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popolare, clic attribuisce la faldirira «lei Duomo, 'li Conio ad un maestro «li vai d'Iu-t ci vi sembra stavolta accordarsi colla storia scritta e documentata: perchè, seldiene non esistano negli archivi della fabbriceria milleusi' gli atti che riguardano la nomina e gli emolumenti assegnati al primo architetto od iniziatore di quella fabbrica, si sn, per altre fonti, essere appunto codesto Lorenzo degli Spazi nativo di vai d'Iiitelvi (e precisamente del ]iaese di Laino in qutdla vallata) ed essere egli stato uno ricali architetti od ingegneri più reputati che mettessero mano ai lavori del Duomo milanese, dal quale egli portò in questo di Como alcuno dei concetti originali.
Non I ruvandosi, negli atti della fabbrica del Duomo di Milano, dopo l'annotazione surriferita, alcun arenino intorno a Lorenzo degli Spazi, è logico il dedurne ch'egli non si muovesse più da Conio, e che quivi attendendo a tale lavoro morisse, sul principio del secolo XIV, e forse {trinisi dei torbidi politici che accompagnarono la morte di (lian Caleazzo Visconti, per i quali furono lungamente sospesi anche i lavori del Duomo di Como. Si attribuisce a Lorenzo degli Spazi il concetto dominante nella parte anteriore della cattedrale comasca, l'ossatura dell'edilizio e l'interno della grande navata, o manico della croce : la cui maestosa ed armonica semplicità forma la gloria principale di questo modesto quanto valoroso artista.
Sospesi, nel 110;!, i lavori del Duomo di Como, per torbidi avvenuti nella città — che aveva voluto sottrarsi alla signoria viscontea ed era ricaduta nelle discordie interne — non fu concessa licenza, dopo molte angherie imposte dal duca Filippo Maria Visconti, di riprendere i lavori, se non nel 1 LIO; e questi ricominciarono appunto il 10 febbraio ili quell'anno, colla nomina ad ingegnere architetto del Maestro Pietro ila Pregia, ]iresso Como. Da questo momento la fabbrica, a cui tendevano i più vivi desideri della citta ebbe — ad onta delle continue taccagnerie ed ostilità della Corte ducale di Milano — un vigoroso impulso. Maestro Pietro da Pregia dovette rimediare innanzi tutto ai guasti cagionati dal passato abbandono, restaurando i pilastri maestosi e le arcate lasciate da Lorenzo degli Spazi, alle (piali egli aggiunse le due anteriori, di proporzioni non ugnali alle precedenti: licenza che egli si prese per soddisfare alle esigenze. della località, avendo voluto l'architetto < contenere il piano della facciata in giusto squadro con il palazzo della lìagione e colla torre della fortezza, e distendere ed unire sotto una sola linea i Ire monumenti che più ornano la città di Como.....>.
A questo Pietro da Pregia, detto pure Pregino, che già aveva lavorato in Como a riattare la fortificazione del Paradello, al rifacimento del Proietto o palazzo della Ragione nomo di gran talento e nominato con patente del Pi marzo 1433 dal duca Filippo Maria Visconti, ingegnere ducale — spetta indubbiamente l'onore del concepimento della facciata del Duomo di Como, che erroneamente fu attribuita ad altri, il Bramante di Urbino compreso. Ma, considerato questo gioiello specialissimo d'architettura insieme a quello a cui è maggiormente attaccato il nome del grande Urbinate, si rileva tosto l'errore grossolano di siffatta asserzione. — Altri, seguendo la traccia del De Pagani, attribuisce la facciata del Duomo a Tommaso de'Rodali: ma il Merzario dimostra che, ove ciò fosse, data l'epoca della morte di questo valente artefice, e dato il periodo presumibile in parte ed in parte accertato, nel quale i lavori d'essa facciata furono eseguiti, il lìodari avrebbe dovuto attendervi dall'età di 3 anni ! — Parimente in errore caddero, secondo l'opinione del Merzario — convalidata da solide argomentazioni e da documenti — il C'eresole ed il Calvi, nell'attribnire il sottile e fantastico disegno della facciata del Duomo comasco ad un Luchino di Milano, che, per compiere tale lavoro, avrebbe dovuto essere certamente uomo di merito superiore. Ora ciò non appare, nò dai fatti suoi, nò dalla paga, colla quale le sue fatiche vennero rimunerate, dalla fabbriceria del Duomo di Como. — Luchino di Milano appare nei lavori del Duomo di Como nel 11 Sò nella semplice qualità di maestro, o capo muratore, o imprenditore di un dato lavoro murario; non quale architetto ed ingegnere. Nei registri che