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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Milano
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 547

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   .526 Parte Seconda — Alta Italia
   Soltanto nell'anno 11G7, allorché le anni dei Milanesi, dei Bergamaschi, Bresciani. Mantovani, Modenesi, Cremonesi, Ferraresi e Cremaschi collegati assediarono Lodi, per costringerla a lasciar la parte dell'imperatore ed unirsi alla Lega, fu dagli assediarti gettato un ponte di barche sul fiume nelle vicinanze del porto pubblico, dal quale colle petriere ed alti i simili ordigni, dice lo storico Vili anova, gettavano giorno e notte una gran quantità di sassi nella città.
   Un altro ponte di barche fu pia gettato sull1 Adda davanti a Lodi, quando i Lombardi per la seconda volta confederati, sotto il coniando di Napo della Torre, vennero ad assediar Lodi, allora parteggiali te per il nipote di Barba rossa, Federigo II. Di un terzo ponte sull'Acida presso Lodi, anche questo gettato dai Milanesi, si ha notizia nel 1278, quando i Lodigiani, strettisi in lega coi Torriani, furono dai Milanesi, sotto il comando dei Visconti, affrontati
   Di un ponte stabile, in legno però, come quello durato fin quasi ai nostri giorni, sul-l'Adda presso Lodi, si cominciano ad avere notizie nel 1445, quando 1 cronisti, narrando della spaventosa inondazione dell'Adda in quell'anno, affermano che il fiume sorpassò il ponte di Lodi e lo travolse. Fu subito rifatto, e si ha notizia che nel 1521 i Francesi fuggirono da Lodi incalzati sul ponte dell'Adda dagli Spagnuoli.
   Ma il fatto di guerra che rese maggior celebrità al ponte di Lodi, e che si conta fra i più brillanti episodi della storia napoleonica, fu quello del 10 maggio 171)0, allorché il passo di quel ponte venne dai Francesi superato con eroico valore contro la resistenza di 10,000 Austriaci e di due batterie di cannoni. La vittoria di Lodi aprì a Bonaparte le porte di Milano.
   Nei il in t'orni di Lodi o Chiosi, sono parecchie ville signorili, fra le quali va specialmente ricordata la villa Barai. Notevole è pure il nuovo cimitero di Lodi, in istile lombardo antico, non lungi dalla strada romana: è ricco di belli ed artistici monumenti.
   Cenno storico. — Lodi Vecchio. La storia di Lodi va divisa in due periodi ben distinti: la storia cioè di Lodi vecchio e la storia di Lodi minto. Un certo senso di giustizia, diremo così, distributiva, vorrebbe che quanto sì riferisce alla storia della Lodi vecchia fosse legato alla descrizione dell'ormai piccolo Connine che porta ancora questo nome; ina più forti ragioni d'opportunità e di logica fanno siche dalla storia della Lodi nuova 11011 sì possa staccare quella della Lodi vecchia, delle cui tradizioni la nuova città rimase depositaria e continuatriee illustre.
   Le origini di Lodi (vecchio) sono certamente anteriori, e di molto, alla conquista romana e si collegano alle immigrazioni dei popoli primitivi, gli Insubri prima e gli Etruschi poscia, in questa regione. Nel periodo della seconda irruzione gallica, quella che si crede comandata da Belloveso, tra i G00 ed ì 500 anni av. Cristo, sembra che nel tratto di paese circoscritto fra l'Adda, il Lambro, il l'o e l'Addetta, e sulla sponda del piccolo rivo Silero, si stabilisse una colonia di Galli Boj, creandovi un centro dì attività al quale diedero il nome di Alauda da una loro tribù. Plinio, nella sua Storia della Natura (1. in, c. 17), afferma con grande sicurezza, che « ì Boj venuti di qua dall'Alpi fabbricarono Laude. Pompeja >. —- L'aggettivo di Ponipea fu aggiunto al nome latinizzato della antica città dopo la conquista romana, quando Gneo Pompeo Strabone console, restaurata ed abbellita l'antica città, la ammise al diritto romano.
   La cittadinanza romana fu accordata a Laude Pompeja da Giulio Cesare nel terzo anno della sua dittatura, asern emlola alla tribù Pupinia: fatto di cui conservano memoria le lapidi romane raccolte ora nel cortile dell'Ospedale Maggiore di Lodi, trasportatevi da Lodi vecchio. Da queste lapidi, che non sono poche nò poco interessanti, si apprende che in Laude Poiupeia erano stabilite le famiglie romane deiFabj, dei Muzj, dei Valerj, dei Sesti, dei Cornell : che, le terre circostanti prendevano i nomi di Villa Mnziana, Isola Balba (Isella poi, nel medioevo), di Villa Cornelia, di Villa Pompeiana, e via dicendo: