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l'arte Seconda — Alta Italia
Il ponte più antico dì cui si abbia memoria, e che sebbene, alquanto riformato, ancora esista mostrando le linee dell'antica struttura, è quello nella parte superiore della città, detto di San Gerardo o delle Grazie, mettente nelle vicinanze dell'Ospizio fondato da quell'antico filantropo monzese. È a tre archi, e fu eretto nel 1215.
Il ponte detto d'Arena, perchè metteva al sobborgo — ora parte orientale della città — così denominato, sorse sul luogo stesso ov'è l'attuale ampio ponte dei Leoni, prima, del 1329; così almeno afferma il Campino, altro fra gli accurati storiografi monzesi. Fu più volte ristaurato. In origine, quando cioè il Lambro non era, com'è, oggi, contenuto da solide arginature, contava sci archi, ridotti poi fino a tre — con due aperture sui piloni — man mano che si incanalava e restringeva l'alveo del fiume. Nel mezzo del parapetto, la compagnia degli artiglieri residenti in Monza, eresse una statua di San Giovanni Nepomuceno, inaugurata il 28 giugno 1724, con strepitosa festa di cannonate e mortaretti, fuochi artificiali e musiche, e benedetta in pompa magna da monsignor Giovanni Lezzeno, abate mitrato del borgo d'Arena.
Il vecchio pone d'Arena fu demolito e surrogato dall'attuale e relativamente monumentale ponte dei Leoni, tra il settembre 1838 ed il 1810, perchè rimanesse memoria duratura della incoronazione di Ferdinando I d'Austria e della sua venuta in Monza colla moglie Maria Carolina di Savoia, figlia a Vittorio Emanuele I. In quel torno comprovasi anche la strada militare tra Milano, la Valtellina ed il Titolo per Lecco, strada che attraversava in parte Monza, onde fu ritenuta cosa assai opportuna la costruzione del nuovo ponte. Ne diede i disegni l'ingegnere Caìmì: ne fu costruttore il capomastro Lardelli, e l'opera, compresi i quattro leoni di marmo scolpiti dal Tan-tardine, allora all'inizio della sua carriera, ed i reliquati del ponte demolito importò lire 71,433, concorrendovi per una parte anche il Comune. La via immettente al ponte, l>er l'occasione rettificata e rinnovata, fu detta allora Ferdinantlea ; dopo il 1849 si chiamò via Francesco Giuseppe ed ora è via Vittorio Emanuele.
Altro ponte, sotto il Castello, metteva in comunicazione la città coll'uinile borgata di Piodo. Era un ponte antichissimo, intorno al quale si ha nell'Archivio di Stato dì Milano, documento assai curioso, la seguente lettera mandata da Francesco Sforza, al castellano di Monza, il 18 agosto 1460; < Ilavemo inteso che già bon tempo fa cliel
< ponte de Piodo quale è sopra el Lambro et sotto quello nostro Castello, è stato
< guasto in modo che non si è possuto uè può al presente usare, secondo se usava « prima che fosse guasto, di che ne meravigliamo che non glie abbiate fatta far provvi-« sione fino ad ino, per quelli homiiii ali quali tocca acconzarlo; pertanto ve comettiamo
< et volemo che receputa questa dobbiate fare comandamento et strengerc (lieti limami i ad reconzarlo, in modo che tanto quando l'acqua eresse, quanto quando ella è bassa se « possa liberamente et senza suspecto de mina usar. — Mediolani die VIII Augusti 1460.
< Aquilanus — Ciclius Ora il ponte di Piodo è sostituito da altro a travata metallica, sul quale corre anche la tramvia a vapore Milano-Monza.
11 ponte detto Nuovo, fu gettato ne! 1334 nell'occasione che Azzone Visconti ordinava la erezione della nuova cinta di mura; non aveva in origine parapetti; ina poi, oltre di questi, e per concessione di Francesco de Levva, nel 1582 si aggiunsero due alte muraglie, per impedire che i passanti guardassero nell'ortaglia o giardino del vicino convento dei Barnabiti; muraglie che furono più tardi e molto opportunamente demolite.
Si cita infine il ponte delle Grazie Vecchie, opera del secolo XV. rifabbricato ed ampliato nel 1685, su disegno di Carlo Francesco Duri ni.
Il Moxastf.ro della Signora. - Nella parte orientale della città, fra il Lambro ed il Lambrette, in un isolato che non è molto discosto dalla porta di (irà, sorgono la chiesa e gli edilizi — ora assai trasformati — di quel monastero detto della Signora, al quale i Promessi Sposi di Manzoni diedero grande celebrità, ed intorno al quale per