229
J'arte Seconda — Alta Italia
(quantunque questa abbia subito varie manomissioni) e nella sezione Confini, nella quale sono raccolti tutti i documenti riferentisi alle con troversie nazionali, ed alle trattative corse in varie epoche per fissare i contini dello Stato milanese.
L'Archivio di Slato milanese è antichissimo : ma venne riordinato nel 1780 per decreto ili Maria Teresa e nel 1800 per decreto della Repubblica Cisalpina. In ogni tempo furono deputati alla conservazione eli questo copioso e prezioso materiale storico, uomini insigni per sapere e competenza in materia: fra questi citatisi Giaco ino da Perego, Tristano Calco, Martino Colla, Ilario Corte, Luca Peroni, Luigi Rossi, Michele Dà-verio, Vincenzo Lucetti ed altri eruditi paleografi. Attualmente pr esiede alla custodia e sorveglianza dell'Archivio di Stato milanese lo storico Cesare Cantò. — Annesso all'Archivio havvi una scuola di paleografia e diplomatica, istituita nel 1780 da Maria Teresa : che poi, soppressa nel periodo rivoluzionario e napoleonico, fu riaperta nel 1812 e dura tuttavia.
Monumento Medici (; li Boschetti). — Nel piazzale piantato ad alti alberi che s'apre di fianco al palazzo del Senato, o palazzo Elvetico che si voglia dire, sorge la statua del generale Giacomo Medici, milanese, soldato di liaribaldi in America, celebre per la difesa del Vascello all'assedio di Roma del 1849: condottiero della 2a spedizione dei Volontari in Sicilia nel 1800, al cui provvido e pronto arrivo, si deve in gran parte il successo della giornata di Milazzo; condottiero nel 1866 di una divisione clic si spinse per la vai Sugana fin quasi sotto Trento : morto aiutante di campo in primo, del Re Umberto I, dopo esserlo stato di Vittorio Emanuele. La statua è in marmo di Carrara, ed è dovuta allo scultore Donato Bar-caglia: fu inaugurata nel 1888.
Palazzo della Provincia e Prefettura (via Montone). — Sullo scorcio del secolo passato, nella località occupala da un soppresso convento dei Soniaschi, un facoltoso avvocato, Diotti, face-vasi erigere su disegni proprii, un grandioso palazzo, con un magnifico cortile quadralo, a portico arcuato sostenuto da colonne doriche binate e con un cornicione sonetto da ricche cariatidi Passalo per varie vicende in proprietà dello Stato, il Governo del Regno Italico vi collocò i ministeri di Giustizia e dell'Interno: l'Austria vi pose la sede dei governatori di Milano e provincia, il Governo nazionale vi fece la residenza dei prefelli e degli uffici provinciali. Verso la metà di questo secolo l'architetto dilanimi ne sistemò la facciata colla bella loggia, soprastante alla porta maggiore, sorretta da colonne greche scanalale. Fu davanti a questo palazzo che il 18 marzo 1818 cominciò, coll'arreslo del vice-presidente O'Doiineir, la memoranda rivolta delle Cinque Giornate.
Comando mililarc (Corpo d'armala e divisione di Milano), palazzo ex-dusani, via Brera. — Fu eretto, nel secolo XVII, dal Buggeri per la famiglia marchionale de' Cusani, dalla quale nelle memorie patrie tiene ancora il nome. Essendo eretto in lerreno di diversa livellazione il Buggeri immaginò di far posare lo stilobalo, come sul vertice di una montagna: onde un contorno roccioso era su tutta la base di questo palazzo, che fu poi in seguito ed a miglior rettificazione della strada scalpellato via. E questa, insieme al palazzo Lilla (vedi sotto), la miglior opera di architettura privata che l'arte barocca, propriamente della, abbia lasciato in Milano, ed il citato Carlo Borghi lo dichiara la sola opera d'arte del secolo XVII, parto di un'a rie « che certamente adopera qualunque mezzo pur di produrre un effetto pittoresco, ma che ha, nel suo insto grandioso, quella poesia d'ombre e di luci, quella vitalità robustamente immaginosa che gli ordini del tignola, non raggiungono né cercano mai ».
Palazzo Ulta (Direzione delle Ferrovie della IkteMediterranea), corso Magenta.— Di questo grandioso palazzo, testimone della munificenza quasi regale dell'aulico patriziato milanese, diede i primi lisegni — iniziandone la costruzione per ordine del presidente del Senato conte Bartolomeo Arese, che tenne la carica dal 1660 al 1675 — il Ricchini,
La famiglia Lilla ereditò dall'Areseil palazzo e ne continuò la costruzione che fu in gran parte completala dal Rolli colla facciata di grandioso barocco (fig. 60) che vedesi sul corso Magenta. L'ampio cortile d'onore in stile classico, contrasta assai coi fantastici ed eleganti arzigogoli della facciata, cui sovrasta un fregio, sul quale due giganti figurano di sostenere lo stemma ducale ilei Litta. Alla magnificenza esterna dell'edificio corrispondeva quella interna, per la quale il fasto di Casa Litta restò proverbiale nei ricordi popolari milanesi. — E di questo fasto sono ancora testimoni oggi lo scalone d'onore, in marmo con fregi e sculture bellissime, disegnati da Giuseppe Merli il gran salone, adibito ora alle assemblee degli azionisti, ed altre sale nelle quali hanno ufficio il Consiglio d'anuninislrazione e la Direzione generale della Rete Mediterranea. Magnifici gli stucchi ed i pavimenti in mosaico di queste sale. — La parte posteriore del palazzo ex-Litta fu alquanto sacrificata dalle esigenze delle autorità militari comandanti allora sul Castello : essa prospettava su un bellissimo giardino cintato da un alto muro, nel quale di fronte al Castello aprivasi una cancellata, gli artistici pilastri della quale — di squisito gusto barocco — sì credette, decretala la costruzione di un nuovo palazzo sulla fronte del Foro Bonaparte, di conservare, trasportandoli nella laterale via privata, per dare ingresso a quanto ancora rimane