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l'arte Seconda — Alta Italia
maggiore (fig. 135): le fu assegnata, nella metà di settembre, una festa speciale, nella quale essa viene esposta all'adorazione del popolo e portata in processione per la città. Ciò per il carattere religioso attribuito a questo raro cercliio, del quale i buoni Monzesi vanno tanto orgogliosi.
Quanto alla parte archeologica e storica la Corona di Monza si presta a ben maggiori e più interessanti considerazioni.
Che la Corona ferrea sia stata donata, insieme alle altre, dalla regina Teodolinda alla prediletta sua basilica di San Giovanni in Monza è ormai ammesso per tradizione, contro la quale non si hanno documenti sufficienti ad invalidarla; mentre, a confermarla, starebbe l'antichissimo — quasi longobardico — bassorilievo della lunetta della porta maggiore, nel quale sono rappresentate, coi doni fatti dalla regina Teodolinda alla basilica, le quattro famose corone da questa possedute fino al tempo della spogliazione di Bertliier. Il lavoro di orificeria in stile prettamente bizantino la fa supporre, se non venuta direttamente da Costantinopoli — cosa non difficile, date le continue relazioni clic allora esistevano fra quella città e l'Italia, per l'Esarcato di Ravenna e le ben riconosciute attitudini commerciali dei Greci — lavorata da artefici greci esistenti in Italia. La rassomiglianza sua ad alcuni particolari dell'altare di Volvinio in Sant'Ambrogio potrebbe provare due cose : o che fu riparata ed abbellita da Volvinio, o che servì a Volvinio di modello per certi motivi ornamentali, e per gli smalti del suo altare famoso.
È infondato — e già ne abbiamo fatto cenno altrove — che questa come le altre corone del tesoro monzese o Flaviano, servisse all'incoronazione dei re longobardi. 1 re di questa nazione non si incoronavano.
Paolo Diacono e quanti altri storici sincroni, o quasi, trattarono della nazione longobarda non fecero inai cenno di siffatta cerimonia, istituita per la dignità imperiale in Italia, in Roma, anzi, da Carlo Magno, il debellatore della potenza longobarda. Di più aggiungeremo, per incidenza, che Paolo Diacono, parlando delle corone donate da Teodolinda alla basilica di San Giovanni in Monza, non fa alcun cenno, oltre che dell'incoronazione, del Sacro Chiodo: prova questa che tale leggenda peranco non esisteva: poiché altrimenti 110 avrebbe tratto partito per magnificare di più la sua regina, per la tanto preziosa reliquia da essa posseduta e donata alla chiesa di Monza.
Nessuna incoronazione e nessun accenno alla leggenda del Chiodo durante il periodo longobardo. A che servivano dunque questa e le altre corone? Semplicemente erano degli ex-voto: se ne ornavano gli altari e si sospendevano, durante le solenni cerimonie, sopra il tabernacolo. Nò, per le autorevoli affermazioni oppugnanti le favole e le amplificazioni leggendarie dell'annalista monzasco Buonincontro Morigia, si può dire che con questa Corona si proclamassero re d'Italia gli imperatori ed i re Eranchi. Nessuno di questi cingendo la corona imperiale in Roma ed assumendo contemporaneamente il titolo di re d'Italia cinse mai, in Milano od in Monza, la Corona ferrea. Nessun storico monzasco fa cenno di uu fatto simile: soltanto qualche secolo dopo il citato Morigia si fece propagatore d'una simile leggenda, affermando che anche Carlo Magno cinse la Corona di ferro.
Sembra invece, e con maggiore fondamento di verità, che la serie delle redimizioni fatte colla Corona ferrea sia cominciata da Berengario I, duca del Friuli, quando, nell'SSS, allo sfasciarsi della dinastia carolingia, si proclamò re d'Italia; sembrano anche accertate le incoronazioni di Ottone III, nel 995 (che si vorrebbe rappresentata dalla famosa tavola detta dell'Incoronazione, già da noi descritta), poi quella di Enrico III, nel 101(1. Ma la prima, storicamente con sicurezza di prove accertata, è l'incoronazione di Arrigo IV, nel 10Sl;dopo essi vennero Corrado II, Lotario III, Federigo Barbarossa nel 1156; Arrigo VI (11S6 in Sant'Ambrogio di Milano), Ottone IV. Di Federigo II, in guerra continua colle città lombarde e con Milano in ispecie, non consta che cingesse la Corona ferrea. Arrigo VII di Lussemburgo, chiamato dai Ghibellini, e da questi accolto