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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Milano
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 547

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   /l'JO
   l'arte Seconda — Alta Italia
   Ciri giunge a Monza por ferrovia, sia da Milano che dalle linee di Como, di Lecco, o chi vi giunge col tram a cavalli, per il bellissimo stradone di Sesto San Giovanni e Loreto, entrando in città, per il magnifico ed ampio corso d'Italia, ne prova l'impressione più lieta e gradevole.
   Bella la stazione ferroviaria, di recente costruzione, rendente in modello ridotto le linee della stazione centrale di Milano; essa ha sostituito l'antica stazione, alla quale faceva capo il primo tronco di ferrovia apertosi in Lombardia o per meglio dire nell'Italia superiore, il tronco cioè Milano-Monza, inaugurato il 17 agosto 1840.
   Belle case, grandiosi opifici, palazzi signorili di recente costruzione, fiancheggiano il corso d'Italia, fino al luogo dell'antica porta Milano, ove la via si restringe ed il nucleo delle fabbriche prende maggior compattezza e l'aspetto caratteristico di questa bella città lombarda, piena d'animazione, di vita, di rumore: dalle case, coi balconi sporgenti, a ringhiere, a balaustrate barocche, ad ornati in calcinaccio ed in pietra scolpita, od in cotto — più o meno lontanamente ricordanti ancora le maniere del periodo di dominazione spagnuola e quella del settecento — dalle ricche botteghe, dai magazzini colmi di mercanzie, di stoffe, di civarie, fra cui le ghiotte confezioni delle carni suine, industria, in Monza, prospera e famosa.
   Bellissime vie sono nella Monza moderna, oltre il corso d'Italia già detto, la via Vittorio Emanuele, la via Roma, il corso Lecco, la via Azzone Visconti, la via Aliprandi, ed altre di minore importanza, ma non meno pulite, ed adorne di bei fabbricati, di veri palazzi, di case signorili, con giardini e sfondi pittoreschi.
   Monza ha pure alcune belle, spaziose piazze, tra le quali citiamo innanzi tutto quella prospiciente il suo duomo monumentale: quella dell'antico Broletto ; la piazza del Mercato, una delle più spaziose che si conoscano, nella quale ogni giovedì si tiene mercato di bestiame, di formaggi, di granaglie e di foraggi, ed ogni anno dal 21 al 24 giugno la fiera di San Giovanni, una delle più famose e frequentate fiere di Lombardia. Nel piazzale che è sulla destra del Lambro presso il ponte dei Leoni sorge, sopra un semplice zoccolo di granito, una robusta statua di Giuseppe Garibaldi scolpita con vigoroso intuito del vero da Ernesto Bazzaro di Milano; nella facciata di una casa prospiciente è una lapide, con medaglione commemorativo a Benedetto Cairoli, che da quel luogo colla onesta e calda parola ch'eragli propria, salutò primo il 3 giugno 188G lo scoprimento della statua che i patrioti monzesi vollero eretta al duce dei Mille. Al fondo della via Roma che mette nel gran piazzale alberato prospiciente alla villa Reale, piazzale fiancheggiato da palazzine e ville elegantissime, sorge il monumento in inarmo di Vittorio Emanuele II, di effetto meno riuscito del precedente, eseguito dallo scultore Grippa, di Monza, ed inaugurato il 1G settembre 1S78.
   Fu questo il primo fra i monumenti eretti alla memoria di Vittorio Emanuele in Italia.
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   La Basilica di San Giovanni o Duomo (fig. 124). — Il monumento più ragguardevole di Monza, e che può stare fra i più importanti d'Italia, è la basilica di San Giovanni, o Duomo, come più brevemente è chiamato in luogo. Dando fede — nè vi sarebbe ragione per non farlo — a Paolo Diacono, lo storico nazionale ed affettuoso dei Longobardi, apprendiamo che questo insigne tempio fu eretto nello scorcio del secolo VI, per volontà ed a spese della piissima regina Teodolinda, la quale, nell'anno 603, vi fece battezzare il figliuolo suo Adaloaldo. Paolo Diacono afferma «che la regina volle eretto quel tempio nella vicinanza del palazzo che in Monza, per bisogno di quiete, di raccoglimento e di riposo si era fatto costruire per sè, per il figliuolo, per la figlia sua, affinchè S. Giovanni fosse intercessore presso l'Onnipotente per tutti i Longobardi italici ». Il pontefice S. Gregorio Magno approvò e plaudì all'opera della pia regina, accordando alla nuova chiesa importanti privilegi e mandandole reliquie di martiri e (li santi tolti dalle