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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Milano
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 547

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Seconda — Alta Italia
   Benedettini da lui eretto presso la chiesa di San Celso. Nel 1109, ricostruendosi e riparandosi Milano dai danni subiti per l'eccidio di Barba-rossa, l'arcivescovo Caldino (esso pure canonizzato) volle, che all'ospedale del Itrolio, fondato presso Sauto Stefano in Uroliti, nel 1127 da Gotifredo de' l'usseri, fosse imposto l'obbligo di ricoverare e mantenere gli esposti in una annessa casa, giovandosi all'uopo di tutte le sostanze del consorzio dei poveri concentrate nel patrimonio dello stesso ospedale, senza che per questo venisse soppresso l'altro asilo degli esposti, tenuto dai Benedettini ili San Celso: nel quale anzi, per qualche secolo, anche dopo la fondazione dell'Ospedale Maggiore, continuaronsi a mandare gli esposti raccolti dall'Ospizio di Santo Stefanu in Itrolio, allorché avevano raggiunto l'età di due anni ed erano slattati. 1 fanciulli raccolti, davansi a nutrici mercenarie generalmente in campagna; e perchè queste ne avessero la dovuta cura e niantcnuessero gli obblighi assunti, c'era un impiegato del Luogo pio, detto Cavalcatore, il (piale non aveva altro ufficio che di aggirarsi per le campagne ad ispezionare le nutrici per riferirne poi all'amministrazione. Nel 1529, l'ospedale del llrolio essendo destinato ai soli infermi, tanto gli esposti che già si ricevevano all'Ospedale Maggiore, come quelli che si ammettevano dal Capitolo per verificata miseria dei genitori, si mandarono a San Celso.
   Dall'anno 787 lino al 1021, cioè dalla prima fondazione di brefotrofi per un periodo di 834 anni, 11011 si pensò mai ad aprire il cosidetto torno o Ruota per la esposizione clandestina dei bambini. Questa disposizione venne invece presa il 28 agosto 4 021, costruendosi presso 1 Ospizio di San Celso, un torno atto a ricevere i fanciulli esposti di notte. La misura, presa in tempi critici di carestie e pestilenze, parve opportuna : ma, come fu detto, non tardò a degenerare in deplorevoli ed immorali abusi, ridondanti a danno dell'istituzione — passata poscia in esercizio presso l'Ospedale Maggiore — che si trovò straordinariamente aggravato da spese per d mantenimento d'un numero esorbitante di fanciulli illegittimi e legittimi, abbandonati alle sue cure. A questo stato di cose si tentò rimediare convarii provvedimenti amministrativi e legislativi : compresa la soppressione del torno o ìluota ordinata con decreto del 20 settembre 1784 dall'imperatore Giuseppe II, Ma le riforme ordinate da 11 imperatore filosofo durarono poco. Poco più di sei anni dopo, il suo successore, Leopoldo li, ripristinava insieme al torno le antiche usanze. Da allora la casa degli esposti si resse con ben poche varianti, sulle nonne stabilite dal decreto Leopoldino ed in dipendenza dell'Ospedale Maggiore, lino al 1805: nel qual anno essendosi promulgato il nuovo Codice civile italiano clic pone gli esposti ed i mentecatti a carico delle provincia, l'Ospizio dei Tro-
   vatelli, detto di Santa Caterina, venne staccato dall' Ospedale Maggiore e considerato come un'opera autonoma sotto la tutela diretta ed esclusiva della Deputazione provinciale. Con (mesti ed altri provvedimenti venne soppressa nel Ì8G8, la fìttola,
   L' Ospizio provinciale degli Esposti e delle Partorienti, coinè è ora costituito, ha per iscopo : 1° la salvezza e l'assistenza dei figli esposti, reietti e derelitti; 2° il ricovero e l'assistenza delle gestanti povere ed illegittime. L'azione dell'Ospizio è estesa e nello stesso tempo ristretta alla sola provincia di Milano.
   L'Istituto abbraccia due grandi divisioni : il comparto Esposti ed il comparto Ostetrico. Al compiu to Ostetrico è annessa la II. Scuola di Ostetricia, pareggiata alle scuole universitarie.
   L'amministrazione e la vigilanza dell'Ospizio spetta alla Deputazione che elegge all'uopo nel proprio seno una speciale Commissione di sorveglianza composta di tre membri. L'amministrazione del patrimonio, la cassa e la contabilità sono annesse agli uffici della provincia.
   L'ammissione annua dei fanciulli al Brefotrofio è ridotta ora ad una media annua di 1500, e non più a quella enorme cifra oscillante da tre a quattromila, che si avverava ai tempi della ISuota notturna. La mortalità che in certi anni di epidemia e di contagio cogl. antichi sistemi saliva talvolta all'80 u/n ora è ridotta ad un massimo del 20 %. 11 Brefotrofio concede speciali premi agli allevatori che sanno meglio educare i loro pupilli e li man!»» alle pubbliche scuole. Le ragazze esposte che passano a marito, ottengono dall'Istituto una dote di lire 100. Sono circa 10,0U0 ì fanciulli mantenuti in campagna dall'Ospizio, fino all'età di 15 anni.
   L Ospizio delle partorienti annesso a quello degli esposti, riceve, sotto certe norme discipli-narie, gestanti legittime ed illegittime dal settimo mese di gravidanza in avanti, delle quali siano specialmente comprovate le condizioni di assoluta miserabilità ; ammetle pure, facoltativamente, gestanti a pagamento e con trattamento speciale. Dalla Scuola di Ostetricia annessa all'Ospizio partorienti escono d'anno in anno oltre cinquanta levatrici patentate.
   I proventi per mantenere l'Ospizio, oltre dalla somma annualmente preventivata sul bilancio della provincia e votata dal Consiglio provinciale, si hanno: dalle rendite delle proprietà appartenenti all'Ospizio; dalle pensioni delie allieve levatrici; dalle pensioni per assistenza di individui non aventi diritto al ricovero a titolo gratuito; dalle tasse di esonero dall'allattamento; dalle elemosine e dai compensi versati all'Ospizio a rifusione di spese per mantenimento di esposti e gestanti; dalla rendita depurata dei piccoli patrimoni di ragione degli esposti tuttora a carico dell'Ospizio ; ìlal ricavo dei lavori delle ricoverate e dal