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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Milano
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 547

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   i 82
   l'arie Seconda — Alta Italia
   cittadini. Non valsero le proteste del Municipio., 11011 le parole di pace dell'arcivescovo ]{onnlli, la polizia diretta dal famigerato Polza, seguitò ad insevile più che mai contro gl'inermi cittadini con violenze e provocazioni delle quali 111 Milano non si perderà mai il ricordo. Frattanto si minacciava alti città lo stato d'assedio, aggravato da altre misure di rigore. Allora gli animi s'intesero alla resistenza che cominciò a manifestarsi coli'accordo in tutti i buoni, odiatori dello straniero, nel non fumare, recando così grave danno alle linanze austriache, che avevano il monopolio dei tabacchi. Tale resistenza o lega mitifumktiea, come anche per dileggio era detta, durò dal settembre 1847 al gennaio 1848, fra le raddoppiate persecuzioni della polizia e le pro-' vocazioni della soldatesca. Risoluta a provoca» disordini per aver pretesto di reprimere a mano annata, terrorizzando la città, la polizia, fra gli ultimi di dicembre ed i primi di gennaio, fece distribuire migliaia e migliaia di sigari alla soldatesca mandandola a spasso coU'obbligo di fumare nelle vie e sbuffare il fumo in volto ai cittadini. Si videro — come risulta dai documenti raccolti ìieir.b-cA/'w'o triennale delle case d'Italia — Croati ed Ungheresi fumare due sigari ad un tempo, cioè « con un sigaro da ambo li angoli della bocca, sbuffare quanto più fumo si poteva ogni qualvolta un milanese signore avvolto, per il freddo e la neve, nel suo mantello, passasse loro dappresso 111 tutta fretta >. — La giornata del 3 gennaio, le provocazioni toccando il colino, vi furono per parte dei cittadini, proteste risentite e parole vivaci aliindirizzo dei provocatori, e nei quartieri popolari corse anche qualche scapaccione. Era quanto la polizia e Radetzky desideravano. La città ili 1111 attimo fu percorsa da squadroni di cavalleria sciaboleggiante i cittadini, e di pelottoni di fanteria scioglienti brutali notiti e colle baionette t minori assembramenti. Vi furono morti e feriti in quantità, ed arresti^, infiniti. Contemporaneamente la polizia provvedeva allo scioglimento e chiusura del Club 0 Casino dell' mi Jan e, detto anche dei Nobili, ed a lanciar manifesti d'intimidazione alla cittadinanza. L'autorità municipale 11011 mancò iteppur questa volta dal far rimostranze presso il governatore ed il comandante in capo delle truppe, feld-niare-sciallo Radetzky, sulle constatate provocazioni dei gendarmi e dei soldati. Inutilmente. Le cose peggiorarono nei giorni successivi. Il potere militare, alla cui testa stava il vecchio Radetzky, tendeva a prendere il sopravvento e ad imporsi anche alla polizia, che, spaventata dagli eccessi perpetrati, accennava ad 1111 rinsavimento, alla momentanea sospensione delle provocazioni mediante i suoi agenti fumanti. Radetzky 11011 ne volle saper dal far cessare i suoi soldati, sergenti ed ufficiali dal fumare provocantemente in pubblico, e mentre il viceré Ranieri emanava 1111 mite manifesto alla popolazione, egli sollecitava da Vienna l'applicazione del decreto instaurante il giudizio statario — cioè il diritto di giudicare sommariamente ed applicare la sentenza capitale entro due ore — già firmato dal 21 novembre dell'anno precedente. Le notizie della rivoluzione scoppiata in Sicilia e vittoriosa ili Palermo sili dal 12 gennaio, l'aggravarsi rapido della situazione d'Europa, smaniosa di rompere alfine i ceppi che dal 1815 in poi, salvo che 111 Francia, 11011 aveva potuto scuotere: la notizia della caduta della Monarchia di Luglio e della conseguente proclamazione della Repubblica, avvenuta nelle giornate di febbraio a Parigi: le costituzioni accordate ili Piemonte ed ili Toscana, l'agitazione patriottica tenuta viva dovunque dalle associazioni segrete, mazziniane 0 non, davano speranza ai Milanesi che il momento della loro riscossa 11011 poteva più tardare. Infatti, la rivoluzione scoppiata a Vienna, e vittoriosa in quella città al grido di « Viva la Costituzione > ha subito il suo riflesso anche in Milano. Alla sera del 17 marzo 1848, giunse a Milano la notizia, che la rivoluzione trionfante a Vienna aveva imposto la Costit
   uzione. Grande, perplessità nei governanti per ciò che si sarebbe potuto fare, in Milano. Radetzky, arrogatosi il potere supremo, radunava nel Castello il maggior nerbo delle sue forze, poi indueeva il viceré Ranieri ed d governatore Spaur uomini blandi, ad allontanarsi da Milano. Rimasero col Radetzky il vice-presidente di