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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Milano
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 547

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   223 J'arte Seconda
   — Alta Italia
   poterlo proseguire applicando all'opera i crediti che le provincie avevano per le somministrazioni fatte agli eserciti austriaci ed alla condizione che l'arco fosse dedicato a Francesco 1, imperatore d'Austria, apportatore di pace; die i bassorilievi, anziché celebrare i fasti napoleonici, ne celebrassero le sconfitte; e che alla statua della Vittoria fosse sostituita quella della Pace, donde l'edificio doveva trarre il nome. Così si fece: e nel 1838 per la venuta del nuovo imperatore Ferdinando 1, die volle essere incoronato in Milano, l'arco era ultimato, con una spesa totale di lire it. 3,570,089.
   L'arco e tutto in marmo bianco di Crevola a piccoli masselli, e, come i più celebri che ancora si ammirano in 1 ionia., è a tre aperture : ed in ogni sua dimensione superiore a quelli di Tito, di Settimio Severo e di Costantino. Non è, fra quanti se ne conoscono in questo genere e di quest'epoca, superato se non dall'ai co dell'Sife a Parigi, il quale però di fronte a questo ha lo svantaggio di non presentarsi clic con una sola apertura.
   1 dodici grandi bassorilievi raffiguranti la Paco di Parigi, suoi prodromi e sue conseguenze, sono cosi intitolati : Entrala degli Ansimici a Milano 1814 (G. Monti); Entrata di Francesco I, pure in Milano (Cacciatoli); Capitolazione di Dresda (Pacelli); Battaglia di Kuhn (Monti Claudio); Ingresso degli alleali a Parigi (llusca); Id.in Vienna (Acquisti) ; Congresso di Vienna e fondazione dell'Ordine della Corona ferrea (Pe-rabù) ; Presa di Lione, passaggio del Reno, fondazione del Regno Lombardo- Veneto (Marchesi). I due grandi bassorilievi laterali figurano: La Battaglia di Lipsia (Marchesi) ; La Pattuglia di Arcis sull'Auhe (Somaini). Sopra gli archi figurano in busti: la Città di Milano, I Astronomia e la Poesia; dal lato esterno il Lombardo-Veneto, Cerere e Pomona.
   Le colonne sono corinzie scandiate rialzate sopra piedestalli; alle decorazioni condotte con squisito e svariato disegno, presiedette Domenico Moglia: ed il fregio della trabeazione, tulio a festoni fioriti sostenuti da putti, fu modellalo ila Monti e da Marchesi.
   I capitelli corinzi ili attica eleganza furono eseguiti da Carlo Catturi, il grande sopraornato in bronzo ha per tema la l'ave, che si avanza trionfalmente in un cocchio tratto da sei cavalli (sestiga) mentre quattro Fame, pure a cavallo, ne annunziano l'arrivo ai punti cardinali. La sestiga fu modellata da Abbondio Sangiorgio e le quattro Paure da Giovanni Putii di Bologna. La fusione di tutte queste figure, col cocchio ed i dieci cavalli, fu condotta dai fratelli Maufredini, pure bolognesi, che all'uopo dovettero erigere mio speciale edificio nella località delta alla Fontana, fuori di porta Comasina. Si calcola il costo di questo pezzo dell'opera grandiosa in un milione
   tondo I quattro colossi soprastanti alle arcate minori rappresentano i fiumi principali del Lombardo-Veneto, e sono : il I'o ed il Ticino, di lìencdetto Cacciatori; l'Adige ed il Tagliamento, di Pompeo Marchesi.
   L'edilizio misura 25 metri dal suolo alla sommità dell'attico, e 24 in larghezza.
   Si sale sull'arco alla sestiga per una scala interna, e di là, a tempo bello, si ha un discreto iia-norama della città da un lato, e del semicerchio delle non lontane prealpi dall'altro.
   Propileo di porla Ticinese. — E il terzo fra gli specialissimi monumenti dovuti da Milanoal Pegno Italico. Prima ancora di ideare l'arco del Sem-pione, l'architetto Gagnola aveva avuto incarico dalla municipalità di onorare la vittoria di Marengo con mi apposito monumento, a porta Ticinese, diventata porta Marengo, essendo appunto per essa entrato in Milano, Bonaparte vincitore in quella memoranda giornata.
   Il Gagnola ebbe un concetto semplice e grandioso ad un tempo, di creare davanti all'ingresso della città uno di quei propilei o portici onorari tanto usati dall'architettura romana. E non è altro se non un porticato a sei colonne ioniche, di granito rosso con due ante aperte ai lati, portante una trabeazione, Sulla quale sorge un timpano rettilineo, semplicissimo. Il monumento, iniziato dopo il 1800, non potè essere compiuto che nel 1814, ed allora, anziché portare la dedicato! ia all'uomo dì Marengo, porta nel fregio una invocazione alla pace colle parole: Pax populorum sospitae.
   La Zecca (via Manin e via Moscova, presso il Giardino pubblico ed il corso Principe Umberto). — È questa una delle più antiche e gloriose tradizioni milanesi.
   La Zecca, o privilegio di batter moneta, data per Milane dai tempi della decadenza romana ; fu rispettato nei periodi poggioli del medio evo, come ne fanno fede tutti gli storici e cronisti più antichi e gli studiosi di storia numismatica.
   Senza escludere la possibilità che Milano città sì cospicua dell Italia settentrionale, da esser chiamata la seconda Bontà, battesse moneta nei tempi migliori ili 1 ionia, quando ad altre città di minore importanza tale facoltà era ila Roma concessa, e partendo — come dice il Sacchetti, in una dotta monografia sulla Zecca milanese, pubblicata nel 1881 —dal fatto positivo che la più antica inonda clic si conosca coniata in Milano del valore del terzo del soldo d'oro, è quella di He Cuniberto, regnante dal 088 al 700, avente nel ritto in giro, -f DN (per Uonanus) IIimi'i.utl's e nel centro li (pei lìex): sul rovescio una stella con otto raggi con attorno + FLA (Flavia) MEDIOLANO) ; la zecca di Milano, per antichità è la quarta d'Italia, essendo di poco posteriore a quelle ili Roma, Ravenna e Pavia, fissa conta dodici secoli di esistenza certa ed attiva, durante i quali, da Cuniberto,