio a Cerere Eleusina, esistente in quelle vicinanze ed assai probabilmente sullo stesso monte sopra il quale ora trovasi il santuario della Beata Vergine del Soccorso: santuario frequentatissimo agli idi di settembre, come in pari epoca, secondo Plinio, era con feste processionali, sacrifizi, riti e voti, frequentatissimo il tempio della bionda Cerere, divinitą, fra quante l'Olimpo ne contava, essenzialmente italica. D'altri splendidi edilizi, esistenti sulle rive del lago ed in Como medesimo, fa cenno lo stesso Plinio nelle sue lettere; gli scavi operati in cittą ed in altre localitą del lago hanno messo in luce frammenti di scolture, pezzi di colonne, ornati, lapidi, ecc., ecc., di buonissima fattura, dimostranti come le discipline architettoniche fossero giunte anche in questa regione ad un alto grado di perfezione. Le colonne, ili antico marmo del lago - ritenute per lungo tempo di cipollino antico che ora adornano la fronte del palazzo del Liceo Volta in Como, e che molto probabilmente appartennero al tempio di Giove Falcato quivi esistente, di bellissimo taglio, come sono, fanno riprova a (pianto s'č detto pił sopra. E che ad esercitare tale arte non fossero individui isolati sorti qua e lą come per caso, ma corporazioni collegiali di persone concorrenti in un modo o nell'altro al compimento di grandi opere architettoniche, se ne hanno numerose prove in scritti, monumenti e lapidi rimastici dell'epoca romana; collegi di architetti, di artieri esistevano in Roma, in Ravenna, in Milano, ove la febbre delle costruzioni era maggiore: nulla esclude che di tali corporazioni 11011 ne esistessero anche sul lago coma-cino, ove i ricchi Comaschi e Milanesi, al pari dei moderni, costruivano ville deliziose e case di piacere; come nulla esclude, che molti degli artieri che lavoravano ai monumenti di Milano, in particolar modo, non venissero dal territorio comasco, siccome da questo venivano le pietre che quelli lavoravano e di cui si formavano 1 monumenti della « seconda Roma > di Ausonio. Aggiungasi chele gravi rivoluzioni avvenute, fra il 111 ed il IV secolo, nell'arte architettonica per il fatto della tolleranza accordata da Costantino alla religione cristiana e della proclamazione di questa a religione dello Stato, fatta da Teodosio, e della proibizione dei culti pagani, diedero uno straordinario impulso all'arte del costruire chiese per il nuovo culto, ed alla trasformazione degli antichi templi pagani in chiese cristiane; aggiungansi, infine, le irruzioni barbariche che nelle cittą specialmente danneggiavano e manomettevano i monumenti pubblici e privati, rendendo, a bufera passata, necessaria l'opera ili ricostruzione e di riattamento, e numerosissimi coloro che vi si applicavano. Ed č forse nella fretta di quelle costruzioni, alle quali, per il gran numero delle richieste, si applicava gente non completamente perita nelle regole dell'arte, che si rinvengono i principii della decadenza artistica. Tuttavģa nel IV e nel V secolo l'arte č ancora in onore, e si hanno di questo periodo monumenti pregevolissimi: e Teodorico, primo re dei Goti, deposta la spada