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J'arte Seconda — Alta Italia
sbocco dei due bracci minori, rappresentandovi cioè : la Scienza (Pietrasanta), \'Agricoltura (E. Pagliano), YArte (R. Casnedi), 1 Industria (Giuliano).
Oltre le pitture, decorano la Galleria ventidue statue sorrette da grosse mensole e modellate tutte da distinti artisti. Se ne contano sedici, nell'ottagono, le altre ai fianchi degli ingressi laterali, e da piazza della Scala. Rappresentano : Vittor Pisani (Calvi), Macchiavelli (Guarnieri), Michelangelo, Galileo, Leonardo, Volta e Pier Capponi (Magni), Marco Polo (Pagani), Arnaldo da Prescia (Sclcrani), Roma-gnosi (Tantardirii), Giovanni da Procida (Argenti), Gian Galeazzo Visconti (Corti), Monti (Manfredinì), Cristoforo Colombo e Beno de' Goz-zad'tni (Pandiarii), Emanuele Filiberto(Romano), Ugo Foscolo (Rossi), Ijinzone e £Wi(c(Tabacchi), Cavour (Magni), Beccaria (Grippa), Vico (Amiconi), Ferruccio (Pierotti). Il pavimento a mosaico veneziano è dovuto al Campani di Venezia.
La Galleria sbocca in piazza della Scala mediante una grandiosa doppia arcata, con un emiciclo ornato a grafiti, eseguiti su disegno dello stesso architetto Mengoni (/imbocco settentrionale della Galleria, nella piazza del Duomo, è costituito dal grandiosissimo arco di stile fantastico e fastoso quant'altri mai, che però ha le sue radici, i suoi elementi fondamentali nella grand'arte del Rinascimento. Sul frontone di quest'arco leggesi in caratteri romani la scritta dedicatoria « \ Vittorio Emanuele II, I Milanesi ». Fu levando le armature, che dovevano mostrare completa la sua opera, clic l'architetto Mengoni, precipitò e mori il 30 dicembre 1877,
La Galleria è senza dubbio il ritrovo più gradito dei Milanesi, nelle ore del pomeriggio e della sera, in particolar modo. I suoi ricci » negozi riboccanti d'ogni novità, gli ampi ed eleganti suoi caffé e restaurants, e sopratutto la sua centralità assoluta, fanno sì che la Galleria eserciti una continua attrazione su cittadini e forestieri, si che ad ogni ora vi é sempre movimento di una fulla svariata, tra la quale l'occhio esercitato distingue facilmente le numerose comitive di artisti da teatro, che nella Galleria hanno fatto il loro ritrovo abituale, per non dire il loro mercato, la borsa delle loro ugole. Per molto tempo la Galleria Vittorio Emanuele, in Milano, fu unica nel suo genere si in Italia che fuori ; ma poi l'idea felicissima trovò imitatori e s'ebbero Gallerie a Genova, a Torino, a Napoli; più o meno grandiose ed eleganti ; ma la Galleria milanese, per il suo insieme, per se stessa, per l'indole della gente che la frequenta, è rimasta ancora la più caratteristica, quella che ri linea d'utilità pratica ha le maggiori ragioni di essere.
Fiancheggiano la Galleria Vittorio Emanuele dalla parte di settentrione o di piazza del Duomo, i grandiosi palazzi in stile italiano, con ampi
porticati, ideati dal Mengoni stesso per dare compimento alla piazza del Duomo. 1 portici settentrionali, nel cui centro si apre il grande arco della Galleria, sono dai Milanesi considerati come appendice accessoria di questa, e ne continuano la serie dei ricchi negozi, spingendosi da una parte verso piazza Mercanti, e dall'altra verso il corso Vittorio Emanuele, presso l'imboccatura del quale li continua completandola, il magnifico porticato del nuovo grandioso palazzo e magazzino, Alle Ciltà d'Italia., dei fratelli Bocconi, dovuto all'architetto Giacchi.
Alla Galleria e palazzi adiacenti, fa riscontro sul lato meridionale della piazza un altro grandioso palazzo a porticato, nello stesso stile, dovuto pur questo al Mengoni; il quale proponeva di completare la piazza con un terzo palazzo, da intitolarsi dell'fndimmdmza, sul lato che fronteggia il Duomo. Ma alla decorazione completa della piazza, che forse non avrebbe compeiie-trato perfettamente ciò che alla gran mole del Duomo abbisogna per avere pieno risalto, si
§ referì lasciare alla piazza tutta la sua amplitu-ine; e non fu improvvido consiglio.
Nel mezzo della piazza dovrebbe sorgere il monumento equestre decretato dal municipio di Milano alla memoria di Vittorio Emanuele; ma
10 scultore Ercole Rosa, al quale l'opera importante era da molto tempo commessa, morto nella line del 1893, ha lasciato il suo lavoro non terminato, e non si sa ancora chi potrà o vorrà assumerne il compimento, richiedendosi a quest'opera importante e delicata, un artista di gran valore, e nel tempo stesso di grande abnegazione, qualità non sempre facile a trovarsi appaiate.
Palazzo Reale. — Sorge sulla piazza che prospetta la facciata meridionale del Duomo. Nella stessa località, ai tempi del libero Comune era
11 palazzo del Console; e davanti era \'Arengo pei pubblici parlamenti. Azzone Visconti, rafforzando la signoria della propria famiglia, con grandiose opere edilizie, a togliere il molesto ricordo delle libertà comunali, scelse quel palazzo a dimora pubblica, ufficiale, dì sé e dei suoi, trasformandolo in una specie di castello, con torri, vivaio, serraglio di belve ed appartamenti, messi con sfarzo non più visto, a dipingere i quali chiamò di Toscana i più conosciuti pittori d'allora, tra i quali primissimo Giotto, che frescò le stanze preferite, dal nuovo signore. Il palazzo era cinto in quadro da un porticato rinforzato agli angoli da quattro torri. Una galleria passante sui tetti delle vicine case, univa il palazzo del signore coli'antica casa privata dei Visconti in piazza San Giovanni :n Conca. Le successive trasformazioni del palazzo hanno, insieme alle pitture dei trecentisti, distrutto quanto aveva di caratteristico il palazzo dì Azzone : del quale non ci rimane altro ricordo se non nel poscoro