'135 l'arte Seconda
Nalali)alla massima di lire 1,002,988.97(D'Adda Ferdinando) e di lire 1,663,113 (Visconti di Modrone) — create per fornire sotto date condizioni sussidi elemosinieri in genere.
La maggior parte di queste Opere pie sono amministrate e le loro rendite erogate dai parroci, per disposizione di fondiaria. —» Il patrimonio complessivo 6 di lire 3,740,001.34: il reddito lordo di lire 218,480.44 : le imposte ed i pesi, gravano su queste istituzioni per lire 80,817: le spese amministrative per lire 8,081.69: la somma media annualmente erogata in beneficenza è di lire 123,343.84.
Opere pie pei' doli. — Esistono pure in Milano, elencate nel 1880, ventisei Opere pie per doti amministrate dai parroci o dalle fabbricerie delle singole parrocchie. Queste istituzioni rappresentano un capitale di lire 704,207.74 con un reddito lordo di lire 37,390, ed erogano annualmente una media di lire 20,314.25 in doti a fanciulle povere che vanno a marito.
Monte di Pietà. — Questo istituto, clic ha sede nella via omonima, ai nn. 5 e 7, trae le sue origini da una Cassa di prestito, fondata nel 1183, da alcuni patrìzi e popolani, ed aperta al pubblico in una bottega nei pressi della chiesa di San Simpliciano. bcopo era di sottrarre i bisognosi alla ingordigia degli usurai, fornendo loro, sopra pegno, una corrispettiva somma di danaro. Lodovico Sforza, detto il Moro, con diploma del ^luglio 1496 dotò di mezzi listìtuzione, che ottenne l'approvazione anche da papa Alessandro VI, con breve apostolico dato da liomail 18 giugno 1501. Un'altra bolla dì Leone X del 4 maggio 1515, privilegia 1 istituto e gli consente la riscossione di una modesta quota sopra la somma prestata. .Nei secoli successivi le condizioni del Monte, furono a seconda delle contingenze dei tempi più o meno prosperose. Solo ai tempi di Maria Teresa e, di Giuseppe II, l'istituto ricevette un vigoroso impulso fruendo dei varii sussidi animi sui fondi della pubblica beneficenza e del Monte di Santa Teresa, e ricevendo d'un sol tratto nel 1781 la somma di lire 385,714 proveniente da alcuni luoghi pii soppressi, e più tardi nel 1785 ricevendo un'altra dotazione di oltre un milione di lire colle sostanze di alcune corporazioni religiose soppresse. Durante il periodo della rivoluzione francese, essendo stato sequestrato a beneficio dell'armata d'Italia, il patrimonio del Monte, insieme a tutti ì pegni superiori alle lire 200,1 istituto dovette sospendere per qualche anno le operazioni. Queste furono riprese in via provvisoria nel 1804 : indi nel 1810, l'Istituto ebbe nuovamente esistenza operosa e decisa ritornando press'a poco, al piano organico di Giuseppe II culla principale variante dell'abolizione >iì qualunque prestito gratuito. Sotto il governo nazionale, per opera di cotcstaamministrazione, il Monte di pietà, introdusse provvide riforme sia nel ramo
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amministrativo, che in quello del servizio, facilitando, semplificando le operazioni, disponendo gli uffici in modo da tutelare il naturale pudore di chi versa in bisogno, sottraendolo, per quanto possibile, allo sguardo dell'indiscreto.
L'interesse per prestito t fissato al 7 °/0 all'anno: più un 2 % per le spese di custodia ed involgimento degli effetti ed un diritto di polizza di centesimi 20 per gli effetti preziosi e ai centesimi 10 per gli effetti diversi. Il movimento dei pegni nel Monte di pietà di Milano e succursali, s'aggira intorno ai 200,000 : il movimento dei capitali, oltrepassa gli 11 milioni annui: capitale, in parte formato coi patrimonio ed i redditi dell'Istituto, e parte con capitale preso a mutuo da altri enti o privati.
Nel 1879 il Monte di pietà di Milano istituì una speciale sezione denominata Monte merci per prestiti sotto debite cautele su mercanzie d'ogni genere — escluse si comprende le deperìbili, infiammabili o pericolose — a comodo di negozianti. Il patrimonio dell Istituto in beni stabili, mobili, ecc., valutasi lire 1,133,735.85. Le sue attività nell'esercizio annuo superano sempre i 2 milioni.
Commissione Centrale di Beneficenza animini-stratricc della Cassa di Risparmi®. — Questa istituzione, che forma uno dei più potenti e solidi istituti ili credito, non solo d'Italia, ma d'Europa, ha sede in via Monte di Pietà, nel proprio magnifico palazzo, eretto una ventina d'anni fa, sui disegni dell'architetto Balzaretto. Le origini della Commissione Centrale di Beneficenza e relativa Cassa di Risparmio sono recenti e modeste an-zichenò. Fu istituita nel 1817, richiamando in vita un provvedimento di D. Ferrante Gonzaga, governatore dì Milano per l'imperatore Carlo V, nel 1546, allo scopo di alleviare le conseguenze portate dalla carestia dei raccolti e dalla crisi economica — corollario inevitabile all'ultimo tempestoso periodo delle guerre napoleoniche ¦— imperversanti in quell alito tristissimo. La Commissione Centrale di lìcnrjkenza ebbe per essenziale incarico di provvedere alle classi indigenti col raccogliere sussidi, concentrarli e ripartirli a norma del bisogno. Né bastando in quella grande strettezza la carità cittadina, per quanto pronta e generosa, venne imposto sull'estimo della proprietà fondiaria di Lombardia, il tributo speciale ìli uri centesimo per ogni scudo il cui importo fu di lire 1,427,707.10 clic venne posto a disposizione della Commissione. La massima parte della somma raccolta fu nel 1817 impiegata nell'acquisto di grani; ma cessata, nell'anno susseguente la crisi annonaria, si determinò che I avanzo della sovraimposta del centesimo, risultante in lire 1,043,843, continuasse ad essere amministrato dalla Commissione Centrale di Beneficenza, e venisse convertito in futuro nel soccorrere preferibilmente i Comuni di Lombardia