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a cura di Federico Adamoli Aderisci al progetto!
44 l'arte Seconda — Alta Italia La 'rimili: in Pour.v Vittoria k i.k Miti a di Como. — Chi entra in Como dal borgo di via Milano, e per la strada che viene, da questa città, s'imbatte contro alla massiccia mole di questa torre, che è mio ilei più caratteristici modelli dell'architettura militare del medioevo, ancora esistenti nella nostra regione. JÌ quadrata ed alta pili che U) metri: sotto perdile arcate piuttosto tozze vi è il passaggio per la via. Internamente la torre è divisa in quattro piani, ai quali salivasi con scale portatili: quivi stavano i difensori della porta, ed avevano sottomano il materiale da lanciare addosso agli assalitori, caso mai questi si avvicinassero troppo o tentassero ili forzarne il passaggi». I'iii alta era la torre, più agevole e micidiale n'era la difesa, perchè più lontanamente potevansi lanciare pietre, fuoco greco, e scoccare saette contro gli «assediatiti. Tale era nella sua ingenuità l'arte ilei secoli di mezzo. Ai lati di questa torre staccavansi le mura della città dirigendosi l'uii braccio ad occidente e l'altro ad oriente, per ripiegare poi, ad un dato punto, da ambo i lati, verso nord, od il Iago: dal qua] lato la città, per quanto murata, fu sempre più o meno aperta. Le mura di Conio formavano cosi un quasi esatto parallelogramma, fronteggiato a nord dal lago, ad oriente e ad occidente dalle montagne: a mezzodì dalle morene frontali dell'antico ghiacciaio lariano, dietro alle quali si scende ai colli brian-zuoli ed alla piana milanese. Ad ogni angolo del parallelogramma sorgevano a rafforzare le mura, alte e massiccie torri. Durante il periodo comunale, e nella sua lunga guerra con .Milano, caduta Como dopo un assedio quasi decenne, fu dai Milanesi, nel 1127, pressoché distrutta, e lesue mura aperte in più luoghi e smantellate. Bar-barossa, con dispetto dei Milanesi, e per cattivarsi amici in Lombardia, siccome aveva fatto per Lodi, diede facoltà ai Comaschi di riattare le loro mura, riedificare i distrutti edifici cittadini; e scambiando il poco aiuto, più morale clic materiale, per il tutto si vantò poi nei suoi diplomi di aver rifatta di sana pianta la città. Civitatcm in cineres colla fisa ni retri!ificaciiHus >10$. La cerchia delle mura, di cui si gran parte esiste anche al presente, è di poco più larga dell'antica, danneggiata, se non distrutta dai Milanesi: migliorando, dopo la pace di Costanza, la loro fortuna, vollero abbellirla e munirla di torri, delle quali la maggiore fu quella ora detta porta Vittoria (in memoria della liberazione ili Como nel UstS, già descritta), e le altre due all'estremità della fronte meridionale delle mura stesse: se ne vedono ancora i mozziconi poderosi, su pianta pentagona; forma affatto nuova nelle usanze di quel tempo, e, non si comprende ancora bene per quale ragione, dai difensori di Como allora adottata. Una iscrizione latina, difficilmente leggibile, sopra la torre di porta Vittoria, ricorda la data ed esalta l'utilità di tale costruzione, essendo podestà Uberto da Pavia. Durante la guerra tra i Francesi e gli Imperiali austro-ispani per la successione al ducato di Milano la torre di porta Vittoria venne inutilmente, quanto scioccamente — per vana pompa militare — circondata da fortini, mezzelune, lunette e casematte, costringendosi all'aflrettato lavoro degli sterri e della demolizione d'un chiostro ricco d'antiche pitture esistente in quelle vicinanze, cittadini d'ogni classe, i nobili compresi. Queste fortificazioni affatto inutili, perchè Conio troppo agevolmente può essere battuta collo artiglierie da tutte le alture clic la circondano, vennero, sul principio del gecolo, demolite per ordine di Napoleone, insieme ad una chiesa detta della Madonnina ![]() |