Mandamenti e Comuni del Circondario di Monza 5,11
Ccnxo storico. — Fomhio è luogo (li una corta antichità, ricordato nello cronache del Comune di Lodi, dal quale fu sempre dipendente. In Fouibio, il 18 inaggio 1790, avvenne il primo fatto d'arine dei Francesi in Lombardia, Il generale austriaco Liptay, che tentava d'impedire la marcia di Bonaparte su Lodi e Milano, vi fu sconfitto, lasciando tra morti, feriti e prigionieri circa 4000 uomini fuori di combattimento. Dopo il successo di Fomhio i Soldati della rivoluzione, ebbero, si può dire, incontrastata la via fino a Lodi e Milano.
Coli, elett. Codogno — Dioc. Lodi — P2 T. e Str. ferr. a Codogno.
Guardamigho (240t ab.). — Questo Comune si stende col suo territorio lungo la strada da Lodi a Piacenza, tra il canale della Mortizza ed il Po. La regione è assai bassa, acquitrinosa e melanconica, tutta messa a cereali, praterie e vigneti. Nessuna industria in luogo che non abbia attinenza coll'agricoltura, come nulla d'interessante havvi nel paese capoluogo e nelle piccole frazioni che completino il Comune dal punto di vista artistico.
Cenilo storico. Il territorio di Guardamiglio è fra quelli che anticamente Piacenza possedeva sulla sponda sinistra del Po.
Coli, elett. Codogno — Dioc. Lodi — P2 T. e Str. ferr. a Codogno.
Maecastorna (412 ab.). — Piccolissimo Comune della bassa padana sulla riva destra dell'Adda, a poca distanza dalla sua foce nel Po. Il territorio basso, acquitrinoso, solcato da canali e fossati è messo a praterie e cereali. 11 paese di Maecastorna nulla offre d'interessante aU'infuori dello storico e celebre suo castello.
Coli, elett. Codogno — Dioc. Lodi — P2 T. a Maleo, Str. ferr. ad Acquanegra Cremonese.
Castello di Maecastorna (fig. 123).
E fra i castelli antichi e celebri di Lombardia, ed è ancora oggi uno dei meglio conservati e pili interessanti. Le sue origini risalgono al periodo feudale, ma la sua celebrità comincia dal periodo delle guerre comunali per toccare l'apogeo in quello successivo delle fazioni guelfe e ghibelline- e delle conseguenti signorie. Già famoso per la carneficina dei Ghibellini cremonesi e lodigiani, avvenutavi nel 1270, Luchino Visconti, a rassicurarsi il dominio da quella parte contro gli attentati della guelfa Cremona, se ne impadronì di sorpresa e lo diede in custodia ad un suo fidato della famiglia Bevilacqua. Ma, poco stante, Cario Cavale,abò, signore di Cremona, lo fece occupare dalle armi del suo alleato e congiunto Giovanni Vignati signore di Lodi, e poscia da Cabrino Fornitilo, capitano di ventura dei più arditi e rapaci del tempo. Costui, reputatosi signore dispotico del luogo, lo fece ampliare e restaurare e gli diede quella forma più regolare, quadrata ed agguerrita che oggi ancora in massima parte conserva. Ad abbellirne gli appartamenti interni, il Cabrino fece venire artefici di valore, fra cui Polidoro Casella, pittore cremonese assai riputato in quel tempo. Rimesso il castello a nuovo, Cabrino Fornitilo, sempre più ritenendosene padrone assoluto o meditando in quella giunta ambiziosi disegni su Cremona ai danni dell'aulico Carlo Cavalcai»), pensò di procurarsi, con maritaggi, utili alleanze e danari, onde, scelta Giustina dei conti Rossi ili San Secondo, la condusse, con feste rimaste famose, sposa al castello di Maccastorna. Vi furono in quella circostanza feste, giostre, corte bandita, con intervento di popolo e di signori da Lodi, da Cremona, da Piacenza e da Milano. Ma la sposa gli morì presto: e dopo poco più d'un armo di vedovanza, nel 1400, il Cabrino condusse con altre pompe in Maceastorna una sposa novella, Pomina Gavazzi della Somaglia, figlia dì Famulo, decurione di Milano, clic gii portava in dote 1000 fiorini d'oro — come appare dall'atto rogato dal notaio Lodovico Alprnno, in data 28 gennaio 1400, tuttora esistente nell'Archivio notarile milanese.