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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Como e Sondrio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'uri» SiToiula — Alili lluliu
   si lanini li iscrizioni pelili guardia civica; 8i iiriiliii» un b« tielhi a vapori'a dare la sveglia a tutte le località del I.igu ed v i acco<;liero inumili ed tirmi; si mandano a Lugano messi per acquistare anni i'r.ittarito un pugnodi ginviuotli, guidati daHaiiiiiinso giovane Carlo llezia, corre alla polvi rioni detta della l eccia, ad un miglio dalla città, sulla sponda destra de) lago, iie lega il presiditi, sfonda le porte e s'impossessa delle munizioni, che subito sono trasportate in citt ì, l'uro dopo giungono sul luogo uri maggiore con soldati di rinforzo, ma trovano la polveriera vuota; rml contempo «rimo giunti in Como, a rinforzo della guarnigione, limi ('mali chiamati ila Caiitù e da Lecco; le truppe, ritirate nelle caserme, si pn paravano alla lotta ed 1 cittadini provvedendosi come meglio potevano d'armi e ili munizioni e requisendo pertino i caiinoiieini che nelle ville signorili servono alle salve dei di festivi, .s'acuivano essi pure m i desiderio del cimento La tensione negli animi era estrema : a rompere la penosa situazione giunse a proposito la tracotanza soldatesca del colonnello comandante la guai ingioili! di Como, il quale mando a diie al Municipio: < riteneie Tarmarsi della guardia civica offesa alla guarnigione; si disarmasse tosto, o farebbe [«uro > Il Municipio risponde all'inconsulta intimazione mantenendo la guardia civica e raccomandando peraltro ai cittadini calma e modera/ione. Intanto dalla Svizzera giungevano, cogL esuli truppe di giovani ticinesi desiderosi di misurarsi coll'austriaco, da essi odiato quanto Io era dagli Italiani: e gioventù armata arrivava da ogni parte del lago. Le cose si ruppero la mattina del 20 marzo, quando ima schiera di guardie civiche, entrata nel quartiere della gendarmeria, ne ordinò il disarmo, e cosi da altre parti fu fatto per i finanzieri ed i poliziotti. 1 >i fronte a questi fatti i capi militari s'accordarono per ini azione repressiva, tentando in pari tempo di mandare staffette a Saroiino e Milano a fine d'avere rinforzi j ina le staffette furono fatte retrocedere a furia ili popolo. A porta Torre (ora Vittoria), che due compagnie di Croati tentarono forzare per rientrare in citta ed unirsi al reggimento accasermato a San Francesco, comincia il conflitto fra la popolazione e la truppa. La lotta, rimasta vittoriosa per il popolo a porta Torre, continua accanita per le vie: dai tetti si buttano tegole e sassi sulle colonne austriache che dalle varie caserme tentavano congiungersi per presentare maggior nucleo di resistenza alla popolazione; dalle finestre, dalle torri, i più esperti tiratori fanno fuoco, mirando specialmente agli ufficiali. Onde, impossibile rendendosi la progettata congiunzione, ciascun riparto di truppa dovette, con gravi perdite e molti feriti, ricorrere alle rispettive caserme. < Rotto al nemico il disegno dell unione dice una relazione sincrona — fermate le staffette, fu assicurata la vittoria ai Comaschi >.
   Portata la lotta (lavanti alle singole caserme ima per lina dovettero, il giorno seguente (21 marzo), capitolare, consegnando armi e munizioni alla Municipalità. Erano tre caserme, immite di UDO Croati e 30 usseri, che si aprivano davanti al valore dei cittadini e deponevano le armi. Restava sempre la caserma di San Francesco — antico convento dei Minori Osservanti — ove, con circa 700 uomini, ostinavasi a resistere il tenente colonnello P.rainiiiiller de Taimbruck. Contro quest'ultimo ostacolo alla completa loro liberazione raddoppiarono gli sforzi dei Comaschi, e, dopo molti attacchi ed una viva resistenza, anche la caserma di San Francesco, la mattina del 22 marzo, dovette inalberare la bandiera bianca, e l'orgoglioso colonnello, che aveva intimato il disarmo della guardia civica, dovette, con oltre 000 uomini e molti ufficiali, arrendersi a discrezione della popolazione. < Uscirono — narrano i documenti del tempo — inermi i soldati circondati dai loro ufficiali, e schierati sulla piazza attendevano gli ordini dei rappresentanti del popolo. Ma i cittadini, commossi a tanta loro sventura e consci dei loro patimenti, perocché non avevano gustato cibo da circa 30 ore, vollero che non si partissero da quel luogo se prima non fossero refiriati. Disposesi adunque che a ciascun soldato fosse somministrato pane e vino, e fu commovente la vista dì sì gran numero di militi a ristorarsi da sì lunga e penosa astinenza >