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Parte Seconda — Alta Italia
di TJboldo, di Rescaldina e di Turate. È Comune essenzialmente rurale, ed il suo territorio produce cereali e gelsi, facilitando l'allevamento dei bacili da seta, che quivi e l'industria dominante. In territorio di Gerenzano sono due fornaci per laterizi; un grande opificio per la tessitura della seta, con una forza motrice a vapore di 20 cavalli e 350 operai ; un opificio per la tessitura a mano del cotone, con 50 operai.
Coli, elett. Busto Arsizio — Dioc, Milano — P2 a Saronno, T. e Str. l'err, locali.
Lamate (4075 ab.). — Il capoluogo di questo Comune, formato di alcune importanti frazioni, si trova in una vasta pianura fra i torrentelli Lura e Bozzente, tributari dell'Olona e sulla strada da RIiò a Saronno. A Lainate, come punto centrale, fanno capo anche le strade delle frazioni di Barbaiana, Passirana, piccole borgate poco distanti dalla strada del Sempione ed altre minori. Nella frazione di Passirana esiste un Ospedale fondato dall'abate Casati nel 1821 a favore dei poveri del Comune.
B territorio del Comune di Lainate, per quanto ora sia irrigato dal canale Villo-resi, è per natura arido e sassoso; onde vi si coltivano i cereali e specialmente la saggina, Il frumento ed i gelsi. Cospicuo è l'allevamento dei bachi da seta; nel territorio del Comune sono due opifici per la tessitura del lino, impieganti 150 operai; uno per la fabbricazione delle maglierie con 80 operai eri altre minori, per la tessitura della seta e la fabbricazione di serra menta in legname.
La borgata di Lainate è abbastanza bella, popolosa e rimodernata; ma la sua fama questo paese la trae dalla villa che, nelle, sue vicinanze, seppe crearvi nel secolo scorso la famiglia ducale milanese dei Litta. Questa villa, ch'ebbe un tempo grandissima rinomanza, va considerata fra le più belle ed artistiche di Lombardia, se non d'Italia. Alla creazione di questa villa concorsero, tra il secolo XVII ed il XVIII, tre famiglie patrizie milanesi: gli Arese, i Visconti ed i Litta.
11 palazzo, grandioso nelle linee e nelle proporzioni non venne originariamente compiuto. Le aggiunte e gli adattamenti successivi, facilmente si riconoscono, senza togliere però all'imponenza della facciata settentrionale, la più antica, in istile che s'accosta al bramantesco, adorna di busti e di statue, colossali in'marmo. La fronteggiano i pilastri con grandi statue in bronzo. La facciata a mezzodì è un miscuglio di barocco e di moderno; ed a questa ed ai lati lavorò, sul principio del secolo, il Levati. II palazzo contiene pitture di Daniele Crespi, del Morazzone, del Luino, del Pitterà, del Lassano e d'altri celebri pittori. Nel palazzo e nel giardino sono pure statue di celebri artisti, tra cui un Adone di Marco Antonio Prestinai-i, una Venere ed una Maddalena di Pompeo Marchesi, alcune riproduzioni in marmo, in cotto, in bronzo, di celebri statue antiche, tra cui un bellissimo Laocoonte.
Vaghissimo e ben disposto è il giardino, affondante il palazzo, in genere misto alla francese ed all'inglese; cioè a un riquadro simmetrico, ed altre parti fantasticamente tracciate, con viali ombrosi, collinette, grotte, peschiere, fontane in marmo, con bellissimi gruppi di statue, allegoriche e. di mostri marini. Vi sono poi serre per piante rare, tropicali, fra cui notansi gli ananas, difficilissimi a mantenersi nella nostra regione. Rendono più dilettevole il luogo i giuochi e scherzi d'acqua, di cui fu tanta moda nel secolo passato e sul principio del nostro, alimentati da un serbatoio che e sulla torre-belvedere, nel quale l'acqua è preventivamente spinta da pompe potenti. Attorniano la villa un parco e vaste possessioni. Nelle spese fatte per questa villa e nelle feste e caccie sontuosissime, che i proprietari, specialmente sul principio del nostro secolo, al tempo del Regno Italico, vi davano, risiedono in parte le cause della tramontata fortuna di Casa Litta. La villa di Lainate da parecchi anni non appartiene più ai Litta, bensì ad un banchiere straniero, per quanto ultimamente naturalizzato. In questa villa soggiornarono Napoleone III e Vittorio Emanuele II, dopo la battaglia di Magenta.
Coli, elett. Rhò — Dioc. Milano — Pa ivi, T., Str. ferr. e Tr. a Rhò e Saronno.