Monza
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prosperità dei Comuni italiani. Eri infatti, il Canti! ed altri storici sono tentati a credere, che all'erezione di questo palazzo si riferisca la lapide esistente sulla porta ilei palazzo Pretorio a questo contigua; lapide cosi concepita: — MCCLXA ,\ /// !>e mense Jitni!..... In retjimine itobilìs et putenti militi IMi Pecri vicbt'obitisgateslates bunji de Modoetia factum fuit hoc opus.
Nella prima metà del nostro secolo fu questione se tale edifìcio dovesse demolirsi per rendere più ampia la piazza circostante; ma l'agitazione prodottasi nei cittadini, teneri delle patrie glorie, dissuase 1 demolitori dal loro proposito, ed oggi 1' Yrengario o Proletto, è dai buoni Monzesi guardato con affettuosa compiacenza, come quel monumento che più d'ogni altro rammenta i fasti del loro Connine, la loro vita attiva di liben cittadini, quando tutta Europa era ancor serva di dure tirannidi feudali.
La Porta di Grà. — Altro monumento che in Monza parla del libero Contrae è la già accennata porta di Agrate, ora detta dei Gradi o di Grà. sul Lainbro; avanzo della seconda cerchia delle mura nionzasclie. È un massiccio torrione merlato, sul quale si vedono ancora gli incavi per le saracinesche ed il ponte levatoio. Nell'interno di quel fortilizio, ove prima stipavansi gli armigeri di guardia, ha messo i suoi banchi una fruttivendola.
Le antiche cronache fanno cenno di varie porte esistenti in Monza; la notizia più antica che si abbia di tali porte è data da un atto ili permuta del 2 giugno 1003, riportato e commentato dal Frisi, nel quale è fatto cenno di una casa, non molto lungi dalla porta: < quae vocator Carnaria >. Non è accertata I ubicazione di questa porta Carmina; il Frisi la inette nelle vicinanze del palazzo di Teodorico o di Teodolinda: ma tra l'uno e l'altro luogo non è piccola differenza. Essa sorgeva vicino ad un castello, detto Nuovo, ma che naturalmente non fu quello eretto nel lh25 da Galeazzo 1 Visconti, nel rialzo che ora domina la spianata della stazione ferroviaria, presso alla demolita porta di Milano. La quale, secondo il Cantù, portava un bassorilievo rappresentante la Vergine che, accoglieva sotto l'ampio suo manto i cittadini di Monza, tolto dall'antica porta Car-naria. Anton de Leyva, uno degli uomini alla Lombardia più infausti che ricordi il secolo XVI, avuta Monza in feudo da Carlo V, suo padrone, e stabilitosi nel castello visconteo, che era presso quella porta, sovrappose al bassorilievo della Madonna gli ampollosi stemmi della sua famiglia. Questa porta di Milano, demolita col grande rinnovamento edilizio compiutosi in Monza negli ultimi trent'anni, era compresa nel secondo giro delle mura che Azzone Visconti consentì al Comune ili Monza di erigersi; opera cominciata nell'anno 1333, essendo podestà di Monza Martin Liprandi, il quale, poco tempo prima, insieme al fratello l'inaila, aveva difesa strenuamente la città contro gli assalti di Lodovico il Pavaro. Tali mura, secondo ii Morivi a. misuravano 4730 braccia.
Altre porte menzionate negli antichi documenti monzesi sono : la Pattifreda, la porta de l 'Imo, la porta Regina, la porta de Carrobiolo {Quudrumvioluni). la porta ili Lodi (che potrebbe anche essere quella di Agrate o di Grà), la porta ile fietrw.'—«uHft ubicazione e trasformazione delle quali si sono discretamente accapigliati per il passato gli storici ed eruditi monzesi.
Un avanzo di un'antica porta, e forse del primo recinto delle mura inonzasche, si può ancor vedere nel vicolo Torre, fra il Lambro ed il Duomo, con un piazzaletto fiancheggiato da case del secolo XIII, abbastanza ben conservate e l'istaurate, formante ora un pittoresco motivo niedioevale.
1 Ponti. — E pure antica in Monza la tradizione dei ponti, eretti per passare danna parte all'altra del Lambro, (die forse anticamente aveva maggior volume d'acqua e corso più rapido di quello che oggi non abbia, ridotto com'è — dalle molteplici sottrazioni a beneficio della industria e della agricoltura — in Monza, nel suo corso superiore, ad una morta gora, con poca acqua e per Io più di colore inqualificabile.
CI — l.a fu (ria, voi. II.