Lodi
Fig. 118. — Lodi: Porla antica di casa in via Poiifcpeja (da fotografia di G. Lobej.
Laudense, di proprietà del Comune, con 22,7G8 volumi, fondata nel 1(349, nella quale si trovano manoscritti, codici ed edizioni rare nonché una pregevole raccolta di ritratti di illustri Lodigiani : due Biblioteche popolari circolanti, con oltre 2500 volumi eaduna.
Popolosi sono » sobborghi (Chiosi) di Lodi, e specialmente quello fuori ili porta d'Adda, lungo la bella strada che da Lodi va a Crema e per Solicino ed Orzinuovi a Brescia. L'Adda scorre iu largo e capriccioso letto, lino a rasentare le mura della città che si vede sorgere su di un rialzo, e quindi fuori di pericolo d'ogni possìbile mondazione. Quivi a pochi passi dalla porta si trova il ponte sull'Adda: rifatto in materiale ed in grandiose proporzioni nel nostro secolo, ma che ha lontane tradizioni nella storia del paese.
Quando i Lodigiani, dopo l'eccidio della loro antica città, si trasferirono sul colle di Eghezzone e di Isella, pensando di rifabbricarvi una nuova Lodi, Federigo Barbarossa che li incoraggiava all'impresa, concesse loro, fra gli altri privilegi, quello dì costiurre ponti sull'Adda e sugli altri fiumi del loro territorio, di riscuoterne i pedaggi e di fare nella posizione della loro città un porto che fosse unico sul fiume pei convogli discendenti ed ascendenti dal Po, accordando ai Lodigiani di navigare per tutte le acque dì Lombardia senza pagare altre gabelle all'ìnfuori di quelle dovute al fisco imperiale: donde ne venne il proverbio durato per secoli, e non ancora in disuso fra i rivieranei dell'Adda e del Po: < Lascialo passare, che è Lodigiani)! >.
Per verità i lodigiani non profittarono molto dì queste larghe ed utili concessioni, e nei primi tempi della loro nuova città non si curarono di gettare il ponte sul fiume per passare all'altra riva, la cosìdetta Cera d'Adda, che sì spinge fin verso Crema.