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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Milano
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 547

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   .526
   Parte Seconda — Alta Italia
   11 coro è dipinto dal Campi, buon pittore secentista; gli organi, le cantorie ed i due pulititi, addossati ai pilastri laterali dell'aitar maggiore sono troppo evidentemente del secolo barocco.
   Fra le cose più notevoli e curiose da osservarsi nel Duomo di Lodi è l'antichissimo bassorilievo rappresentante la Coena Domini, murato presso la scalinata che dalla navata minore di destra inette sopra la cripta, presso la porta secondaria del Broletto. È questo un pezzo di scoltura antichissimo, che può risalire al secolo VIII ed al IX, nel quale le figure di Cristo e degli Apostoli, tutte nimbate, conservano ancora traccie di dorature, ed hanno negli occhi gli incavi per le pupille di smalto o di vetro. Sopra questo Cenacolo sono pure le effigie di due antichi vescovi, lavorate nella stessa guisa. Non si può parlare degli incunabuli della scoltura nel medioevo italiano senza ricordare queste singolarissime scolture del Duomo di Lodi, pur rammentate dal pittore Giuseppe Bossi nella sua dottissima monografia: Il Cenacolo lionardesco delle Grazie. Appartenevano al Duomo di San Bassano in Lodi Vecchio e, come dice l'iscrizione che vi sta sopra, furono quivi portate il 9 novembre 1158. Sotto questo Cenacolo, presso alla scala, si vedono nelle screpolature del muro le traccio di antichi affreschi di maniera giottesca, per la maggior parte andati perduti sotto l'incosciente martellina del muratore in un recente lavoro in questo lato della chiesa compiuto.
   Nel Duomo di Lodi si possono ammirare due belle tavole di Calisto Piazza raffiguranti l'ima la Pietà, l'altra, a vani scomparti, con figure di santi, la Strage degli Innocenti. Vi sono pure quadri di Giulio Cesare Procaccini, del Lanzani, del cav. Trotti, detto il Mal- Osso, competitore ai Caracci, gli affreschi del Campi succitati nel coro, ed altri dipinti di scuola moderna. Fra le scolture è notevole, come opera del Rinascimento, nella prima cappella a destra, il monumento sepolcrale di Bassano l'ontano e di Orsola Spino, sua moglie, eretto nel 1500, del quale, il sarcofago in marmo di Carrara, può dirsi un buon pezzo di scoltura dell'epoca. Presso all'ingresso si legge una lapide in latino celebrante le virtù di Francesco Gaffurio, lodigiano che, sullo scorcio del secolo XV, dettava le leggi dell'armonia a tutta Italia; havvi pure un busto di Pio IX, con una lapide commemorativa messavi a spese dei cattolici lodigiani.
   Nella sagrestia mostrasi un alto ostensorio portatile in argento massiccio, con smalti, ceselli, figurine in getto, bellissimo lavoro del quattrocento di autore sconosciuto; un libro corale, con miniature pregevolissime ; un baldacchino ed altri arredi sacri, che costituivano il tesoro dell'antica cattedrale di San Bassano in Lodi Vecchio e quivi trasportati.
   A queste due cattedrali si collegano le tradizioni della chiesa laude use, della quale si vuole fosse primo predicatore San Barnaba Sebbene l'Ughelli assegni al secolo III i primi vescovi di Lodi, la verità vuole si dica che, storicamente, Lodi 11011 appare eretta all'onore della cattedra vescovile se non nel IV secolo. Chi portò a grande onore la cattedra laudense fu appunto Bassano da Siracusa, amico e compagno di Sant'Ambrogio, figlio di Sergio proconsole in Sicilia e che governò la chiesa lodigiana al tempo dell'imperatore Teodosio. Sembra che Bassano cessasse di vivere nel 413. Il suo corpo fu sempre oggetto di grande venerazione: e, quando distrutta l'antica Lodi, sorse nella nuova città un'altra cattedrale, dalla chiesa di Lodi Vecchio il corpo di San Bassano fu portato nel Duomo di Lodi nuovo con immensa pompa, prendendo parte alla cerimonia lo stesso imperatore Federigo Barbarossa con tutta la sua Corte e l'antipapa Vittore, da lui nominato per contrapporlo.al vero pontefice, militante allora per il diritto dei Comuni contro le esorbitanti pretese dell'imperatore.
   Nel poscoro, dietro al Broletto, si vedono ancora traccie delle antiche absidi, ma quasi interamente ricoperte da uno scialbo intonaco di calce. Tra la chiesa ed li palazzo attiguo notasi pure un cavalcavia con una buona finestra del quattrocento ornata di fregi in cotto ed una elegante cappella bramantesca (.fig. 114).