Milano
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f.aivano) in MHtilii/.ima' dello Xenodochio di Balco. Continuò a ricevere esposti tino al Hill,
8. Ospedale ili San Goliardo, fuori porla Ticinese, chi uso subito dopo l'erezione dell'Ospedale Maggiore.
0. Ospedale dì Santa Caterina, presso il ponte dei Fabbri. Eretto nel 1337 da Martino Caecialepri e da suo Battilo Materno. Ebbe donazioni, tra cui da l'arnabò \ sconti nel 1370. Ricoverava audio le ragazze esposte, adulte, istruendole in modo da potei servire da maestre e suore negli altri ospedali Esistevano poi asili speciali per i tignosi, i lebbrosi ed all'etti da altre malattie schifo»
Tutti questi ospedali, quantunque retti da una sola amministrazione, trovandosi in luoghi assai distanti fra di loro, costavano assai, nò si potevano convenientemente sorvegl iare. Fu per ovviare a questi inconvenienti ognora crescenti, clic Francesco Sfora, volendo fare una cospicua elargì zione ai bisognosi ed infermi della città, con di ploma del 7 aprile bill donava ai ventiquattro deputati preposti al buon ordine ed al governo legli Ospedali di Milano, mi palazzo esistente presso la chiesa di San lazzaro in Broli», già confiscato al conte Guido Torelli per fondare, erigere un grande, solenne ospedale « tanto grande da essere degno dell'altezza del suo ducale, dominio e di una Unita e tanto illustre villa ». Nel giorno 4 aprile, o, secondo altri, il 12, accompagnato dalla moglie Bianca Maria Visconti, dalla Cortèi e, con intervento solenne del clero, di immenso popolo, ne pose la prima pietra. Poi andato a Mantova, ove si trovava ,1 papa Pio II (Enea Silvio Piceolomini) che aveva radunato in concilio i principi cristiani per bandire una nuova crociata contro i Turchi già padroni di Costantinopoli e minacciami l'Occidente, ottenne da quegli — essendo i beivi degli ospedali, come cosa sacra considerati di jus canonico — una bolla (0 dicembre 1458) colla quale gli era data facoltà di aggregare al nuovo ospedale tutti gli ospedali della città amministrati da ecclesiastici.
Architetto del nuovo ospedale fu il fiorentino Antonio A ver li no, detto il Filarete, artista fantasioso e ili gusto squisito, che pur tenendosi attaccato alle gotiche simmetrie, sentiva già l'iulluenza delle imminenti espansioni del Rinascimento.
Egli aveva ideato per la pianta un enorme rettangolo di metri 238 per 05 con nove cortili : nel fondo del cortile centrale doveva giganteggiare una grande chiesa dedicata alla Vergine Annunziata. Il disegno 'enne subito per economia semplificato, non solo, ma per le sopravvenute contingenze politiche dei tempi fu eretta soltanto l'ala destra, formante un quadrato perfetto diviso in quattro da due braccia che s'incrociano: lande il nome di crociere. Nel centro si innalza ina cupola che dà aria e luce alle sale. Il portico della facciata era ad archi a pieno centro
poggianti sii colonne di granito e chiuso da cancelli Venne in seguito murato per utilizzarne a prò' dell'Ospizio lo spazio. Mirabile è la fascia con ornati tu terra cotta che intercede tra le. arcale del portico e le soprastanti finestre a sesto acuto e bifore, parimente ornate da vaghissimi rilievi in terra cotta. Nel centro vedesi il luogo ove doveva aprirsi la porla la quale mercè un'ampia scalinata metteva alle crociere (figg. 30-37).
Sopra questa porta una lapide latina, eoi ritratto in basso rilievo ili Francesco Sforza dice: « Francesco Sforza, quarto duca, ottimo, grande e potente, e sua moglie Bianca Maria Visconti, che donarono il luogo ed i palazzi fondarono, insicim co! popolo milanese, questo ospedale; anno 1150 ».
11 pruno ampliamento della fabbrica avvenne nel secolo X VII, iti seguito al legato di Gian Pietro Carcami, detto il ricco, patrizio milanese, che, con testamento 8 maggio 1021, lasciava all'ospedale l'usufrutto ili metà della sua sostanza per
10 anni, coll'obbligo di ingrandirne la fabbrica — seguendo il concetto del Filacele — e di raccogliere in esso gli ammalali degli ospedali minori sparsi ancora per Milano, che avrebbero dovuto chiudersi. La volontà del munifico testatore fu eseguita. L'architetto Bocchini, ebbe incarico dei lavori di ampliamento; ed egli attenendosi, per quanto lo coni portavano la sua indole ed il gusto del tempo, nella facciata allo stile del Filarete, coadiuvato da Fabio Mangoue, ideò ti bellissimo cortile nel quale si entra oggi perla porta maggiore e che mette alla chiesa eretta in forma di croce greca. La porla maggiore e le due laterali, insieme alle statue di Sant'Ambrogio e di San Carlo che la fiancheggiano, formano un rimarchevole pezzo di architettura barocca, dei migliori del tempo. Il cortile monumentale (fig. 38), rallegrato da piante e da tappeti erbosi, lui, specie nelle logge superiori ancora aperte, degli accenni all'arte bramantesca ; e del Bramante si ritiene sia
11 portico a destra davanti al compartimento delle donne. I due architetti del seicento vi cambiarono i capitelli e murandosi poscia per utilità di spazio gran parte delle logge superiori vi aprirono quelle finestre barocche non spregevoli per loro stesse, ma m completa stonatura eoi rimanente dell'edilizio.
Il secondo ampliamento del fabbricato, è dovuto al notaio Giuseppe Macchio , che con testamento del febbraio 1787 chiamò suo erede lina versalel'Ospedale Maggiore, coli',obbligo espresso di convertire, la rendita della sua sostanza, raggiungerne la somma di lire 2,205,000, nella continuazione e perfezione del fabbricato medesimo. Il lavoro fu compiuto nel 1707 dall'ingegnere Castelli, e comprende tutta l'ala sinistra dell'immenso fabbricato ; ina senza uno slancio artistico qualsiasi, monotono, disadorno ed in tutto disarmonico col rimanente dell'edificio.