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l'arte Seconda — Alta Italia
Sibililo e Martirio, sepolti ili quella antichissima basilica. Tale facciata è dello stile lombardo di prima maniera, ina accenna già ad un progresso verso 1 successivi abbellimenti.
Altro monumento dell'epoca, sotto il quale è tradizione passasse trionfalmente il Carroccio attornialo dalla schiera decimata dei suoi strenui difensori, è l'antica porta Nuova: o, come son detti adesso, gli archi, o voltoni di porta Nuova (v. lig. 2, pag. 59). Furono eretti nel rifacimento di Milano dopo l'eccidio di Rarbarossa, con grossi massi di macigno e mostrano nel loro disegno un felice accoppiamento dell'arco romano colle linee della nuova architettura lombarda. Sono incrostati nelle mura dei pilastri e della cimasa, frammenti di scolture romane, tra cui notevolissimo il monumento di Yettio e di Virginia Luta, formato di cinque busti, entro altrettante nicchie, disposti due per due ed uno superiore agli altri colla scritta: « Caio Yettio, figlio di Novello, ordinò questo « monumento a se ed a Virginia Luta, sua madre, ed a Privata sua liberta ed ai liberti « Adiutore e Metile Altro frammento di scoltura romana, periodo decadente, interessante per la storia delle usanze cittadine, era quello pur incrostato nei pilastri degli archi stessi, detto del follone o lavatore, nel quale sono rappresentati un servo che porta in (spalla i panni sudici ed mi altro sciorinante una tonaca lavata dalla quale pendono due pesi, onde tenerla distesa.
E noto che a Milano nell'epoca romana era fiorentissimo il collegio dei folloni o lavatori: e questo frammento di scoltura fu forse parte del monumento sepolcrale di qualche distinto lavandaio. I Milanesi del secolo N1I trovando qua e là sparsi questi frammenti di antiche scolture, dei quali non sapevano spiegare il significato, ricostruendo la città, li incastrarono volentieri sulla nuova porta, credendo nella loro semplice ignoranza,nella quale ad onta del misticismo cristiano, erano ancora vivi residui delle credenze ed usanze pagane, fossero se 11011 numi tutelari, talismani di buona ventura.
A questi archi di porta Nuova fu arrestato, da un Trivulzio e da altri cittadini. Francesco Sforza, che entrava in Milano, trionfatore della repubblica ambrosiana: e dm quei primi cittadini gli furono sull'atto strappate alcune concessioni a salvaguardia degli ultimi conculcati diritti di cittadini.
Per queste ed altre ragioni d'arte e di consuetudini popolari, gli archi di porta Nuova furono dai Milanesi considerati sempre fra i più cari e gloriosi monumenti della loro città: e quando, qualche anno prima del 1859, si trattò di demolirli, per dar più libero passo alle carrozze signorili recantisi ai giardini ed ai bastioni, si manifestò contro il minacciato scempio-di quelle memorie una vera reazione popolare, alla testa della quale si misero quanti uomini chiari per dottrina, ingegno e patriottismo contava allora Milano. A scanso di polemiche che rivangassero troppo profondamente nelle glorie patrie dei Comuni e della Lega, od anche di peggio, la demolizione degli archi fu sospesa, e se ne deliberò invece il restauro, condotto a termine subito dopo gli eventi fortunati del 1S59, come ò detto da una iscrizione collocata dal municipio in uno dei passaggi laterali agli archi stessi.
Dalla pace di Costanza comincia per Milano ima fase di progressiva prosperità e grandezza. La città riprende risolutamente il suo primato fra le città di Lombardia; primato che nessuna più pensa a contrastarle. Alla libertà dei cittadini, ai rafforzati diritti, alla coscienza nel popolo della propria forza, andarono paralleli 1 nuovi commerci, le migliorie economiche e sociali, e si formarono le corporazioni degli artieri e mercanti, esercenti una data arte od 11110 speciale commercio, raccoglientisi ognuna ili determinate località, donde ne rimasero tino ai nostri giorni alle vie i nomi: e si ebbero le vie dei Fustagnari pei negozianti di tessuti di cotone, gli Ann orari, gli Spa-dari, gli Speronali, ove erano in gran numero i fabbricanti delle armature, delle spade,