Milano
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attuale, nella quale Milano si è vittoriosamente messa alla testa del movimento rimodernatore e progressivo della nazione.
Nessun terreno in Europa era più preparato di Milano, per ricevere le idee riformatrici della Rivoluzione Francese, delle quali Bonapartc ed 1 suoi soldati, nel 1796, si dicevano i rappresentanti e gli apportatori.
Il dominio tollerante di Maria Teresa e di Giuseppe II aveva oltremodo, colle riforme sociali ed economiche intraprese nello Stato, favorito gli studi e la singolare efflorescenza di nobili intelligenze delle quali si rivelò d'un tratto ricca la Milano di allora. Al movimento intellettuale, che, partendosi da Voltaire e da Rousseau, gli Enciclopedisti francesi avevano sviluppato nella seconda metà del secolo XVIII, andava senza dubbio parallelo quello che gli scienziati, filosofi e letterati lombardi in Milano
— alla testa dei quali stavano i Verri e Cesare Beccaria — ed i filosofi novatori napoletani — fra i quali rifulge, astro di primissima grandezza, Giambattista Vico, cui fanno corona Genovesi, Filangieri, Pagano — nel mezzodì, tenevano vivo.
Lo scorcio del secolo XVIII fu, per Milano specialmente, un momento di luminosa attività intellettuale, in perfetta rispondenza con quanto, m riguardo al progressi delle idee riformatrici e liberali, avveniva in Francia. Cesare Beccaria, col suo trattato famoso, Dei delitti e delle pene, aveva dato un colpo irremissibile, mortale, a tutto l'antico edilìzio giudiziario, fondato su procedimenti assurdi e barbari, come quelli della tortura e della pena di morte: e non fu questa piccola cosa. Pietro Verri coi suoi studi, col suo giornale famoso, Il Caffè, colla sua Storia, colle sue opere economiche, instaurava, gettandone le fondamenta, la nuova economia pubblica, e liberava con benefizio immediato di tutti, e delle classi meno abbienti iu primo luogo, lo Stato dagli appaltatori; vere piovre della finanza e del contribuente; Giorgio Giulini, con pazientissima cura e grande sincerità d'intendimenti, raccoglieva in ponderosi volumi, le Memorie della città e campagna di Milano, poiché fondamento delle nazioni che vogliono progredire è di conoscersi intimamente in ciò che furono, in ciò che sono, onde trarne corollario per ciò che dovranno essere nel futuro ; Paolo Frisi, e più tardi Barnaba Orioni, davano impulso ai calcoli esatti ed astronomici; Ermenegildo Pini precorreva Spallanzani, Giuseppe Parini, poeta grandissimo e solitario, fuori dalla folla degli arcadi ed accademici di varie guise, belanti sonettucci e madrigali, colla potente satira civile additava nuovi offici alla poesia; Alessandro Volta già meditava sui fenomeni elettrici, e sulla pila che doveva rivoluzionare il mondo scientifico; Giannantonio Lechi nella idrostatica avvertiva nuove leggi, mentre Francesco Regis studiava perfezionamenti scientifici all'idraulica ; Maria Gaetana Agnesi, coll'intelletto altissimo, onnisciente, e l'animo pietoso, rialzava la dignità della donna allor disistimata o considerata solo come oggetto di piacere e di frivolezza; e Ludovico Antonio Muratori, il padre della storia italiana, che visse parecchi anni in Milano dottore all'Ambrosiana, donde trasse gran copia del materiale con cui rischiarò la storia del medio evo, aiutato dalla Società Palatina, cominciava quivi la pubblicazione delle sue opere monumentali ed attendeva eziandio a dare alle Accademie un indirizzo più serio e più pratico, dirigendole ad utili studi storici, scientifici o morali.
Fu dunque con slancio che iu questo ambiente sì preparato ed illuminato, vennero accolte le massime umanitarie ed egualitarie bandite in Francia nel 1789, e trasportate
— meglio a parole che a fatti — da Bonaparte e dai suoi, sette anni più tardi.
Contuttociò, a parte la frenesia dei primi momenti e della novità, a parte gli
eccessi dei cattivi, degli ignari e degli eccitati, a parte tutti i turbamenti, le contrarietà che apportano i granili mutamenti anche in meglio, non è a dirsi che i Governi, diremo così, rivoluzionari della Repubblica Cisalpina, prima e della Repubblica Italiana poi, ed infine del Regno Italico, 11011 abbiano lasciato in Italia tale un sedimento di ricordi simpatici, di idee nuove, pratiche, buone, liberali, efficaci, nelle quali in graii