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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Milano
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 547

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Milano
   421
   in cittadini, armando i cittadini contro i cavalieri, contro i paladini della feudalità. — Clio ne venne? Una cosa naturalissima. Il popolo, sentendosi forte, armato, coefficiente primo della potenza dell'arcivescovo, pensò che avrebbe, potuto essere padrone di sè stesso, ili governarsi a proprio piacimento; e da qui 1 primi colpi ili spalla all'autorità vescovile, avveratisi al tempo di A riporto ila Infirmano (1018-1045), vescovo audace, battagliero, inventore del Carroccio — che un secolo appresso doveva essere il palladio delle libertà comunali — il quale, esorbitando nelle sue mire ambiziose e volendo assoggettare a vassallaggio quanti tenevano feudi nella contea di Milano, suscitava per questo fatto quella insurrezione, prima fra le guerre di carattere sociale avvenute in Europa, che fu detta la Bolla.
   Nelle vicende tumultuosi del vescovato di A l iberto — specie quando questi fu cacciato da Milano per la rivolta dei cittadini stanchi delle sue prepotenze suscitatagli contro da Lanzone — ed in quelle più gravi, quando la Chiesa milanese si trovò afflitta da uno scisma violento fra i sacerdoti fautori del celibato ed i concubinari, il popolo imparò a governarsi da sè, a provvedere ai propri bisogni, alla sicurezza della città, alla tranquillità dei focolari. Una lapide in San Vittore al Teatro ricorda che in quella chiesa, Lanzone radunò il primo Consiglio Generale dei cittadini, vincitori dell'arcivescovo prepotente, rifugiato come in esilio a Monza. Da qui le origini del Comune, l'èra gloriosa nella storia di Milano e dell'Italia superiore e poi della media, che in meno d'un secolo si poggia tutta sulle libere e popolari istituzioni, sòrte dapprima in Milano - precorrendo d'altri due secoli il rimanente d'Europa.
   L'aura di libertà risana molti dei inali sociali che prima erano lamentati e ritempra i caratteri a cose maggioi i. Applicandosi alle magistrature cittadine i Milanesi diventarono sagaci, desti, intrepidi tanto da eccitare l'ammirazione degli stranieri che li visitavano. Sostengono lotte invitte contro la feudalità, che vorrebbe soffocare quegli albati di libertà per lei fatali, ed ancora primi in Europa — come dimostrò Carlo Cattaneo — si formano in fanteria di linea contro la cavalleria feudale e la sconfiggono, sottoponendo la feudalità ad una legge scritta, radendone i castelli e costringendola, poco per volta, alle falde delle montagne del Friuli, del Tirolo, del Piemonte, degli Apenniii'
   Alla Crociata Milano manda le sue schiere di fanti guidate dall'arcivescovo stesso, \nselmo di Bovisio clic muore nell'impresa, ed i suoi cavalieri condotti da Angilberto l'osteria e Senatore Settala; i quali reduci, a memoria della spedizione, fondano insieme ad altri gentiluomini il Luogo Pio delle Quattro Marie e la chiesa del Santo Sepolcro; due monumenti, uno della pietà verso i miseri, e l'altro della fede, ricordanti ancora in Milano il valore dei suoi antichi nelle Crociate.
   Dalle guerre in Terrasanta a quelle colle città vicine, Lodi e Conio, poi Pavia e Cremona, è breve il passo: Milano vuole imporre la sua supremazia alle città regie che per dei secoli l'avevano stretta intorno come una cinta d'armati, contrastandole ogni risollevamento.
   Nel 1111 Milano è già in guerra con Lodi, che abbassa ed umilia, e subito dopo con Como, che nel 1127 subisce la stessa sorte di Lodi; lutine con Pavia e Cremona. Queste città ricorrono per aiuti all'imperatore di Germania, novo assunto al trono, Federico ili Svevia, detto Barbarossa. Questi risponde all'invito non tanto per aiutare quelle città, quanto per risollevare i diritti imperiali, cli'ei credeva lesi dallo slancio in Italia preso dalle autonomie comunali.
   Non è il caso ili rifare qui la storia dell'epica lotta sostenuta da Milano e dai Comuni confederati, la lotta della Lega Lombarda, poiché è tal quadro luminoso nella storia nazionale, da recare offesa il supporre che alcun italiano leggente queste pagine possa ignorarlo. Limiteremo le notizie a quello ch'è cronaca milanese e si collega allo sviluppo materiale della città ed ai suoi monumenti,
   20 — La l'utrin, voi. II.