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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Milano
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 547

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Lodi
   m
   risorta più bella, vigorosa e libera di prima, alleata ed amica apprezzata dei passati oppressori, dettante all'imperatore i patti della pace memoranda (1183).
   Nel 1185 i Lodigiani rinnovarono il patto d'amicizia coi Milanesi; però nel 1193, causa una contestazione di diritti sulle acque del Lambro, Milanesi e Lodigiani furono nuovamente alle mani con varia fortuna; ma alli 28 dicembre 1198 dell'era comune (1199 dell'éra pisana, secondo la quale Lodi insieme a molte altre città italiane computavano) l'u di nuovo solennemente stabilita la pace sulle basi seguenti: restituzione dei prigionieri, Milano cederebbe a Lodi le terre di Cavacurta, di Montemalo, di San Colombano, Graffignai®, Cogozzo, Val era, Cazziinani, Ganlella, Eoncadello, obbligandosi in pari tempo a far distruggere aspaldi, baltreschi, betifredi ed ogni altra opera di fortificazione nelle terre cedute e coll'obbligo dei Milanesi di non fare più luoghi forti nel Lodigiano. In compenso Lodi cedeva a Milano le terre di Melegnano, Vighizzolo, Calvenzano ed ogni diritto sulle acque del Lambro. Conchiudeva il trattato la dichiarazione dei contraenti di aiutarsi reciprocamente e di far prosperare i rispettivi commerci, ili mantenere libere le comunicazioni per acqua e per terra, far valere i loro diritti e conservare inviolabili ì patti di quella pace, che ogni cinque anni doveva essere pubblicamente giurata da tutti i cittadini dai 18 ai 60 anni.
   Con questo trattato si chiudeva il periodo delle guerre municipali tra Lodi e Milano, durato per più d'un secolo; ma s'apriva quello delle fazioni interne, che in Lodi, come in tutte le città dell'Italia, nel secolo XIII, scoppiarono violente, irrefrenabili, preparando, pur troppo, fecondo terreno alle signorie del secolo XIV, le quali passo passo avviarono l'Italia alla signoria straniera.
   I conflitti interni in Lodi cominciarono ad accentuarsi, sul bel principio del XIII secolo, fra le famiglie dei Soiuinariva parteggiatiti per la nobiltà, e quelle degli Over-gnaglii che sostenevano le ragioni popolari. Nel 1211 la gara era giunta a tal punto che le due fazioni costituivano due Comuni nel Comune, eleggendo ciascuna un podestà proprio, cioè i Soinmai iva ed i nobili eleggendo Ugo Prealone, milanese, ed i popolani uno degli Overgnagln. Ciascuna delle due parti voleva prevalere e mentre i Comizi erano adunati sì stava per venire alle armi. 11 tatto dello stesso Prealone salvò la situazione ed evito per allora 1111 sanguinoso conflitto, essendosi egli dichiarato disposto a governare la città di conserva coll'Overgnago. I Consoli della città accettarono il partito, e per allora lo spargimento del sangue cittadino fu evitato. Ma alla nuova elezione si fu daccapo, e si giunse al punto che ogni fatto della vita pubblica dava pretesto a battaglie nelle vie tra l'uno e l'altro partito, ad assalti del popolo alle case dei nobili, asserragliate e munite di torri come le fortezze. La lotta terminò colla peggio por gli Overgnaghi, che sopraffatti vennero inviati a Milano, dove subirono una pace umiliante (1226) obbligandosi a 11011 rientrare in Lodi, se non dopo cinque anni e disarmati.
   Nel 1236 l'imperatore Federigo II, irritato dalla ostilità che aveva trovata nella maggior parte della Lombardia, ove i Guelfi erano preponderanti, si scagliò contro Lodi stringendola di un pressantissimo assedio, ed avutala, non rispettando uè tradizioni, né patti, la trattò con estremo rigare, cacciandone i Starnutarmi e gli altri loro partitanti (Guelfi), cui relegò in Puglia, e chiamando gli Overgnaghi, che nel frattempo s'erano dati al ghibellinismo, accordando loro perfino il diritto della zecca; fu in questa circostanza che si coniarono le prime ora rarissime — monete di Lodi. A guarentirsi pel futuro, l'imperatore e gli Overgnaghi, eressero un castello, detto Imperiale, presso alla porta Cremonese nella regione detta di Selva Greca; furono di nuovo riconosciuti i privilegi del Vescovado di Lodi goduti al tempo di Barbarossa, e date al Comune altre prorogativi — nell'intendimento di umiliare ed indebolire sempre più la potenza dei Guelfi, i quali per la maggior parte s'erano ridotti in campagna, tenendo le principali loro famiglie i castelli del contado, come i Fissiragln la Pieve, i Vignati Largano, i Sacchi Brembio, gli Aboni e gli A zza ri altre località. Ma essi, col mezzo dei loro aderenti