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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Milano
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 547

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   /l'JO
   l'arte Seconda — Alta Italia
   luogo, e, a detta del Frisi, vi si conservò per molti secoli, in certe ricorrenze, l'uso delle agapi, o cene fraterne.
   Un elegantissimo modello dell'arte gotico-lombarda è la chiesa di Santa Maria in Istrada (fig. 136), sulla via d'Italia. Fu eretta nel 1357, sui disegni di un Àmbrosiolo da Milano, che, a giudicare da quest'opera, dovette essere artista assai valente, ma del quale non si conoscono altri lavori. L'erezione di questa chiesa è dovuta alla demolizione di altra esistente in località vicina, ma abbattuta nell'occasione in cui Galeazzo I Visconti fece erigere il castello o rocca di Monza, colle relative orribili prigioni dette i Fornì, da lui stesso per alcun tempo sperimentate. Ciò che questa piccola chiesa ha di veramente meraviglioso è la parte superiore della facciata: un finissimo merletto in terracotta, a detta di molti, il più bello e perfetto lavoro in questo genere di cui si abbia esempio in Lombardia. Il rosone centrale è considerato come un capolavoro, tanto n'è il gusto del disegno e la finezza dell'esecuzione. I rista uri compiuti nel 1870, nella parte inferiore della chiesa, furono condotti con arte insufficiente, onde troppo sensibile è per chi osserva la differenza tra la perfezione della parte superiore e le indotte riappiccicature della parte inferiore. Nell'interno, più volte rimodernato, nulla di notevole.
   Due chiese del periodo gotico, scialbamente rimodernate, sono quella di San Pietro Martire, già dei Domenicani — alla quale ora si sta rifacendo, per oblazioni pubbliche, il campanile in istile gotico-lombardo del secolo XIV — e quella di S. Maria al Carrobbio che fu degli Umiliati indi dei Barnabiti e nella quale sono specialmente da notarsi, guardandola dal vicino Lambro, la parte posteriore, che anticamente fu la facciata, ed il campanile in buonissimo stile lombardo. Notevole è pure l'avanzo della facciata dell'antica chiesa di Sant'Andrea fatta fabbricare da Barbarossa a spese dei contadini delle undici pievi milanesi, ma secondo il Giubili, sfrondante questa leggenda, dal podestà Pietro Visconti. Altre chiese, ora demolite, ma di cui si serba memoria in Monza, per ricordi artistici o pàtri!, sono quelle di San Maurizio, buon modello architettonico del secolo XV, demolita per far posto al palazzo della Sotto-Prefettura ; la chiesa di San Salvatore, fondata nel 709 per testamento di Gradone Diacono, figlio di Semplicio, ed altri oratori! minori.
   Del secolo barocco esistono in Monza la rotonda di San Gregorio, al cimitero civico, dovuta al Pellegrini; la chiesa del convento della Signora, di cui parleremo in appresso. Fra le moderne ricorderemo la piccola, ma elegante chiesa di Santa Maria alle Grazie, eretta nel 1811, con disegni dell'architetto Amati, monzese; la nuova grandiosa chiesa di San Geranio dei Tintori, patrono della città, che quivi fondò nel 1174 il primo ospedale per gli infermi ed altri luoghi pii. Questa chiesa, della quale diede i diiegni l'architetto Moraglia, fu cominciata nel 1836. Sorge sul luogo dove fin dal 956 trovavasi una chiesuola dedicata a Sant'Ambrogio prima, e poscia a San Gerardo, sulla sponda sinistra del Lambro. La pianta n' è in forma di croce latina rialzata sopra uno stilobate con colonne d'ordine corinzio ed una gran cupola a calotta emisferica. Ma nel complesso questa chiesa, troppo moderna ed accademica, non produce grande impressione nel visitatore, che ha ancor l'animo scosso dalle sensazioni e dai pensieri suscitatigli dalla basilica Teodolindea, tanto all'interno che all'esterno e dalla elegantissima facciata di Santa Maria in Istrada.
   L'Arengario (figg. 137-138). — Di tutti i monumenti civili esistenti in Monza, il più caratteristico ed importante è quello conosciuto col nome di Arengario o palazzo del Comune, ora sede del Tribuna] civile e penale. Si trova questo palazzo nel centro virtuale della città, al quadrivio, cioè, delle vie di Milano, di Lecco, di Como e della Brianza; 11011 lungi dal Duomo» dal Lambro, nella parte più centrale della vecchia città. Questa singolare fabbrica, la quale colla severa eleganza delle sue proporzioni