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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Milano
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 547

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Milano
   181
   periodo di relativa calma, 11011 senza che per ciò la polizia cessasse dal vegliare rigorosamente su ogni manifestazione del pensiero e della parola che potesse avere la più lontana parvenza di sentimento liberale e nazionale; senza che per questo, la prepotenza delle soldatesche e dei governatori militari, cessasse un istante solo dal pesare sulle popolazioni, dalPoflendernc i sentimenti più giusti e delicati. La lunga pace, lo sviluppo di molte industrie a cui lo spirito d'iniziativa sempre pronto e vivo della popolazione milanese seppe dare grande incremento, la coltura popolare, che per effetto di numerose istituzioni, cui la sospettosa polizia non aveva paranco trovata ragione di avversare, avevano dato alla città di Milano ed alla immediata regione che l'attornia, un relativo benessere materiale, del quale ì fautori dello stutu quo traevano argonieuto valido per sconsigliare quei mutamenti pericolosi ch'erano nell'animo e nel desiderio dei buoni i quali buoni costituivano il fondo, la gran massa della popolazione che di Tedeschi proprio non ue voleva sapore, e pei quali sembrava di giorno iu giorno crescere una avversione istintiva. I Congressi degli Scienziati Italiani, che dal 1839 ili poi cominciavano a tenersi nelle maggiori città d'Italia, portando un continuo affiatamento e scambio d idee fra gl'Italiani allora più chiari nelle scienze e nelle lettere, furono incentivo ad uu più vivo movimento nazionale, facendo rinascere negli Italiani stima e fiducia in loro medesimi. A Milano fu tenuto nel 1814- il VI di questi Congressi, auspicato da vigorosi scritti di Carlo Cattaneo, e da mia superba pubblicazione illustrata, che d'incarico della Commissione municipale, un'accolta ili letterati e scienziati milanesi — tra i quali primeggiano i nomi di Cesare Cautù, di Achille Mauri, di Pompeo Litta-Himnij di Giuseppe Sacchi, di Giovanili Labus, di Albino Parea — fu fatta intorno ! Milano ed al suo territorio. In questo periodo Milano contava 190,000 abitanti, con uu reddito di 4SO.OOO lire sugli stabili; 1,100,000 sul dazio consumo, e lire 4,500,000 sul patrimonio proprio; tasse, licenze e diritti.
   Le Cinque Giornate
   Gli avvenimenti che, dal 1816 in poi, cominciano ad agitare l'Europa in genere e 1 Italia in particolar modo, hanno una forte ripercussione anche ili Milano. Gli occhi dell'Italia superiore sono fissi sulla metropoli lombarda, perchè si comprende, che se da Torino, colle invocate libertà costituzionali si apre un'era nuova di più fecondo lavoro nazionale, da Milano deve partire la prima scintilla della rivolta contro lo straniero oppressore, da parecchio tempo aumentato in forze militari, in tracotanza e severità poliziesca. Da parecchi mesi dall'ascensione di Pio IX al soglio pontifìcio, e colle notizie che venivano dal Piemonte, dalla Liguria, dalla Romagna, dal mezzogiorno, l'agitazione covava e s'acuiva nell'animo dei Milanesi, che non aspettavano se non occasioni per manifestarsi. Le prime vennero colle feste per l'entrata in Milano del nuovo arcivescovo Bartolomeo Rondili bergamasco, succeduto all'arcivescovo cardinale Gaisruck, la nomina del quale fu considerata come un trionfo dell'idea nazionale. Grandi feste si fecero nei primi giorni del settembre 1847, per l'ingresso del nuovo arcivescovo nella diocesi, e durante i preparativi di quelle feste furori visti nelle caserme poliziotti e soldati far arrotare le loro sciabole. La strage avvenne inopinatamente, per improvviso furore poliziesco, la sera dell'8 settembre, mentre la folla accorreva all'illuminazione a gas fatta davanti al palazzo arcivescovile : vi furono applausi ed evviva nonché al nuovo pastore, a Pio IX, e qualche canto patriottico. Questo bastò, perchè la polizia irrompesse a spade sguainate sulla folla compatta, sciaboleggiando a dritta e sinistra, senza remissione, sostenuta dalla truppa, che in grosse pattuglie si faceva uscire dalle caserme e percorrere le vie col pretesto di sciogliere gli assembramenti. Queste scene sauguinose si npeteruno nelle sere successive, portando l'esasperazione nell'animo dei