'153 l'arte Seconda — Alta Italia
MILANO STORICA E MONUMENTALE
S'è dotto troppo facilmente nel passato, e lo si ripete talvolta audio oggidì, che Milano è città sciatta e di scarso interesse storico-artistico, non avendo — salvo il Duomo e qualche altra chiesa — monumenti di granile valore. Nulla di meno vero e di più inesatto. Certo che Milano, città di vita, di lotte, di trasformazioni, di attività poli-tic.he-sociali-religiose-economiche, 11011 è rimasta, come accadde di qualcnn'altra delle città italiane, una specie di museo artistico o poco più: ma della sua vitalità interna e continuata nella sequenza di venti secoli per partirci dal periodo romano solamente — le son rimasti monumenti importanti, sovente rarissimi, sufficienti a darci la caratteristica d'ogni momento alto o basso nella vita tumultuosa ed agitata delia grande città. E sotto questo aspetto, siamo persuasi, che all'infuori di lìoma, pochissime città abbiano una serie così completa di monumenti che ne accompagnino e ne dimostrino, per chi sa interrogarli e consultarli, ogni fase della lor vita storica, come quella che Milano offre all'artista, allo studioso.
I monumenti da Milano «umiliati nel lungo decorso della sua vita storica possono riunirsi nelle cinque seguenti categorie: 1, Monuineaftidel periodo romano; 2. monumenti del medio evo: 3. Monumenti dell'era comunale e dei signori; 4. Monumenti delle dominazioni straniere : 5. Monumenti moderni.
Nel Museo Archeologico, annesso al palazzo di Brera, sono da ricercarsi pel maggior numero i monumenti che ci parlano dell'era romana in Milano. Quivi, messi finalmente al riparo dai danni dell'intemperie e più ancora dal vandalismo e dall'incuria umana, sono lapidi, busti, statue, frammenti di statue e di sculture diverse, ornati, colonne, capitelli, sarcofaghi, urne, musaici, e perfino, cosa rarissima, un esemplare di pittura. Di questi pezzi dei quali avremo agio di toccare con maggiore opportunità parlando del museo medesimo, sono rimarchevoli sopratntto il busto ritenuto di 'l'ito Labieno, la Venere, l'urna detta di Valaperto - sulla quale archeologi e storiografi non si sono paranco messi d'accordo — il busto creduto di Agrippina, un'aquila legionaria, la lapide di Urbico Gladiatore conservatissima, lo stilobate, con avanzi di pittura, vasi, anfore, frammenti ed utensili, utili a rischiarare la storia politica e quella artistica e delle usanze del tempo. Anche alla Biblioteca Ambrosiana si conservano alcuni pregevoli cimeli dell'età romana: e tra questi si annovera un busto ritenuto di Scipione, che certo pm'i stare fra le più rimarchevoli opere d'arte del genere e del tempo.
Abbondano sopratutto ili Milano — la cui Chiesa tanta parte ha avuta nel trionfo definitivo del Cristianesimo i monumenti dell'ultimo periodo romano: del periodo diremo così, della Milano imperiale ed ambrosiana: quando cioè la città cominciò a popolarsi di quelle basiliche, che per molto tempo, furono con quelle di Roma, le maggiori e pili celebri della cristianità. Colonne, capitelli, fregi, sarcofaghi, edicole, in San Vincenzo in Prato, in Sant'Ambrogio, in San Celso, ci rifanno la storia artistica e civile di questo periodo, nel quale, sebbene costretta dalla nuova fede alle più semplici manifestazioni, l'arte ha ancora lampi luminosi e ondate di puro sentimento. Così nella basilica di Sant'Ambrogio sono sommamente interessanti vani frammenti di scolture, ed in ispecie i pezzi — già descritti — del pulpito, col preteso sarcofago di Stilicene ; ed in San Celso è ammirabile, per fattura e sentimento artistico squisitissimo, il sarcofago romano — ora ridotto ad altare — conosciuto dagli archeologi, come uno dei pezzi più pregevoli di scoltura del IV e V secolo, nel quale fra l'altre è notevole la figura d'una donna « l'emorroidissa » che. s'inchina a toccare, il lembo della veste del Salvatore nella fede sicura ili esser guarita. « Meravigliosa — scriveva il geniale critico d'arte Carlo Borghi, nel far cenno di questo monumento — specialmente un'evwrrmduria, che, con un po' più di finezza di scalpello potrebbe far superbo uno scultore greco, tanta ò la fede