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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Milano
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 547

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Monza 401
   vedesi aurora la lapide della sua tomba, così concepita: ìlic. jacet magnus iìlc edificati»- (teiffl/W, magister IVatlieus de Campilimio ijtiì Inijns saerosanctae eecìesiae fatiem edi/ìcarit erangelistariurn ac ha pt isterilì ni, qui obiit anno Domini MCCCLXXXXVJ Die XXI111 mentis vtaji. Una
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   al tempo, ben scolpita, che si t^r/^^pp' ' »'>.ffiffi osserva sulla punta dell'arco acuto della finestra bifora a si-nistra, è per tradizione — non
   ismentita da alcun documento, -^Hh ' ; ..?
   ma convalidata anzi dall'usanza fmr^ '•'
   che allora era negli artisti di —iì '••• jP^J^m
   ritrarsi, come meglio riesci va / .y^^^y^gBp^^Bfò^K^^S^ iTr~.
   in qualche figura o statua della :I(iiÈ£vÉWéwS^^^^Ì^S^^&e^^s^
   loro opera indicata quale ritratto del valentissimo maestro comacino Matteo da Campione (Hg. 120).
   Il campanile sorgente sul lato sinistro della facciata è pregiata opera di Pellegrino Pellegrini de'Tebaldi, che tenne lo scettro dell'arte nel periodo dei Porroinei. Fu cominciato nel 1592 e terminato nel 1G0G. Per quanto completamente discordante collo stile della facciata, è per se stesso un bellissimo pezzo architettonico. Mi- ----.........I, J. J^MB
   sura 85 metri in altezza e lo si * ' * '
   vede da grande distanza, tanto l'ig 120. — Monza (Duomo): Finestra col ritratto dì Ha liei dalle pianure che dai circostanti ,la Campione (da fotografia di Bianchi).
   colli briantei. I paesani della
   regione, per distinguerlo da ogni altro, lo chiamano il grondone di Monza. Un incendio nel 1710 lo danneggiò assai insieme alle Campania; restaurato, al vecchio concerto ne fu sostituito un nuovo di bellissimo accordo e del peso, dicono le memorie locali, di 1392 rabbi, vale a dire chilogrammi 11,150 circa.
   L'interno del duomo di Monza, almeno per la parte decorativa, non corrisponde, a primo aspetto, alt impressione elevata di vero godimento artistico che si riceve dalla contemplazione della bella maestosa facciata. L'arte barocca, e non del miglior genere, ha guastato, ha rotto la tranquilla semplicità che un tempo doveva spirare dalle larghe navate dell'antico tempio di Teodolinda. Gli stucchi e le pitture barocche, che coprono gran parte della vòlta e le cappelle laterali tutte del duomo di Monza, per quanto dovute a buoni artisti del seicento, rimpiccioliscono la slanciata eleganza della vòlta a pieno centro e danno all'osservatore un senso di fastidiosa pesantezza. Giustizia vuole però, che si dica che quelle pitture, assai danneggiate dal tempo ed un po' anche dall'incuria, sono: nelle cappelle, di Ercole Procaccini e del Montalto; quelle delle vòlte del non meno secentista e barocco cavalier Bianchi. Prima di costoro però aveva dipinto in San Giovanni. Bernardino Luino, del quale mostrasi ancora un San (lerardo, di bellissima espressione, su un pilastro presso il presbiterio. Nelle cappelle si mostrano quadri di buona scuola, se non autenticati, come una Cena in Kmans, attribuita al Nuvolone ed