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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Milano
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 547

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arie Seconda — Alta Italia
   ascendente verso le meraviglie del cinquecento. È pure accertato che questi Antonio e Taddeo da Lodi dipinsero, oltre che in patria, a Padova ed a Bologna : luoghi nei quali Giotto si rese oltre ogni dire famoso. Le pareti di San Francesco, nei tempi della dominazione spagnuola e nei successivi, coperte da scialbe imbiancature si vanno ora, con paziente cura, scrostando, e rivelano ogni giorno, sotto la cadente patina, pregevoli ed interessanti prodotti dell'arte trecentista.
   San Francesco fu per molto tempo sepoltura delle famiglie nobili di Lodi : quivi fu sepolto Antonio Fissiraga quando, morto prigioniero a Milano, i Visconti lo restituirono a Lodi: perciò in questo tempio non mancano nè le tombe, nò le iscrizioni funerarie interessanti la storia locale.
   Altre chiese in Lodi, degne di essere menzionate, sono Sant'Agnese, con una bella facciata gotica, ma l'interno freddamente rimodernato ; San Filippo, tutta affreschi, in istìte barocco, opera del secolo scorso; Santa Maria del Sole e della Maddalena: nella prima delle quali si ammira una gran tela del Rosario dipinta dal Qnaresmi di Lodi e due belle statue del Somaini; nell'altra è venerato 1111 Cristo antichissimo, pel quale i Lodigiani hanno speciale divozione, ed una Via Crucis dipinta dalla milanese Antonietta Bisi; San Lorenzo, con un antichissimo affresco tenuto sotto cristallo, pitture del Piazza e di Bernardino Campi, ed il monumento sepolcrale di Lancellotto Vistarmi. Vi sono inoltre piccole chiese ed oratorii privati u di confraternite, che non mancano di buoni quadri o di qualche pregio architettonico.
   Oltre del palazzo della Municipalità in piazza Maggiore, più sopra descritto, il monumento civile della maggior importanza storica in Lodi è il castello. Sorge, o meglio sorgeva questo antico propugnacolo della città — poiché oggidì non ne rimangono, insieme a due mozzi torrioni, se non dei quasi irriconoscibili avanzi — nella parte occidentale della città, rivolto sì può dire colla fronte verso Milano, la vicina contro cui Lodi teuevasi ognora in sospetto e dalla quale temeva sempre nuove offese-Presso al castello era più larga e profonda la fossa cui divideva il colle ili Eghez-zone, sul quale la nuova città era sorta, dalle vicine bassure. Questa fossa, come lo spalto ed i due torrioni esterni del castello, sono le cose che subito si offrono alla vista di ehi entra in Lodi dalla vicina stazione della ferrovia. Datano dalla metà del secolo XIV ad opera di Bernabò Visconti a maggior sicurezza, non della città, ma del proprio dominio. Don Filippo De Ilario che fu, nel secolo XVII visitatore generale dello Stato di Milano, così lo descrive: « Il castello fabbricatosi (in Lodi) ila Bernabue
   < Visconti, forte d'altissime mura e fossa profonda 11011 lui fianchi et baluardi, ma solo
   < torrioni in un angolo ; è fornito di quattro pezzi d'artillaria, d'alcuni mortali et d'ogni
   < altra ìnunitione. Nonché il circuito è di cencinquanta braccia sopra le mura et sette-
   < cento fuori la fossa >. — È presumibile però che dove Bernabò fece erigere il castello attuale, i Lodigiani avessero il maggior propugnacolo delle mura della loro nuova città. Nel castello di Lodi tennero presidio i Visconti, gli Sforza, i Francesi, gli Spa-gnuoli, gli Austriaci, poi 1 Francesi e gli Austriaci ancora. Provvedutisi indi 1 jjresidl — generalmente di cavalleria favoritavi dall'abbondanza dei foraggi, caratteristica della regione — di più ampie ed adatte caserme, il castello fu ceduto al Municipio che una parte ne spianò per la creazione della nuova barriera d'ingresso alla città dalla stazione ferroviaria e l'altra trasformò ad uso di edilizio scolastico.
   Bellissimo edilizio, di costruzione, si può dire, moderna, il cui diseguo è dovuto al Pientiariili, è l'Ospedale, sulla piazza omonima, di fianco alla già descritta chiesa di San Francesco. L'istituzione dell'Ospedale Maggiore in Lodi data dal 1202, e come quello di Cremona ebbe origine da fra Facio. Lo amministrarono frati e suore della Carità, con mantello nero, tunica azzurra ed una bianca colomba sul petto. Nella