l'arte Pecorina — Alta Italia
Volendo studiare da vicino il terribile foiioiiiono si avvicinò — conio il siculo Empedocle, quattro secoli avanti, aveva fatto coli I .tua quanto jiiii potè al cratere eruttante e, come Empedocle, morì vittima del proprio ardimento, martire del suo amore per la scienza, soffocato nell'aria satura di gas solfuro! circondanti il vulcano in eruzione.
Nipote e figlio adottivo di questo glorioso comasco fu Caio Cecilio Plinio Secondo, detto il Giomne, nato in C'orno tra l'anno GÌ e 02 di C. Allevato con amore dallo zio e da Quintiliano a l'J anni ebbi», per la sua facondia ed suoi ineriti civili, lode nel Foro: e sempre pei proprii meriti si innalzò, sotto 1 impero di Trajano, alle priore dignità. I 11 console a Roma nell'anno lOf) di C. ; fu mandato proconsole a pacificare e governare la Bitinia, cui sollevò dalle gravezze imposte dai precedenti proconsoli, ristaurò la giustizia, riformò ogni altro ordinamento, lasciando in quella vasta provincia orientale dell'impero non fuggevole ricordo. Mori nell'anno 115, compianto ed onorato da tutta Roma, lasciando, oltre le Epistole a Tacito, interessantissimi documenti della vita e della storia italiana in quel periodo, un Panegirico di Trajano, l'imperatore che dì tutta la sua fiducia l'aveva onorato, aflidandogli ardue e delicate missioni, come appunto fu quella della pacificazione della Bitinia.
Altri cittadini illustri di Como, nel periodo romano, furono: \irginio Bufo, oratore e grammatico; Caninio Bufo, che poetò sulle guerre dei Baci; Attilio Setticiano, oratore e grammatico celebre; un Cecilio, ricordato da Catullo per certe sue poesie in lode di Cibele; Marco Virio e Caio Virio Sabinio, uomini di guerra e politici.
Quanto luminoso fu il periodo romano per Como, altrettanto oscuro, tenebroso n'è per la storia politica, il periodo ilei bassi tempi. Sulla via percorsa dai barbari scendenti dalle Alpi a correre, devastandola e saccheggiandola, l'Italia, Conio ebbe a soffrire dalle frequenti incursioni di quelle orde d'ogni razza, vere rovine. 1 suoi abitatori l'avevano in gran parte disertata cercando asili più sicuri. Molti ricoverarono nell'Isola Co macina e \i stettero lino all'arrivo ed al consolidarsi della potenza longobarda che ridonò una certa sicurezza a questa parte d'Italia contro le altrui invasioni, ed una certa tranquillità all'interno. A Como, punto militare assai importante, si stabili uno dei trentasei duchi, ai quali Alboino aveva diviso il regno da lui si facilmente conquistato. E nel periodo longobardo che comincia a far capolino la Corporazione dei Maestri Comacmi, della quale più diffusamente diremo in appresso. Parallela alla potenza dei duchi longobardi, diventati conti nel periodo carolingio, instauratoli ili Balia di quegli ordinamenti feudali che quivi ebbero minor fortuna che non altrove, cresceva lenta, ma sicura la potenza vescovile. La Chiesa coinense, già delle pili antiche dell'Italia superiore, datando dai primissimi tempi del Cristianesimo — secondo gli storici sacri (1) anzi, da Sant'Ermagora mandato dal principe degli apostoli a predicare la buona novella in queste regioni — fu assai accarezzata dai re longobardi, dalla regina Teodolinda, dal re Luitprando in particolar modo, che le fecero larghe donazioni di territori e le accordarono privilegi in gran numero. Già abbiamo visto il castello di Baradello messo, da un diploma del re Luitprando, alla dipendenza della Curia vescovile di Como. Questa dapprima era suffraganea del patriarcato d'Aquileja, che per un momento controbilanciò nell'Italia superiore e nell'Oriente l'influenza assunta da Bonia nell'Italia inferiore e nell'occidente d'Europa. Tramontata, dopo l'eccidio d'Attila, la fortuna e la potenza del patriarcato d'Aquileja, la Chiesa comasca diventò suffraganea della Chiesa milanese, la quale, per l'opera attiva dei suoi ordinari, andava prendendo in questa parte dell'Italia superiore, sempre maggiore importanza morale e politica. L'innalzarsi (Iella potestà vescovile è contrapposto ali autorità feudale, la quale a Como, sul finire del secolo IX, è ridotta ad una parvenza, e poco appresso vien assorbita dall'autorità
(1) L'Ugiielli afferma essere slato primo vescovo di Como uu Felice, il quale trasformò nella chiesa di San Carpoforo un tempio dedicato a Mercurio. (N. d, A.).