Milano
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Fig. 50. — Milano : Anfiteatro dell'Arena.
frontone fu scolpilo da Gaetano Monti. Nell'asse, fronteggiatile al Pulvinare è la porta libiti un ria destinata al pubblico minuto. Il Pulvinare é col suo magnifico porticato, col retrostante salone, uno dei più bei pezzi d'arclutctinra del tempo, bellissime le otto colonne corinzie in granito rosso di Havcno, levigato. Il grandioso recinto fu iu massima parte costrutto colle pietre dei bastioni del demolito castello. La fronte delle Carceri fn rivestita con materiale tolto dall'antico castello di brezzo.
Un fanale derivato dal Naviglio, scorre tra il Podio e l'Arena, e serve, occorrendo, ad allagare il piano sia per le regate od altre feste nautiche, sia per formare, d'inverno, il ghiaccio, onde pattinarvi. L'insieme dell'edificio è ad uu tempo grindioso ed elegante : e (piando in una bella giornata primaverile l'Arena formicola dei trentamila spettatori di cui è capace, offre per se stessa uno spettacolo indescrivibile, vario, impo-nenle e delizioso.
L'Ami del Sriii,>ii)iii', o della l'ari* (vedi fig. I!, pag. (>!). - E il secondo dei iiiouiuueiiti caratteristici, clic ricordano in Milano il periodo napoleonico ed i suoi splendori di capitale del regno italico. Nel gennaio 1800 (pianilo il viceré Eugenio di Beanharnais entrò in Milano colla novella sposa, la principessa Amalia di Baviera, il muni-
cipio a festeggiare l'avvenimento, diede ordine al Gagnola ili erigere un arco trionfale, di siile classico, in legno e tela dipinta, all'ingresso della città da porta Orientale.
L'arco ideato dal Gagnola riuscì sì perfetto e grandioso, che ne rimase profonda impressione e desiderio nella cittadinanza, onde il Consiglio del Comune, facendosene interprete, decretò che l'arco del Gagnola venisse riprodotto iu marmo e bronzo a capo della nuova strada del Seinpionc, assegnando all'opera i fondi da Napoleone destinati ad ornamento della città. Ne fu collocata la prima pietra il 1° ottobre 1801, e doveva intitolarsi Arco ilei Sempione, e dovevano fregiarlo i bassorilievi ilei fasti napoleonici, ed in allo la statua della Vittoria in ricordo della battaglia di Jena, pclln quale era allora grande l'entusiasmo. I lavori però andarono così a rilento, che il 18 lì sopragginnse, mentre si era appena ginnti alla imposta delle arcate minori. I lavori rimasero a lungo sospesi, perchè il (ìoverno austriaco non voleva dare il consenso al compimento di un'opera die doveva essere l'apoteosi assieme, di uu tempo e di uu nomo, clie avevano fatto Ireiuare per venti anni tutti i sovrani collegati della vecchia Europa; ma la Congregazione Centrale ili Carità (Cassa di lìi-sparmio), allora sórta, per dar lavoro a molte braccia disoccupate e bisognose, domandò di