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l'arte Seconda — Alta Italia
nel sangue lo scandalo enorme. La taglia ed il bando furono mantenuti per l'Osio; ed il bravo clic lo ricettava, per buscarsi la primi e sfuggire alle comminatorie del secondo, uu liei giorno consegnò il padrone ai famuli del tribunale.
L'Osio dopo aver subito la tortura ed un lungo giudizio fu suppliziato; le sue case, per ordine del Senato, furono atterrate, e nel luogo ove esse sorgevano fu eretta una colonna infame con una statua della Giustizia a memoria del fatto. La colonna e la statua vennero poco appresso, con decreto del Senato medesimo, tolte, perchè si compress (die tornavano pio a danno e scandalo del convento (die a spauracchio dei malvagi. L'area fu riacquistata da un fratello dell'Osio stesso, coll'obbligo di non rifabbricarvi più sopra ; indi fu venduta dagli Osio ai Recalcati, che vi fecero un giardino.
La monaca Virginia Maria de Leyva, dopo una serie di avventurose vicende a Firenze ed a Venezia, arrestata, venne ricondotta a Monza, ove sottoposta a severa disciplina, tini ì suoi giorni, dicono gli storici, in esemplare e meravigliosa penitenza.
Nelle vicinanze (lei convento si notano ancora due a icoli, portanti l'uno il nome degli Osio, e l'altro la designazione di vicolo della Signora.
L'Ospedale Civico. — Antica e pietosa è la tradizione dell'assistenza pubblica in Monza, che fin dal 709 possedeva 1111 ospedale per gli infermi fondato dal diacono fìarione presso la chiesa di San Salvatore e Fedele. Altro ospizio, di cui si ha notizia in Monza, avanti il mille, è quello di Ottavio, detto anche di San Cristoforo. Inoltre ospizi, più che per inalati, per pellegrini, erano quelli presso le chiese allora esistenti di San Donato e di San Lorenzo: e più famoso ancora fu quello di San Biagio presso la chiesa omonima che diede nome alla porta ed al sobborgo occidentale della città.
Ma chi dotò la città di 1111 vero e regolare istituto di assistenza per gli ammalati poveri 0 derelitti fu il monzese Gerardo dei Tintori, nato da nobile famiglia e di ricco censo, che infiammato da ini ardente altruismo, mise sè stesso ed ogni sua fortuna a beneficio dei poveri, dei quali egli 111 persona si fece servo, soccorri!ore, assistente nelle più pericolose e ripugnanti malattie.
Lo zelo messo nella sua filantropica missione non toglieva al buon Gerardo dei Tintori il senso pratico delle cose; e fondato il suo ospedale ed assicuratane la esistenza con buona parte del suo patrimonio, stabilì che l'amministrazione e la rappresentanza del nascente istituto spettassero di diritto al Connine di Monza — contrariamente all'uso allora invalso, di affidare l'amministrazione degli Ospedali e d'altri luoghi pìi ad ecclesiastici, siccome era massima imperante di diritto canonico. In questo Gerardo dei Tintori fu bene esplicito : Avocatìam ipsins Uspitalis — scrisse nell'atto di fondazione B~ habcrc debeat ìpsum Comune Modoetiae.
11 capitolo dei canonici, accampando la ragione del proprio jus, più tardi stese la mano su quell'amministrazione, ma per poco la tenne, poiché il Comune seppe rivendicare ì proprii diritti inscrivendoli solennemente negli statuti della città approvati da Azzone Visconti. D'allora l'Ospedale civico di Monza, arricchito di sempre nuovi lasciti e privilegi, fu cosa pertinente al Comune, che, nel 1500, ne affidò la direzione agli Umiliati di San Bernardo 0 del Convento, 1 quali già esercitavano e con molta lode un altro ospedale nella stessa città. Soppresso quell'Ordine nel 177G, l'Ospedale civico, coi suoi benefizi ritornò all'antica sede presso il Lambro; sede nei rivolgimenti riformatori, politici ed amministrativi di quella fine di secolo più volte mutata, finché nel 1810 11011 s'installò nell'attuale locale, che è il palazzo del soppresso Seminario di Monza — costrutto nel 1757 su disegni del l'archi tetto milanese Giuseppe Merli — diventato prima proprietà Dugnani e da questa famiglia venduto all'amministrazione dell'Ospedale monzese.
Attualmente contiene 120 letti, con una media di 91 degenti giornalieri, tra maschi e femmine con prevalenza per queste ultime. È dotato di un ricco armamentario anche